VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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venerdì 29 marzo 2013

Col Cuore al Golgota


Il nostro cammino con il proposito di seguire Gesù,                                                  
ci porta ad appuntamenti sempre più intensi,                                                           
sempre più sconvolgenti.
Siamo nel sinedrio, il luogo della condanna di Pilato.
In questo luogo il Salvatore, piegato dalla flagellazione,                                                                                 fu caricato del patibolo e prese a salire verso il Golgota,                                                                                    il monte dei condannati, all’infamia della crocifissione.
Da qui inizia la via dolorosa di Cristo, la via Madre di tutte                                                                              le vie dolorose del mondo; questa via è impregnata del                                                                               sangue che scorreva dal volto di Gesù, dai tagli della corona                                                                       di spine, dalle lacerazioni di tutto quel corpo divino.
C’è un mistero profondo di amore, che il Signore ha lasciato                                                                     come traccia incancellabile sulla via dolorosa.
Allora seguiamo anche a ritroso, le tracce di quest’Amore.
Riscopriamo dalla radice quest’amore, arretriamo il pensiero                                                                                 a quando Adamo, consapevole della colpa commessa nel                                                                                      Paradiso terrestre, consapevole della propria indegnità,                                                                                si nascose alla vista del Signore.
E il Signore lo cercò e lo chiamò:  “Adamo, Adamo, dove sei?”.
Gesù il Messia è venuto sulla terra per continuare                                                 
la ricerca iniziata dal Padre.
Gesù si è fatto carne, si è fatto uomo, per cercare ancora l’uomo.
Il Padre non vuole che l’uomo se ne vada solo, lontano da Lui.
Se l’uomo deve scontare sulla terra i suoi peccati,                                                          
nel dolore, nella fatica, nella compagnia della serpe che lo tenterà
sempre, allora Dio, lo seguirà con il suo Amore immenso;                                                    
il Figlio lo cercherà per Lui.
Lo cercherà nelle tribolazioni, nelle disperazioni e nelle croci.
Il Figlio continuerà a chiamare, a implorare; “Adamo dove sei?”.
E allora noi faremo una sosta intensa, che riassume idealmente
l’intera strada della Croce, seguendo la sanguinante traccia dell’amore di Dio.
Mediteremo sul Salvatore che cade e che muore,                                          
ripetendoci ancora una volta:  “Adamo, dove sei?”.
Facciamo silenzio dentro di noi, raccogliamoci intensamente in
preparazione alla via Crucis, che vogliamo percorrere in memoria
della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
Contempleremo le stazioni dove l’uomo cade più in basso,                                       
quelle dove il Figlio di Dio si abbassa di più, per trovare e redimere l’uomo.
Chiediamo a Maria, che si unisca a noi in questo cammino,                                    
che prenda il primo posto davanti a noi, che ci accompagni passo, passo,                                                                                 come accompagnò Gesù nella sua via dolorosa, lacerata come Lui,
mite come Lui, vittima d’amore come Lui.
Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello,                                    
gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
Mentre uscivano, incontravano un uomo di Cirene,                                              
chiamato Simone e, lo costrinsero a prendere la croce di Lui.
Giunti a un luogo detto Golgota, che significa luogo del Cranio,                              
gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma Egli,
assaggiatolo, non ne volle bere.
Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti
tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia.
Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della
sua condanna: “Questi è Gesù, il Re dei Giudei”.
  Insieme con Lui furono crocifissi due ladroni,                                                  
uno a destra e uno a sinistra. (Matteo 27, 31-38)
Gesù cade la prima volta sotto la croce.
Il mistero dell’amore di Dio per l’uomo, il mistero di questo
Dio che viene sulla terra per abbracciare la croce, è impressionante.
