VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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mercoledì 19 dicembre 2012

L'ATTESO

C’è un, “prima” di Gesù, è ovvio.
E non è un, “prima” qualunque; è il “prima”
che ha visto coinvolto un popolo e la sua storia.
È il “prima” di Abramo, Isacco e Giacobbe,
cercatori di Dio.
Di Mosè, un liberatore da liberare, di Saul,
Davide e Salomone, i re servi di Dio.
Dei profeti immensi come Isaia o Geremia
il perseguitato, come Elia, il divorato dal fuoco,
e come Osèa l’innamorato deluso e di Giobbe,
della preghiera dei Salmi e della saggezza dei proverbi.
Il “primo” che è l’attesa del Messia, di un liberatore,
di un nuovo (e diverso), re Davide,
di una presenza di Dio, finalmente.
Dio ha deciso di raccontarsi all’umanità,
attraverso l’esperienza di un popolo di nomadi
che si scopre chiamato a libertà.
Una storia lunga un millennio e mezzo,
fatto di passione e di infedeltà,
di grandi slanci e di grande frenate,
(fortunatamente non avevano i nostri mezzi,
altrimenti sai che ammucchiate con le loro frenate),
di colpi di luce e di lunghe e tenaci ombre.
È come se Dio, avesse avuto la pazienza
che un maestro ha con i suoi alunni;
ha atteso che l’uomo divenisse capace di accoglierlo,
di scoprire il suo vero volto.
Dio ha inventato una pedagogia della Rivelazione,
intessendo una storia che noi, ora, definiamo “di salvezza”.
il Dio di Israele è diverso da qualunque altra intuizione religiosa,
da qualunque esperienza che l’uomo abbia mai fatto del Divino.
Ma non è tutto così semplice; il volto di Dio che Israele ha scoperto,
(non per tenerlo per sé, ma per raccontarlo al mondo),
è entusiasmante,
ma non sempre facile da capire e da digerire.
L’ho visto anch’io, in me e in torno a me.
L’ho visto nei racconti che molte persone mi fanno,
parlando della loro fede, nelle fatiche e nei giri di testa che a volte,
prendono, chi dice di avere incontrato Dio; allora possiamo farci
una brutta idea di Dio, (e qui si capisce quanto sia vera la
storia dei sei veggenti di Medjugorje).
Un’idea che proviene dall’inconscio e dalla cultura,
più che dal Vangelo.
Ancora di più; anche brandendo il Vangelo possiamo dire
male Dio e di Dio,
pensando di essere persone illuminate e devote,
(basta guardare la stragrande maggioranza delle parrocchie,
dove esiste quasi una guerra per accaparrarsi il posto più in vista.
Perciò la Chiesa sente la necessità, ogni anno,
di ripercorrere, nell’anno Liturgico, il cammino della salvezza;
proprio per non correre il rischio, sempre presente,
di crearsi un Dio a propria immagine e somiglianza.
Così è accaduto a Israele e all’umanità; malgrado un millennio
di esperienze, da Abramo ai Profeti, l’idea conclusiva su chi
sia veramente Dio, non è poi granchè.
Dio è straordinario, certo, Creatore ineguagliabile,
sovrano del cosmo, inaccessibile nel suo Mistero.
Ma anche incomprensibile alle nostre povere vite.
E allora quante volte abbiamo sentito dire che;
Dio lo devi tenere buono sennò, ti bastona.
A Dio, (anche a Lui!),
devi dimostrare di valere e resti sempre, comunque,
in difetto, un vermicello, un peccatore.
Dio, se si sveglia di malumore, ti manda un cancro,
(si diceva qualche tempo fa, ma ancora adesso da qualche
persona), quando succede qualcosa, è dare la colpa a Lui e dire,
ma che male ho fatto per meritarmi questo?).
Poi Dio si è proprio rotto le scatole di non essere capito.
E ha deciso di venire a spiegarsi.
INCARNAZIONE. Dio si è stancato di non essere capito,
dicevamo, e ha deciso di diventare uomo.
Uomo; capace di raccontarsi, di spiegarsi e di svelarsi.
Uomo; perché nessuno mai potesse dire: “Dio non sa”.
Uomo, per mettersi nei nostri panni.
E allora cosa è accaduto?
Dio, nella pienezza dei tempi, si è incarnato.
Mi piace tantissimo questa parola; “Incarnazione”.
