Il seminatore uscì a seminare!
Gesù ci dice che bisogna seminare la sua
Parola,
farla arrivare dappertutto senza guardare
dove
seminiamo, senza chiederci se ne vale la
pena;
l’importante è lanciare il messaggio.
Ecco, il seminatore uscì a seminare.
Il Signore vuole riflettere insieme con i
suoi numerosi
ascoltatori sul modo, sullo stile di
accogliere la Parola.
Quante volte, vi è stato detto che la
Parola,
è spada che ci perfora il cuore, che ci
schiude nuovi
orizzonti perché Parola diversa, ispirata,
ricolma di Dio.
Eppure, che mistero!
Dio parla e l’uomo stenta ad ascoltare.
Credo che pochi di voi si ricordino della
Parola
che abbiamo udito domenica scorsa.
Difficile da ricordare vero?
Eppure quella era la Parola che avrebbe
dovuto
illuminare la nostra settimana!
Oggi il seminatore, che è Gesù, esce a
seminare.
C’immaginiamo il gesto ampio e solenne
del seminatore,
che non ha paura di gettare il seme con
abbondanza,
fin sull’asfalto, nella speranza che
buchi
la crosta dura del nostro cuore.
Così è Dio; esagera sempre.
Non gli importa la stretta logica del
guadagno,
compie gesti insensati, getta con
generosità la Parola,
sperando che faccia breccia nel
ghiaccio che avvolge la nostra vita.
Gesù analizza i risultati della semina.
Il primo risultato è disastroso;
il Signore semina sulla strada e il seme
non riesce neppure a sopravvivere,
perché arrivano gli uccelli e lo
mangiano.
Il Signore stesso ne dà
l’interpretazione;
gli uccelli sono il maligno che non vuole
correre
il rischio che la Parola buchi l’asfalto
della
nostra indifferenza e della nostra
abitudine.
Il suo metodo? Semplice; il pregiudizio
(sono
tutte cose inventate dai preti…),
l’arroganza (sono bastante a me stesso…),
l’indifferenza (ho altro a cui pensare…),
e così ci perdiamo la vita vera.
La seconda categoria di persone raggiunte
dalla
Parola sono gli entusiasti un po’
incostanti.
Quanti ne ho incontrati!
Sono quelli che, raggiunti dalla Parola,
ne restano affascinati, soprattutto
emotivamente.
Di solito si avvicinano alla fede attraverso
un’esperienza forte; un pellegrinaggio,
un ritiro,
un gruppo, ma, appena fuori
dall’ambiente,
cominciano pian piano a lasciarsi
riassorbire
dalle preoccupazioni e, inesorabilmente,
cadono nella dimenticanza.
So per esperienza che, oggi, vivere la
fede in
un ambiente ostile è certamente
difficile,
come il seme che cade in mezzo alle
pietre,
per questo è sempre più necessario vivere
la fede insieme,
avere degli spazi, dei momenti per
ristorarsi,
per riappropriarsi della propria fede.
La terza categoria è quella che,
pur cresciuta, è soffocata dalle spine.
E descrivere chi, dopo aver accolto la
Parola, averla
maturata, averla accolta con gioia,
incontra difficoltà,
sofferenze, aridità e ne è soffocato.
Difficoltà a livello umano; una malattia,
un lutto,
che ci allontanano definitivamente da
Dio.
O difficoltà di ordine spirituale;
un’aridità prolungata,
una fatica interiore…!
Il seme cade su terra buona e produce
frutto,
in maniera diversa.
In maniera diversa, rispettando la
particolarità di ciascuno,
adattandosi alla vita interiore di ogni
uomo.
Qual è il terreno buono?
Sono sempre rimasto un po’ perplesso
nel rispondere a questa domanda.
A me pare che, se qualcuno dicesse:
“Sì, mi sento un terreno buono che dà
frutto”,
sarebbe un pochino presuntuoso!
Io credo che terreno buono è chi si è
riconosciuto
nei precedenti tre terreni.
Credo che terreno è chi, con semplicità,
ha sentito la parabola e gli si è stretto
il cuore
per paura di perdere la Parola.
La Parola feconda solo un cuore umile,
un cuore consapevole del proprio limite,
un cuore donato e spalancato al seme di
Dio.
Solo un atteggiamento interiore di verità
è terreno fecondo per la Parola.
Lasciamo che la Parola, che,
continuamente,
il seminatore getta a piene mani,
attecchisca nella nostra vita.
Ma; il seminatore riesce a buttare il suo
seme?
Abbiamo sempre in casa un Vangelo,
magari in edizione di lusso.
Che giace tristemente impolverato.
Facciamola vivere questa Parola!
Diamole respiro!
Liberiamo la Parola di Dio; che contagi,
inondi,
riempia, scuota, inquieti e consoli!
Lasciamo che, finalmente, il seminatore,
ci raggiunga e ci faccia crescere nella
fede!
E allora, tanto per non dimenticare e per
rinvigorire
quello che abbiamo trovato o scoperto, seminiamo
in abbondanza, ed il raccolto sarà
fantastico.
Buona semina amici.
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