VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

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domenica 13 aprile 2014

Chi ha ucciso Gesù?

Allora proseguiamo con la storia.
Per molti, nella storia, i responsabili della morte
di Gesù sono i giudei, cioè l’intero popolo ebraico,
quella folla che chiese a gran voce la crocifissione di Gesù.
Così tanto per specificare, questa colpa sarebbe ricaduta
dai padri sui figli, come esplicitamente richiesto
dai malvagi omicidi.
Poi sappiamo che questa colpa è stata
perdonata da Gesù sulla croce.
È dunque stato un omicidio con molti assassini e con
molte ragioni, quello di Gesù; i sadducei hanno trovato
la motivazione per eliminare un pericoloso sovversivo;
i farisei, acerrimi oppositori dei sadducei, hanno lasciato
fare perché offesi dai continui rimproveri del Rabbì;
i romani hanno sacrificato un innocente di cui non interessava
loro nulla, pur di mettere in difficoltà la classe sacerdotale.
Un vero complotto, insomma, in cui ognuno aveva,
all’apparenza, delle buone ragioni per far fuori Gesù,
ma che, in nessun modo, può essere genericamente
attribuito a un popolo, quello ebraico.
Popolo da cui provengono Gesù, sua madre e tutta
la primitiva comunità di discepoli e scritture.
Bene, ora facciamo un passo in avanti.
Prima di assistere allo spettacolo della crocifissione,
facciamo un confronto all’americana con i sospetti.
CHI C’ERA.
Prima di affrontare gli eventi della passione però,
dedichiamo un attimo per conoscere chi c’era accanto
a Gesù, che speranze e in che fatiche vivevano i suoi
concittadini, in quali categorie sociali si dividevano.
Frequentando il Vangelo, spesso sentiamo nominare
i farisei o i sadducei, gli esseni e gli zeloti.
ma non sempre sappiamo chi siano veramente.
Proviamo a conoscerli meglio gli ultras della fede;
i farisei appunto.
Noi pensiamo ai farisei come a persone avide e ipocrite,
perché così, semplificandoli, li vediamo nei vangeli.
Sbagliato; i farisei sono persone zelanti e devote,
quelle che noi, forse, aspiriamo a essere.
Ogni parroco vorrebbe una dozzina di farisei fra i propri
parrocchiani; davano al tempio la decima del loro guadagno!
E qui si può andare in crisi.
Perché i devoti dell’epoca, in assoluta buona fede,
collaboreranno alla condanna di Gesù,
ritenendolo un elemento pericoloso.
Non basta però, essere zelanti per evitare di essere fanatici.
All’epoca di Gesù i farisei non hanno grande rilevanza
politica; la scena è dominata, come vedremo,
dalla classe sacerdotale, in maggioranza costituita da
sadducei, che riesce ad accordarsi con l’invasore romano.
I farisei formano un gruppo molto attivo,
e sono ammirati dai cittadini di Gerusalemme
per la pratica rigorosa della loro fede.
Nel loro zelo e nella loro devozione, paradossalmente,
i farisei assomigliano molto a Gesù.
La differenza sostanziale, però, è che per loro la legge
separa, per Gesù, invece, porta a compimento e libera.
Poi, con l’osservanza scrupolosa da parte loro
dei precetti è cosa assoluta, criticare il popolo comune,
pensando che la gente del paese, i cafoni per intenderci,
siano dei peccatori, dei maledetti, in quanto loro
che osservano la legge sono i giusti, i puri, e chi non
la osserva, per pigrizia o per ignoranza,
sono i peccatori, gli impuri.
I farisei sono, perciò, degli ultras delle fede,
scrupolosi e zelanti, rasentano il fanatismo e
considerano la loro via a Dio l’unica percorribile.
Capiamo come questa visione si discosti totalmente
da quella di colui che è venuto a banchettare
con i pubblicani e le prostitute, annunciando
che la giustizia di Dio è dono gratuito, non
condizionato, e che proclama beati proprio
coloro che i farisei considerano peccatori!
Ecco perché non vanno d’accordo con Gesù.
Gesù, col suo agire, si pone a metà strada fra la
corruzione dei sadducei e della classe sacerdotale
e la purità ossessiva dei farisei, attirandosi
le ire degli uni e degli altri.
Tutti credo abbiamo fatto esperienza, in parrocchia,
nei movimenti, nei gruppi, di devoti molto zelanti e
 umilmente convinti di possedere pienamente la verità.
Il rischio è che, pensando di possedere Dio,
non ci si accorge che Egli è altrove.
Gesù si scaglia con forza contro la degenerazione
della fede che è il fariseismo.
Di ieri e di oggi.
I sadducei e i sacerdoti; il potere senza scrupolo.
I più fieri oppositori dei farisei sono i sadducei.
