VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



Per informazioni e contatti scrivere a:

FAUSTOBERTILLA@GMAIL.COM



CELL. 349/1009626

domenica 24 agosto 2014

Il grande amico Pietro

Rivelati a noi stessi!
La sconcertante pagina dell’incontro con la Cananea
di domenica scorsa ci ha svelato un Gesù che sa
parlare duramente per rivelarci a noi stessi.
La preghiera superstiziosa e disperata della donna
che le ha provate tutte per guarire la figlia, ci insegna
a rivolgerci al Dio di Gesù non come ad un despota
da convincere, ma come ad un padre che sa
di cosa hanno bisogno i propri figli.
In questa scoperta progressiva del volto del Dio di Gesù,
guidati dalla forte esperienza di Levi, il pubblicano
diventato discepolo, arriviamo oggi ad un momento
cruciale di conoscenza di se stessi: Gesù si mostra
per ciò che è, Simone scopre di essere un roccia
su cui si può fare affidamento.
Grande Gesù, ma grande anche Pietro.
Ogni anno, verso la fine dell’estate, ritroviamo nel
nostro itinerario interiore la pagina di Cafarnao,
il momento più importante dell’esperienza degli
apostoli, il momento in cui il Signore li invita a fare
il punto del loro cammino, a riscoprire le ragioni
delle loro scelte.
Così, anche per noi, giunge puntuale la domanda:
perché seguiamo Gesù? Chi è Gesù per noi?
Non diamo nulla per scontato: il Signore insiste
perché, nel silenzio della preghiera, ricollochiamo
nella nostra vita la sua presenza.
Gesù inizia la serata facendo un sondaggio
d’opinione, ormai noi viviamo di sondaggi;  tra i suoi,
vuole avere notizie sulla sua fama, sul risultato della
sua predicazione.
Dopo avere ascoltato, pone, inattesa, la domanda
ai suoi: “Per voi, invece, cosa rappresento?”.
Bella domanda intrigante!
Come domenica scorsa con la Cananea, Gesù ci
chiede di passare dalle discussioni teoriche sulla
“religione” alla messa in discussione di noi stessi.
La Cananea contestava la divinità che, a suo parere,
doveva esaudirla.
Gesù, duramente, la portava ad interrogarsi sulla
sua (limitata) visione di Dio.
Che idea ha la gente di Gesù?
Se ne parla, spesso, forse mai nessun personaggio
della storia ha suscitato tante discussioni, ma il rischio
è quello di restare al piano della chiacchiera.
Noi, discepoli, non restiamo nel vago, non facciamo
salotto, schieriamoci, isoliamoci e lasciamo che la
bruciante domanda del Rabbì ci perfori il cuore:
chi è davvero Gesù di Nazareth per me?
Un grande uomo del passato?
Una distratta divinità cui rivolgermi?
Un amico da contattare quando le cose non funzionano?
Il grande Simone
Pietro si schiera: egli è l’atteso da Israele, dalle genti,
egli è il nuovo re Davide, il volto di Dio, il grande Profeta
e re venuto a restaurare il Regno.
Domenica prossima vedremo che questa consapevolezza,
in Pietro, dovrà maturare: egli s’immagina un Messia
trionfante, un Dio vittorioso, resterà scandalizzato
dall’apprendere che Gesù non vuole il successo, ma
l’amore e la conversione, ed è disposto a morire per questo!
Certo, Pietro è ancora immaturo, ma noi non siamo messi meglio,
almeno io sono ancora troppo lontano dalla maturazione.
Scelte e scoperte
Domenica della scelta, scelta che continuamente siamo
chiamati a compiere, dell’incontro con lo sguardo del
Nazareno–vivo–che ci chiede adesione al suo progetto
di vita, che non vuole un’appartenenza di abitudine o
di facciata, ma una passione almeno pari a quella
che lui ha per ciascuno di noi.
Fermiamoci, infine, sul dialogo che intercorre tra
Pietro e Gesù.
O, meglio tra Simone e Gesù.
Ridotto all’osso potremmo dire che Simone dice a
Gesù: “Tu sei il Cristo”, che significa: “Tu sei il Messia
che aspettavamo”, una professione di fede bella
e buona e, decisamente ardita.
Ardita perché Gesù non risponde ai canoni del Messia
atteso: niente patriottismo esaltato in lui, né regalità,
né comportamenti strabilianti.
Al contrario: Gesù usa un tono pacato, quasi dimesso,
dà una interpretazione del tutto nuova al mistero di Dio.
Pietro, riconoscendo nel falegname l’inviato di Dio,
fa un salto di qualità determinante nella sua storia,
un riconoscimento che gli cambierà la vita.
Gesù risponde: “Tu sei Pietro”.
Simone scopre il suo nuovo volto, una dimensione
a lui sconosciuta, che lo porterà a garantire la saldezza
della fede dei suoi fratelli.
Sapeva di essere un testone, scopre di essere una
roccia; sapeva di essere un irruento, un sangue caldo;
il Signore gli svela che su questo difetto potrà costruire
un ruolo, aiutare i fratelli.
Pietro rivela che Gesù è il Cristo, Gesù rivela a
Simone che egli è Pietro.
Quando ci avviciniamo al mistero di Dio sveliamo il
nostro volto; quando ci accostiamo alla Verità di Dio
riceviamo in contraccambio la verità su noi stessi.
Confessare l’identità di Cristo ci restituisce la
nostra profonda identità.
Il Dio di Gesù non è un concorrente alla mia umanità.
Alcuni sono persuasi che aprendosi alla misericordia
di Dio quasi venga a mancare una parte della
propria umanità.
Molti hanno la comica immagine del cattolico come
mezzo-uomo, animale da sacrestia (immagine talora
confermata da certi nostri devoti!).
Niente di più fasullo: se il Dio in cui crediamo ci fa
decrescere in umanità, non è il Dio di Gesù Cristo.
Quanti, avendo seguito con più decisione la presenza
del Signore Gesù, giungono a dire che hanno imparato
a diventare veramente uomini!
Non abbiamo paura, quindi, a fidarci di questo Dio che
davvero ci può rivelare a noi stessi, con semplicità e verità.
D'altronde, Lui si è fatto uomo perché noi imparassimo
ad essere veramente uomini.
Grazie Pietro, tu sei veramente un uomo,
speriamo di riuscire a seguirti.
Buona Domenica Fausto.



Nessun commento:

Posta un commento