VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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giovedì 5 gennaio 2012

CERCATORI DI DIO

Eccoci di nuovo a casa, riprendiamo il nostro cammino,
le feste sono finite, anzi no, ne rimane ancora una,
quella del desiderio e dell’incontro.
Il desiderio muove il cuore degli uomini.
I desideri ci fanno credere di poter soddisfare la
sete di assoluto che ci brucia il cuore.
Alcuni sono desideri semplici, alla portate di molti,
altri sono desideri impossibili,
che ci fanno cadere nella depressione.
Alla fine di ogni desiderio esaudito, però,
sperimentiamo che il nostro cuore è destinato a ben altro,
il nostro cuore è assetato di infinito.
Oggi è la festa del desiderio che non si arrende, la festa che vede protagonisti
alcuni cercatori benestanti che passano il proprio tempo
a scoprire nuove teorie e a verificarle.
Oggi è la festa dell’essenza dell’essere umano che, in fondo,
spogliato da ogni condizionamento, si riscopre, semplicemente, un cercatore.
La Parola insiste, esagera, scardina, scuote; non siamo giudicati dai risultati,
dalla devozione, dalla coerenza, ma dal desiderio di andare oltre.
E, per noi discepoli di lungo corso, che già abbiamo trovato il Signore,
questa festa è un invito a superare le nostre certezze bonsai,
per assumere lo sguardo di Dio.
Natale sconcerta, illumina e interroga.
Nonostante lo scempio che ne abbiamo fatto,
riducendolo a glicemica fiera dei buoni sentimenti,
il mistero della piccolezza infinita di Dio,
che si restringe nel grembo acerbo di un’adolescente,
ci riempie di quieta meraviglia e fa scaturire dai
cuori feriti calde lacrime di fiera consolazione.
Dio è diverso, amici.
Una vergine partorisce, un giovanotto semplice e generoso
rinuncia ai suoi sogni per accudire a una sposa e a un figlio non suoi,
Dio nasce viandante, accolto in una grotta, solo dei personaggi ambigui,
i pastori, si accorgono della sua nascita, due anziani devoti e scoraggiati,
Simeone e Anna, riconoscono nel Tempio la luce delle nazioni e, oggi,
sono gli atei i primi a riconoscere in quel bambino l’Assoluto di Dio.
I Magi, personaggi curiosi e insaziabili, si muovono a cercare
il re alla corte di Erode, l’evento astrale che hanno scoperto
indica la Palestina come luogo della felice nascita.
Ma accade l’imprevisto, i figli di Erode sono già grandi,
i figli della sua prima moglie li ha fatti sgozzare lui, nessun allegro
vagito risuona tra le mura dello spietato e abile sovrano.
I Magi riprendono il cammino, sbalorditi.
Lo stravolgimento del Natale continua;
Gesù è riconosciuto da pagani che con tenacia cercano
la verità e viene ignorato dal popolo della Promessa,
è il rischio che anche le nostre comunità cristiane corrono,
quello di vedere dei non credenti incontrare Dio, e noi di restare a guardare.
I Magi sono l’immagine dell’uomo che cerca, indaga, si muove e segue la stella.
La scienza e la fede non si oppongono, entrambe cercando
un senso alla loro ricerca intellettuale, i Magi si trovano di fronte
all’Assoluto di Dio, tanto più sconcertante quanto inatteso.
Non fanno come Erode e i sacerdoti del Tempio che, pur sapendo,
restano ai loro posti.
Per riconoscere Gesù occorre muoversi, indagare, seguire,
lasciarsi provocare, cercare.
Dio si lascia trovare, certo.
Ma da chi lo desidera, non da chi lo ignora.
La fede non è solo sapere (i dottori della legge conoscono
la profezia di Michea), ma muoversi.
Gerusalemme e Betlemme distano pochi chilometri dai
palazzi del potere religioso e politico, nessuno si prende la
briga di andare a verificare la profezia e quei pochi
chilometri diventano una distanza abissale.
I Magi sono l’immagine di quegli uomini che, spinti dal
desiderio e dalla sete della verità, hanno finito con l’incontrare un
segno della presenza di Dio; una testimonianza, un avvenimento,
una parola di un cristiano e, seguendolo, hanno scoperto il volto di Dio.
Se, ahinoi, restiamo seduti sulla poltrona delle nostre incrollabili supposizioni,
finiremo per lasciare la fede dietro di noi,
per conoscere il luogo dove Gesù è nato,
come i sacerdoti del Tempio, ma non piegheremo mai le ginocchia,
esterrefatti, davanti al prodigio di un bambino che è Dio.
I Magi questo salto lo fanno, questo capitombolo della fede lo compiono.
Cercatori, ora sono loro a essere trovati.
Vanno oltre, si fidano, e giungono davanti a una giovane e stupita
coppia che accudisce il proprio primogenito.
E offrono oro, incenso e mirra.
Oro,dono destinato ai re, incenso, resina odorosa destinata a Dio e…mirra!
Regalo di pessimo gusto, amici, la mirra è l’unguento usato
per imbalsamare i cadaveri, regalo poco opportuno, non trovate?
Nel bambino i Magi riconoscono il Re, il Dio, il Crocifisso.
Non suscita tenerezza questo bambino, ma conversione e contraddizione.
Così diverso dall’idea di Dio che ci siamo fatti, come accade a Erode,
questo bambino suscita violenza, un Dio così è da eliminare.
Coraggio amici, nel proseguo del nuovo anno, muoviamoci,
andiamo a vedere, per non correre il rischio di rimanere delusi
per non aver potuto incontrare nessuno, lasciamo
le nostre poltrone ed usciamo per farci incontrare.
Buona festa dell’Epifania e buon Anno a tutti da Fausto.

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