Suscita in me sensazione di concretezza, dignità e stupore.
Dire che Dio diventa uomo è un annuncio sconcertante.
Se non fossimo vaccinati da 2000 anni di cristianesimo,
scuoteremmo la testa.
Ma come, Lui che può evitarlo, decide di venire sulla terra a soffrire?
Sfido chiunque a non dire almeno una volta:
“Ma Lui che può tutto, perché permette il male e
la sofferenza, non potrebbe…….?”.
Lui che è il pienamente realizzato, la sorgente dell’amore,
la gioia eterna, accetta di essere contenuto,
di non essere amato, di sperimentare la fatica e il fallimento.
Incomprensibile. E ci mancherebbe che non lo fosse.
Talmente incomprensibile che qualcuno,
tra i discepoli, periodicamente,
ha rifiutato questa concretezza,
reputandola una finzione, un’apparenza.
Invece no; per amore Dio ha scelto di correre il rischio,
di abbandonare la sua Divinità, di annientarsi, (se lo dice S. Paolo,
lo posso dire anch’io, o no? Leggete Filippesi 2,3-11).
Perché? Per amore. Solo per amore.
È l’unica chiave di interpretazione di un gesto che,
altrimenti, non avrebbe senso.
Da nessun punto di vista.
È il gesto incomprensibile di Madre Teresa di Calcutta,
che lascia la sua scuola, che educava ragazze “bene”,
per andare ad aiutare gli intoccabili (lebbrosi, appestati), a morire.
È il gesto senza senso dei Missionari, che lasciano tutto e
vanno nei paesi martoriati, rischiando il più delle volte la vita.
È il gesto folle di chi dona la vita, senza avere nulla in contraccambio.
Come ha fatto Dio.
E lo sapeva molto bene Madre Speranza,
quello che Dio fa per noi (il mendicante).
GLI INIZI. Mettiamoci nei panni di Dio.
Decidiamo di venire a svelare il nostro vero volto;
si tratta di scegliere un tempo e un luogo, (come si fa oggi).
Voi cosa scegliereste?
Una grande metropoli, primavera del terzo millennio?
(cioè alla moda).
Ovvio che si; avreste a disposizione la mitica rete,
i satelliti, i cellulari, internet; cosa chiedere di meglio
per diffondere un messaggio che ha come finalità,
quella di essere conosciuto da quanta più gente possibile;
(vediamo la pubblicità).
E che persone scegliereste? Un personaggio alla moda,
con cultura universitaria e master in comunicazioni;
(magari accompagnato da una subrett,
il meno vestita possibile,per fare colpo). VERO!
E invece no. Dio decide di venire sulla terra in un’epoca
senza grandi possibilità comunicative;
vuole abitare in un paese sotto occupazione;
di questo paese sceglie un villaggetto del cavolo,
che sorge lontano dalle strade principali; e chiede la collaborazione
di una donna, o meglio, di un’adolescente figlia del popolo,
senza particolare istruzione, in una cultura in cui le donne non
potevano aprire bocca in pubblico.
BURLONE Dio. Dio chiede, (notate bene non impone chiede),
a Maria la bella quattordicenne di Nazareth, il permesso di
usare il suo corpo, le chiede di fargli da Madre. Assurdo.
Affidereste un qualunque compito importante a un adolescente?
NO, VERO? Ci mancherebbe!
Invece Dio si diverte a chiamare Davide, quand’era un ragazzino;
(1° Samuele 16,1-13); incarica l’acerbo Daniele di profetizzare,
per difendere Susanna; (Daniele 13); coinvolge Maria e la fa
diventare, la porta del cielo per Dio.
Ciò accade, perché gli adolescenti conservano
quel briciolo di follia che manca a noi adulti.
Follia che Dio apprezza e condivide.
Lo so, qualcuno è stanco, dopo anni di statue lacrimanti sangue,
presunte apparizioni di qua e di là, poi ci ricordiamo delle recite
natalizie all’asilo dalle suore, ci fanno storcere il naso appena
sentiamo pronunciare il nome di Maria; non dimenticando i
quadri appesi sopra la testata del letto dei nonni.
(qualcuno mi ha detto: “Ma non ti sembra che sia
diventata un po’ troppo chiacchierina?”.
Non vi dico la risposta è da censura!
Facciamo una parentesi!