Come luce di spiegazione, c’è soltanto l’altra faccia del mistero,                       
quella della nostra realtà di peccatori; noi avevamo bisogno che
il Signore ci amasse fino al punto di dare tutto se stesso per noi.                                                             O Salvatore del mondo!                                                                                                                            Questa Croce Te l’abbiamo imposta anche noi.                                                                                                   In mezzo a tutte le voci che gridavano contro di Te,                                              
che volevano la tua crocifissione, c’era anche la nostra voce;                              
c’era la presenza del nostro peccato, tutte le volte che è stato
un peccato volontario e cosciente.                                                                                                            Signore, quelle volte, in mezzo a tutte quelle voci urlanti,                                       
tu hai sentito anche la mia voce.
C’era anche la mia voce.
Ma in questo momento, Signore, la mia voce è una voce
che Ti supplica, che Ti domanda la grazia del perdono e,                                                                    
te la domanda nel momento in cui mi sei più accanto;                                           
sei caduto a terra per cercarmi a terra, fragile e indifeso.
Signore, ecco la tua prima caduta!
Questa prostrazione che Ti mostra sfinito, sotto il tuo
pesante fardello, era necessario a tutti noi,                                                                                           perché ci costringe a ricordare quei momenti,                                                      
quelle volte in cui ci hai attirato più a terra che in cielo;                                           
quei momenti e quelle volte in cui, tanto più la croce ci
pesava sulle spalle, tanto più si sentiva questa forza
di attrazione verso il basso.
Signore, Tu che ci hai creato col fango, non meravigliarti
se qualche volta ci trovi infangati.
Signore, la croce per noi non è uno strumento di amore                                     
come lo è stato per Te.
Per noi è tanto difficile amare la croce e dirti:                                                    
“Sia fatta la tua volontà!”.
Quando questa croce ci inchioda, ce la vorremmo schiodare di dosso.
La croce che ci accompagna ogni giorno è la croce del nostro dovere,                    
la croce che si chiama impegno, che si chiama lavoro,                                            
che si chiama responsabilità.
Dalla nostra croce, noi  vorremmo schiodarci,                                                   
evadere, magari anche peccando.                                                                                                                                                       Signore, qui fra di noi raccolti a meditare la tua Passione,                                    
non credo ci sia un Barabba, non credo ci sia un cattivo ladrone;                          
tutti noi vorremmo essere uomini e donne fedeli; ma ciò nonostante                                                 
non siamo immuni, Tu lo sai, non siamo immuni da tentazioni,                                                                     da vigliaccherie, da fragilità impensabili.                                                                          Signore, quando Tu ci vedi cadere, restaci vicino, insegnaci la fedeltà,                                                                   insegnaci ad amare quella santità che si intesse, momento
per momento, sul povero telaio della nostra esistenza.                                                     
Signore, insegnaci ad essere crocifissi insieme a Te!
Gesù, cade la seconda volta!
Vorrei Signore, alzare a Te la mia povera preghiera personale.                      
Vorrei dirti Signore, che nella tua via Crucis era necessario che                             
Tu ci presentassi questa tua seconda caduta.                                                
Nessuno di noi, Tu lo sai bene, nessuno di quelli che ti presentano
i loro propositi è sempre capace di mantenerli sino alla fine.                                                    
Tu conosci signore, le nostre seconde cadute.                                               
Tu sai Signore, com’è facile per i nostri propositi,
diventare tradimenti: “Anche per Pietro è stato così”.                                                                                   Tu lo sai Signore, che sul nostro cammino è più presente la debolezza                 
che la costanza, più presente il peccato che la grazia.                                               
Quando ci fermiamo davanti a Te che cadi la seconda volta
per redimerci, il nostro orgoglio è più forte del pentimento;                                                       
perché non siamo tanto dispiaciuti di averti offeso;……                                   
quanto siamo dispiaciuti di essere umiliati.                                                          
Tu sai Signore, che abbiamo bisogno di vederti così,                                       
caduto, per contemplarti più vicino a noi, a noi che siamo in terra,                     
caduti, ricaduti, tante e tante volte.                                                                 
Per queste nostre ricadute, o Signore, Tu sei caduto ancora una volta.                    
