VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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venerdì 12 settembre 2014

Guardare come Dio

Lavori in corso,
leviamo le travi.

Tante volte vorremmo insegnare agli altri a
non sbagliare ed a levare loro la polvere che
si deposita negli occhi, siamo degli ipocriti.
Togli prima la trave dal tuo occhio e allora
potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza
dall'occhio del tuo fratello.
Gesù ci propone oggi un Vangelo piuttosto ostico,
con il desiderio–da parte sua–di lasciare che
le beatitudini dirigano la nostra vita.
Vi ricordo, però, questo dato fondamentale della
vita cristiana: la vita morale è conseguenza di un
incontro, non uno sterile moralismo, la legge
di Dio, ricorda san Paolo è opera del Signore,
non fatica vana come l’obbedire esternamente
ad una norma.
E’ un po’ come quando vediamo un ragazzo che
si prende una cotta: la prima cosa che salta agli
occhi è che si cura di più, si tiene in ordine, diventa
improvvisamente puntuale: perché innamorato.
Gesù ci chiede di essere misericordiosi perché il
Padre è misericordioso: il nostro agire è
conseguenza dell’incontro che abbiamo avuto con Dio.
Il peccato, dunque, l’agire morale.
E subito, sicuramente, ci vengono in mente le
grandi tragedie della vita, gli omicidi, le stragi,
le aberrazioni di cui veniamo a conoscenza.
Bhé, visto tutto ciò che capita nel mondo noi non
siamo poi così tanto male!
Non uccidiamo, non rubiamo (nel senso di rapina
a mano armata, ma se capita di grattare senza troppi
danni qualche soldino…) quindi siamo a posto.
Invece la Scrittura ci invita a leggere la nostra vita
puntando in alto, di non paragonarci a chi si
comporta peggio, trovandoci passabili, ma
confrontandoci col sogno di Dio su di noi.
Dio ci vede come dei capolavori, dei pezzi unici,
come dei figli.
Vuole che–come aquile–voliamo in alto, e noi
sembriamo dei paperi che guardano con
sufficienza le galline…!
Gesù è chiaro: non guardare alla pagliuzza nell’occhio
del fratello tu che hai un trave nell’occhio.
Quant’è vero!
Quanta fatica facciamo a riconoscere i nostri sbagli!
Quanto siamo pronti a giustificarli, ad attenuarli!
Con me sono comprensivo e benevolo, con gli errori
degli altri sono spietato e giudico con durezza eccessiva.
Esagero? Ascoltatevi!
Ascoltiamoci quando si tratta di parlare di un’altra
persona, dei nostri vicini, dell’amministratore
del nostro condominio.
Siamo sempre troppo adolescenti, intenti a proteggerci
per paura che qualcuno ci ferisca, sempre troppo
concentrati a far apparire il meglio di noi per paura che
gli altri non vedano il peggio.
Liberi, amici, liberi!
Siamo aquile fatte per volare, sbattete le ali!
Dio ci dona ali di aquila per accogliere ciò che siamo
con verità, per imparare ad amarci e ad amare gli altri
con semplicità, per sapere che siamo capolavori in
costruzione e durante i lavori in corso uno sopporta
un po’ di polvere e di rumore.
Impariamo a vedere noi stessi e gli altri così come
Dio ci vede.
Non si tratta allora di non giudicare le situazioni,
di non esprimere pareri, no.
Ma di cambiare il criterio di riferimento, di vedere
le cose con lo sguardo pieno di speranza del Padre
che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi.
E’ una vera conversione quella che Gesù chiede,
un cambiare del tutto l’atteggiamento, un
guardarein modo diverso.
Siamo tutti peccatori, siamo tutti figli: non abbiamo
bisogno, come i bambini dell’asilo, di fare bella figura
davanti alla maestra: un padre e una madre conoscono
i difetti dei propri figli e amorevolmente li accettano
e cercano–insieme–di migliorarli.
Gesù invita a guardare i fatti, non i sogni: dai frutti
si vedono gli alberi.
Frutto buono–albero buono, semplice, no? E’ vero!
Può essere un’idea interrogarsi sulla propria vita,
sulle cose che crediamo importanti, sulle
nostre scelte: che frutti danno?
Siamo sereni, pieni di vita, capaci di affrontare le avversità?
Buon segno, abbiamo messo il Vangelo al centro.
Ma se–invece–il lavoro sempre più ingombrante,
l’ansia del benessere o la voglia di apparire vi danno
inquietudine, interrogatevi ed abbiate l’umiltà
della retromarcia.
Facciamo un pò di penitenza, prima di aprire la bocca
pensiamoci due o tre volte, forse in questa logica,
possiamo vedere il lato luminoso della vita e degli altri,
invece di vedere sempre l’aspetto negativo?
Varrebbe più di mille digiuni e dell’obolo per


le missioni (fatelo comunque, ma col cuore!).

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