Per un momento fate finta di non sapere come va a finire il film,
fate scendere Maria dagli altari su cui l’abbiamo posta,
toglietele, solo per un momento, la corona d’oro,
scioglietele le sue mani giunte, per vedere che, invece,
afferra una piccola brocca per andare a prendere acqua,
ecco questa è Maria, donna semplice e umile.
Andate con l’immaginazione a Nazareth, guardate l’ampia
collina, la terra arida, simile a certe zone del nostro sud Italia,
con pochi alberi e molte pietre, (ecco perché ha scelto Medjugorje,
gli ricorda la sua terra d’origine).
Immaginate un piccolo abitato, nulla più.
Le ragazze del luogo, brune in volto, con i capelli scuri nascosti
da un velo, una tunica in lino ampia, legata ai fianchi da una cintura,
già donne, aiutare in casa per la preparazione
del pane azzimo, (senza lievito).
Amici ultras del Fans club delle Madonne; riportare nel suo vissuto
Maria significa, sottolinearle la grandezza, non sminuirla!
È accaduto amici, che ci crediamo o meno.
È accaduto che un angelo abbia visitato Maria, per conto di Dio.
Non so cosa pensiate degli angeli.
A toglierli dalla Bibbia si strappa un buon 10 per cento delle pagine.
Certo; nel mondo del, “senonvedononcredo”, in cui siamo tutti figli
del sospetto, gli angeli adorano molto di infanzia.
Ma esistono d’avvero.
Nella Bibbia gli angeli aiutano Dio e accompagnano gli uomini.
L’angelo che viene mandato dall’adolescente
di Nazareth è particolare, un angelo “super”, l’arcangelo Gabriele.
Come rappresentarlo? Fate voi!
Credo che nessun angelo si offenda se gli togliete
le ali o se lo vestite da benzinaio….!
Rileggiamo il racconto di Luca.
Al sesto mese Dio mandò l’angelo Gabriele in una
città della Galilea chiamata Nazareth, a una vergine sposa
di un uomo di nome Giuseppe, della casa di Davide;
il nome della vergine era Maria.
Entrò da lei e le disse: “Salve, piena di grazia, il Signore è con te”.
Per tali parole ella rimase turbata e si domandava
che cosa significasse un tale saluto.
Ma l’angelo le disse: “Non temere, Maria,
perché hai trovato grazia presso Dio.
Ecco, tu concepirai nel grembo e darai alla luce un figlio.
Lo chiamerai Gesù.
Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo;
il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre,
e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno
e il suo regno non avrà mai fine”.
Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo,
poiché io non conosco uomo?”.
L’angelo le rispose: “Lo Spirito Santo scenderà sopra di te
e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra;
perciò quello che nascerà sarà chiamato santo, Figlio di Dio.
Ed ecco, Elisabetta, tua parente,
ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia,
e lei che era ritenuta sterile è già al sesto mese;
nessuna cosa infatti è impossibile a Dio”.
Disse allora Maria: “Ecco la serva del Signore;
si faccia di me come hai detto tu”.
E l’angelo si allontanò da lei, (Luca 1,26-28).
Questa è una pagina di poesia pura, una pagina da brivido.
Avete sentito bene?
Sapete perché ve lo domando?
Perché tante volte, quando in Chiesa viene letto il Vangelo,
vuoi perché siamo distratti con i nostri pensieri,
vuoi perché magari il lettore legge per conto suo,
nel senso che legge per se  e non per altri,
o magari perché ormai l’abbiamo sentita tante volte non ci
facciamo più tanto caso e non riusciamo a mettere a fuoco la storia.
Allora abbiamo sentito bene questa volta?
Allora di fronte si trovano, un’adolescente ed un Arcangelo.
Magari quella volta che ci abbiamo messo un po’ più d’impegno,
magari abbiamo pensato che Maria fosse scioccata,
neanche capace di ragionare, sbigottita diremmo noi.
E invece discutono alla pari.
Senti—le dice l’angelo--, Dio ha deciso di diventare uomo e
ha bisogno di una madre. ACCETTI?
Maria è si un po’ sbalordita, leggermente spaventata, è normale,
mica stai parlando con il vicino di casa.
Ma non per questo ha perso la parola:
“Com’è possibile?---replica Maria.
Non ho avuto rapporti coniugali col mio fidanzato”.
Maria è fidanzata a Giuseppe, promessa sposa, (usanza dell’epoca).