Con  il prezzo di questa tua ricaduta hai voluto riscattare le
nostre ricadute.Signore, noi vorremmo essere dei santi,                                                             
ma riusciamo soltanto ad essere mediocri.Abbiamo desiderato
tante volte di essere delle fiamme; ma siamo soltanto del fumo
che il vento disperde.Abbiamo desiderato di essere luce e,                                                                      siamo soltanto una piccola fiammella, preda del soffio
delle circostanze.
Signore, anche noi, come la Veronica, abbiamo un lino bianco
da porgerti; è il nostro desiderio di bontà.
Questo desiderio è in tutti noi; è desiderio di impegno,
di trasformazione.
Stampa o Signore, stampa in noi qualche cosa di Te.
Trasferisci su di noi qualche cosa di Te, come facesti sul lino
della Veronica.Guarda Signore, questo lino bianco che noi
mettiamo sul tuo volto, nella strada dolorosa della nostra vita;                                                                           è il lino delle nostre speranze, è il lino delle nostre aspirazioni.
Fai anche a noi Signore, quel dono misericordioso che Tu facesti
alla Veronica, sulla strada del Golgota; concedici una immagine di Te,
un riverbero di Te.Solo così, quando saremo caduti e ricaduti,                                                                          noi potremo ancora rialzarci per riprendere il cammino                                        
dietro a te sulle tue orme.Gesù, cade la terza volta
C’era bisogno di una nuova, straziante caduta prima della fine;                               
è la tua terza e ultima caduta.                                                                         
Signore, perdonaci se mentre Tu sei di nuovo a terra pensando
a noi, al contrario noi pensiamo a noi stessi.                                                                                    Perdonaci Signore, se guardandoti non sappiamo pensare a Te,                             
che sei schiacciato a terra con le vesti incollate,                                                  
quelle vesti che fra poco ti saranno strappate di dosso; lacerandoti.
Perdonaci Signore, se soffriamo non per le tue,                                                
ma per le nostre lacerazioni; noi portiamo sempre addosso
qualche cosa che costituisce la pelle, la veste della nostra vita;                                                                                 diamo peso al denaro, all’ambizione, alla professione,                                              
all’apparenza, alla bellezza, al divertimento; diamo peso al
personaggio che ci siamo fabbricato su di noi.
E la vita però ci strappa, momento per momento,                                           
giorno per giorno, anno per anno, questi vestiti che portiamo
addosso e di cui non vogliamo spogliarci; la vita ci strappa
il benessere, ci strappa la salute, ci strappa la serenità,
i sogni e le speranze.
Signore lo sappiamo, noi dovremmo imparare che ciò                                            
che vale non è quello che abbiamo sulla pelle,                                                      
ma quello che è dentro la nostra pelle; anche le piante
hanno dentro la scorza tanto aroma, tanta resina;                            
ma finche rimangono intatte non riescono a dare profumo.
Bisogna che siano incise, bisogna che siano spezzate,                                                  
e allora daranno la loro resina, il loro aroma.
Anche la nostra sorte è quella di essere incisi, di essere spezzati;                          
ma come è duro, Signore!O Signore, lo strappo delle vesti è duro,
Tu lo sai, perché anche le tue vesti si erano attaccate alla carne.
Anche le nostre vesti sono attaccate alla nostra carne.
Signore, strappaci queste vesti, ma non farci tanto male!
Abbi pietà della nostra debolezza!
Fai o Signore, che abbiamo la forza di rialzare le membra dopo                       
ogni strappo, dopo ogni ferita, dopo ogni caduta!
Dacci soprattutto la forza dell’ultima caduta,                                                
la forza di fare ancora un passo, ancora un passo,                                               
quello che ci resta da fare alla fine della nostra vita,                                           
per aprire le braccia sul legno della croce;                                                         
quando potremo dire con Te: “Tutto è compiuto!”.  
