Le esigenze dell'amore.
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L'unione con il nostro prossimo deve essere come
quella delle membra del corpo che si aiutano
scambievolmente nell'agire, nel perfezionarsi, in
tutto;
essa ci chiede di allontanare da noi tutto ciò che
la può ostacolare.
In particolare ci chiede di combattere i vizi
mediante le virtù
contrarie, soprattutto con l'umiltà.
Non bisogna invidiare nessuno; l'amore deve partire
dal cuore
ed essere manifestato nelle opere.
Dobbiamo avere molta stima degli altri e parlarne
sempre bene;
non riferire ad altri quanto si è udito sul conto
loro, tanto più
se sono cose che li possono amareggiare.
Usare sempre parole buone che favoriscano la
carità;
guardarsi dalle parole pungenti che possono ferire;
astenersi dall'ostinazione, dal contraddire, dal
riprendere
quando non è opportuno.
Non basta compiere opere buone, ma bisogna
compierle
in modo che esprimano la nostra buona volontà.
Quando si verificasse uno screzio con gli altri,
non rispondere nello stesso tono, ma dissimulare
con umiltà.
Ricordiamo che quando qualcuno ci procura dei
dispiaceri,
dobbiamo:
tenere ben lontano da noi anche solo
il desiderio
della vendetta; far sì che il nostro perdono non
consista solamente
nel non desiderare il male dell'altro, ma nel
procurare che in noi
non rimanga alcun residuo di amarezza o di
fastidio;
non conservare avversione contro nessuno; astenerci
dai giudizi temerari, tanto più gravi quanto più lo
è la cosa di
cui in cuor nostro accusiamo l'altro; non
dimentichiamo che
i giudizi temerari provengono in primo luogo dalla
nostra superbia.
Madre
Speranza
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