(Tra il fidanzamento e il matrimonio passava un anno,
in cui i promessi sposi restavano ognuno a casa propria).
Maria è estremamente concreta, tutt’altro che sulle nuvole.
Pone domande, manifesta dubbi.
L’angelo le dà una risposta divertentissima.
E questo è un problema?
Secondo te il Creatore dell’Universo,
non può far partorire una vergine?
Guarda Elisabetta, tua parente;
pur essendo in età avanzata avrà un figlio.
Nulla è impossibile a Dio. (E noi oggi pretendiamo di aver
scoperto l’inseminazione artificiale?
Da qui si capisce che leggiamo poco e male le scritture).
Mi viene da ridere a pensare a quei poveri medici della scoperta,
interviste, apparizioni in TV,
premi nobel e invece sono dei taroccatori.
Ma di questo che stiamo parlando scena muta su tutto il fronte.
Il ragionamento non fa una piega, perché abbiamo voluto togliere
la paternità a Dio di questo! (bo…).
Maria riflette, l’angelo non demorde aspetta,
aspetta una risposta; (e daie sempre risposte dobbiamo dare!).
Credo che in quel momento trepidante, il tempo si sia fermato.
Tutti gli uomini, tutta la storia, tutto il Creato,
trattennero il respiro, “tifando” per Maria.
Perché, se Maria avesse risposto picche, forse,
non saremmo qui a parlarne.
Sinceramente, voi che avreste fatto?
Non venite a dirmi, adesso che conoscete la storia,
io avrei detto si subito, che non ci credo.
Perché io sinceramente avrei pensato:
“Forse ho esagerato con la grappa e, ho le allucinazioni!”.
Oppure avrei pensato di parlarne con il mio confessore,
poi magari ne riparliamo;
e sicuramente se lo avessi fatto mi avrebbe detto:
“Questo è un segreto teniamolo per noi,
non parlarne con nessuno e lascia perdere”. Scontato!
O ancora: “Ho un contratto matrimoniale da rispettare,
non creiamo confusioni; e come la prenderà Giuseppe?”.
(Si perché Dio sembra che non gli importi un gran che di lui).
Sicuramente andrà fuori di testa.
(Vediamo cosa sta succedendo ai nostri giorni;
solo perché una ragazza dice; “non ti amo più”,
l’altro la mette a riposo per tutta la vita,
altro che libertà di pensiero).
Maria sa benissimo che, se accetta, la sua vita cambierà.
Per sempre.
C’è il rischio anche della lapidazione.
E accetta! Che coraggio folle!
Luca conclude il brano, come fosse una cronaca:
“E l’angelo si allontanò da Lei”.
Tiè, ora arrangiati, sono fatti tuoi!
Cioè; fine delle apparizioni, fine dello spettacolo,
fine dei fuochi d’artificio.
Da ora (e per sempre) Maria, resterà sola.
Sola davanti al mistero più folle.
Sola nel credere le cose più incredibili.
Nel credere che, davvero,
Dio ha voluto comprimersi nel ventre di una donna.
Nel credere che, sul serio, l’ansia di risposta che abita
il cuore di ogni uomo, si è-infine-colmata.
Nel credere che, nel modo più inatteso,
avremmo infine conosciuto Dio.
Maria risponde: “Sì”. Maria dice: “Sì”, alla follia di Dio.
Come si sarà svegliata Maria, il giorno dopo?
Cos’avrà pensato? Con chi ne avrà parlato?
Credo che se venisse da uno di noi,
nostra figlia adolescente e ci parlasse di apparizioni
di angeli e di bambini in arrivo, credetemi,
resteremo piuttosto perplessi e la porteremo da uno psicologo!
Maria ha dovuto far crescere la sua fede,
da quel momento e per sempre.
Credo che la prima persona a cui si è confidata sia stata la cugina
Elisabetta, visto che il Vangelo ci dice che partì in tutta fretta.
(ma questa è un’altra storia).
Per questo, ancora oggi,
i discepoli di suo Figlio le vogliono così bene.
Per la sua fede. Semplicemente folle.
Ed è per questo, che Maria, continua a venire su questa terra,
per implorarci, ed ammonirci di ritornare a suo Figlio,
come sta facendo a Medjugorje.
Perché tutto quello che Lei ha rischiato con quel,
“sì”, folle a Dio; non sia stata cosa inutile.  

 

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