SUL GOLGOTA.Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava:                                                                 “Non sei Tu il Cristo? Salva Te stesso e anche noi!”.
Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio e sei
dannato alla stessa pena?                               
Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni,                           
Egli invece non ha fatto nulla di male”.                                                                       
E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno”.
Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con
Me nel Paradiso”. (Luca 23,39-43)
Stavano presso la Croce di Gesù sua Madre, la sorella di sua Madre,               
Maria di Clèofa e Maria di Magdala.
Gesù allora, vedendo la Madre e li accanto a Lei il discepolo che                     
Egli amava, disse alla Madre: “Donna ecco il tuo figlio!”.
Poi disse al discepolo: “Ecco la tua Madre!”. (Giovanni 19, 25-27)
Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio
su tutta la terra.Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “ Elì, Elì, lemà                                                       sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché
Mi hai abbandonato?”.
Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui
chiama Elia”. (Matteo 27, 45-47).
E Gesù disse:  “Tutto è compiuto!”.
E, chinato il capo, spirò.   (Giovanni 19,30).   
Gesù muore sulla Croce!
Quasi nell’indifferenza totale della folla,
Gesù dona la sua vita per noi.
Gerusalemme si prepara per la festa di Pasqua.
Sulla Croce agonizza l’Agnello di Dio.
Per Lui è il supremo passaggio dalla morte alla Gloria.
Con Lui ed in Lui è tutta l’umanità che Lui è venuto a salvare.
In quel luogo detto; “Cranio”, segnato da tre croci,                                           
il mondo si apre alla sua reale liberazione.
È, quasi sfida suprema ai sapienti e ai potenti, il primo che
vince la morte al seguito di Dio Crocifisso è un povero bandito
crocifisso al suo fianco: “Oggi sarai con Me in Paradiso”.
E perché questa immolazione divina, compiuta agli occhi di tutti,                    
segnata nei registri della storia, evidenziasse l’avverarsi della
misteriosa attesa del popolo ebraico, Gesù grida dalla Croce il Salmo 21,                                                                       dove l’Uomo dei dolori, esprime nel pianto la sua fede: “Elì, Elì,
lemà sabcatàni?”…”Dio mio, Dio mio, perché Mi hai abbandonato?”.
E la storia giunge al suo culmine: “Tutto è compiuto!”.
In ogni via Crucis, ai piedi di Cristo che muore,                                                       
vediamo sempre Maria e Giovanni, in piedi,                                                          
in un atteggiamento di muta contemplazione.
La morte è veramente l’avvenimento più terribile e più misterioso                       
che esista, è veramente un momento di tenebra oscura,                                     
che pesa sulla storia dell’umanità.
Non esistono parole in chi piange una morte e,                                                        
non esistono parole davanti alla morte;                                                                
esiste soltanto la muta contemplazione della Parola fatta carne.
Questa Parola è il Cristo che muore.
È soltanto guardando Cristo crocifisso, che noi abbiamo un’introduzione
al mistero della morte; la comprensione piena l’avremo soltanto di là,                                                            quando, abbattuta ogni barriera, potremo contemplare
il Volto di Cristo Risorto.
Ma ora, in questa vita, possiamo pensare soltanto a come vorremmo
morire, a come vorremmo affrontare la nostra morte,                                                          
possiamo pensare soltanto, Signore, a cosa chiederti per la nostra morte.
Signore Gesù, Tu hai guardato quel briciolo di fede                                                 
che sgorgava dal cuore del ladrone che Ti moriva accanto;                                   
hai accolto quel briciolo di fede, quel barlume di desiderio,                                    
e Tu gli hai detto:  “Oggi sarai con Me in Paradiso”.                                                                      
Signore, anch’io ho un briciolo di desiderio,                                                           
anch’io ho un briciolo di fede, anch’io forse,                                                                        
alla fine della mia vita, potrei avere sull’anima mia molte colpe,                           
come il ladro che Ti stava accanto; ma Signore, anche per me
dì quella parola; quella parola che mi spalanca l’eterna felicità
del Paradiso, quell’oggi eterno nel quale contemplerò il tuo
Volto senza misteri; Signore, dì anche a me , nel momento
della mia morte, la parola che Tu hai detto a quel peccatore
che Ti moriva accanto: “Oggi, sarai con Me in Paradiso”…….