Di loro non abbiamo molte notizie perché,
contrariamente ai farisei,
non sopravvivono alla distruzione del tempio.
Più che una corrente di pensiero, un’ideologia,
i sadducei rappresentano un ambiente sociale,
che raggruppa una casta di persone aristocratiche
e ricche, legate alla tradizione e contrarie alla novità.
Perciò si oppongono fieramente all’osservanza di
una legge orale, che non accettano e non
riconoscono, rifacendosi esclusivamente alla
Torah, la legge scritta e attribuita a Mosè.
Tutto il resto è solo una pericolosa novità.
Di loro dice, lo storico ebreo Giuseppe Flavio:
“I sadducei, si occupavano solo dei ricchi”.
Pur occupandosi quasi esclusivamente di una
piccola e ricca èlite, i sadducei sono temuti
dal popolo per la loro predominanza nella gestione
del tempio; nessuno, di fatto,
osa contestarli pubblicamente.
I sadducei sono conservatori, dal punto di vista della
tradizione, e possibilisti, dal punto di vista della politica.
Diversamente dalla corrente farisaica, considerano
l’occupazione romana come un male gestibile, e
mirano a ottenere quanta più libertà
di movimento possibile.
All’arrivo del governatore romano, il posto
da sommo sacerdote è, di fatto, in vendita
al miglior offerente; diventare capo dei sacerdoti
è una fonte di ricchezza per sé e per i propri
famigliari, un vero e proprio investimento,
la gestione delle offerte, la compravendita delle
vittime sacrificali, i favori ricevuti dall’aristocrazia,
contribuiscono a rendere molto appetibile tale carica.
Capiamo, allora, come questi malcostumi suscitano
indignazione nel popolo e nei sacerdoti semplici,
che si vedono depredati del loro diritto alla decima.
Sono sadducei i sommi sacerdoti al tempo di Gesù.
Due nomi, in particolare, sono rimasti nella storia;
quelli di Anna, sommo sacerdote dal 6 al 15
dopo Cristo, e quello di suo genero Caifa.
Caifa è un abile e consumato politico;
riesce a stare in sella alla sua carica dal 18 al 37 d.C;
quando la carica di sommo sacerdote era
mediamente inferiore ai quattro anni.
La ragione di questo avvicendamento è semplice;
siccome si pagava per diventare sommo sacerdote,
i governatori romani, avevano l’abitudine di
cambiare il sommo sacerdote ogni anno.
Probabilmente Caifa aveva trovato il modo
di pagare per non essere destituito,
(piaceri per piaceri, come adesso non cambia nulla).
L’influenza poi di Anna, suo suocero è tangibile;
destituito suo genero, riuscirà ancora a far nominare
sommo sacerdote uno dei suoi figli.
Ecco chi sono i sadducei al tempo di Gesù;
una classe sociale, un sistema che ruota intorno
alla gestione famigliare del tempio,
gli uomini più potenti, temuti e odiati dal popolino,
conservatori e collaborazionisti scaltri,
attenti a che non succeda nulla che possa infrangere
il fragile equilibrio stabilito con i romani.
I sadducei e i sommi sacerdoti, quindi,
sono persone senza scrupoli e temibili,
abituati a gestire e conservare il potere a ogni costo.
Capiamo, allora come Gesù, contrapponendosi
frontalmente ai sadducei, si infili in un mare di guai.
Certo amici, sapere che i sommi sacerdoti e i loro
famigliari gestiscono il tempio come una multinazionale
del sacro per fare soldi, non è edificante.
Non ditelo a Gesù.
Ci sono  ancora altri due gruppi, ma marginali,
gli esseni, persone credenti e studiose,
praticamente una setta, di cui si dice
abbiano avuto qualcosa in comune con
la predicazione di Gesù, poi scomparvero.
Altro gruppo, gli zeloti, feroci oppositori dei
romani e quindi anche della casta sacerdotale,
che pensavano di aver trovato nel Messia un vero
condottiero che gli avrebbe aiutati per sconfiggere
i romani, poi delusi dal comportamento di Gesù,
che perdona i persecutori, si defilarono.
Poi i romani, i conquistatori,
che creano scompiglio tra il popolo giudaico
per le loro intromissioni in affari come la nomina
dei sacerdoti, creando tensioni.
Gesù si trova qui in mezzo, fra i puristi farisei
che contrastano i conservatori sadducei,
mentre gli esseni affascinano il popolo con
la loro spiritualità estrema e i romani, odiatissimi,
cercano di tenere tutto insieme senza
che esploda una rivolta popolare.
Ecco il quadro ora è completo.
Ora possiamo entrare nelle ultime
ore della vita di Gesù il Nazareno.
 (Il Nazareno, cioè il consacrato,
uno dei modi con cui viene chiamato il Rabbì).
Per assistere allo spettacolo.         



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