E soprattutto dimmi, Signore, la parola che Tu hai detto a Giovanni;                                                      lascia anche a me il dono che Tu gli hai fatto morendo,                               
quando tu hai abbassato il tuo capo sulla scena del Golgota,                               
sulla scena di questo mondo, e hai detto: “Figlio, ecco tua Madre”.
E Maria è stata fissata per l’eternità in questo Amore di Madre,                                  
è stata fissata per sempre, la Mamma del Crocifisso e Mamma nostra.
Fai o Signore, che anche in noi, sulla nostra strada dolorosa,                           
sbocci il pensiero di questa Mamma alla quale Tu ci hai affidato e,                   
fiorisca come motivo di conforto e di speranza incrollabile.
Noi potremo essere crocifissi come Tu fosti crocifisso;                                         
ma Lei ci sarà, Lei sarà ai piedi della nostra croce,                                                        
nel suo muto dolore.
O Cristo morente!
Quando saremo sulla vetta del nostro Calvario,                                                        
sul nostro Golgota, ripeti anche a noi morenti la grande promessa:                             
“Figlio ecco tua Madre!”.Affinché Lei ci prenda in braccio,                                                                              per correre all’abbraccio definitivo con Te,                                                          
nel tuo Amore Misericordioso!
Santa Passione a tutti voi amici e grazie di cuore per le preghiere, Fausto.

Giovedì 28 Marzo 2013

Ciao amici, forse vi chiederete perchè non avete più trovato notizie 
sulla mia pagina, giovedì 21 Marzo di notte stavo scrivendo il Vangelo 
ed il commento per venerdì e mi è piaciuta tanto questa foto con la 
scitta "fidati di Me", avevo dei tremendi dolori al petto e non sapevo 
cosa potessero essere, il giorno successivo mi hanno ricoverato 
d'urgenza la diagnosi; 2 vene completamente chiuse, e la terza messa male, 
dopo la coronoscopia il medico a mia moglie disse; lo abbiamo preso 
per i capelli, gli ha risposto, è ritornato solo mercoledì sera da Medjugorje 
senza apparenti problemi, lui gli risponde: "La Madonna l'ha accompagnato 
a casa, altrimenti nelle sue condizioni non ci arrivava", ringrazio il Signore 
e la Mamma Celeste, ma anche tutte quelle persone che hanno pregato per me, 
questa sera sono ritornato a casa, devo riposare un po poi riprendo, 
domani se ce la faccio metto qualcosa sulla Passione di Gesù, 
buona notte a tutti Fausto.

mercoledì 13 marzo 2013

Abbiamo Papa Francesco.

 Papa Francesco. 
Grandissimo nome, segno dell'umiltà, segno che la Chiesa continua il suo cammino, 
anche stavolta le profezie hanno sbagliato, ma, avete visto nell'immensa folla quanti giovani c'erano? 
ecco la nostra speranza, una cosa bella ci ha chiesto il nuovo Pontefice, pregate per me, 
si preghiamo per te, e per la Chiesa, perchè se lo Spirito Santo ha consigliato i Cardinali a volerti 
come successore di Pietro senz'altro c'è un motivo, questo motivo magari lo capiremo cammin facendo, 
intanto ti sei già spianato la strada, dicendo che domani andrai a pregare la Madonna perchè 
ti aiuti in questo ministero, lo faremo anche noi Sabato quando partiremo per Medjugorje, 
ti affideremo a Maria Regina della Pace perchè possa sostenerti, accompagnarti e guidarti, 





anche tu sei suo figlio, buon Pontificato Papa Francesco, buona serata Fausto.