VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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mercoledì 25 aprile 2012

Con le braccia aperte; (espressione di Madre Speranza

Stabilitasi a Collevalenza,
M. Speranza vi trascorre gli ultimi
anni della sua vita, pur intercalando
i lavori del Santuario ed edifici annessi,
soprattutto nei primi anni,
con frequenti viaggi nelle
comunità che si sviluppano.
In questo momento culminante della sua vita, dice di sentirsi
come una flauta che diffonde la melodia della misericordia,
come un fazzoletto per asciugare le lacrime,
o come la portinaia del Buon Dio che apre le braccia
a tutti per avvicinarli al suo cuore di Padre.
Scrive M. Speranza: “Io, amati figli e figlie,
debbo dirvi che vivo giorni di vera gioia ed emozione…
per il compito che vengo svolgendo in questi
mesi nella casa di nostro Signore,
facendo da portinaia di coloro che soffrono e vengono
a bussare a questo nido d’amore, perché Lui,
come Buon Padre, li perdoni, dimentichi le loro
follie e li aiuti in questi momenti di dolore.
Sono qui, figli miei, ore e ore, giorni e giorni,
ricevendo poveri, ricchi, anziani e giovani,
tutti carichi di grandi miserie; morali, spirituali,
corporali e materiali.
Alla fine del giorno vado a presentare al Buon Gesù,
piena di fede, fiducia e amore, le miserie di ognuno,
con l’assoluta certezza di non stancarlo mai,
perché so bene che Lui, da vero Padre,
mi attende ansiosamente affinchè interceda per
tutti quelli che sperano da Lui il perdono,
la salute, la pace e ciò di cui hanno bisogno per vivere,
e affinchè gli dica in nome di tutti loro, non una,
ma mille volte: “Padre perdonali, dimentica tutto,
sono anime deboli che nell’infanzia non hanno
ricevuto il solido alimento della fede e oggi,
attaccate al pesante fango della natura e sballottate
dal forte vento della corruzione,
precipitano in fondo al mare senza forze per navigare”.
Ed Egli che è tutto Amore e Misericordia,
specialmente verso i figli che soffrono,
non mi lascia delusa e così vedo con gioia confortate
tutte quelle anime che si affidano
all’Amore Misericordioso (circ. del 19-12-1959).
I passi sulla neve!
Con questo atteggiamento M. Speranza,
trascorre gli ultimi anni della sua vita.
Dice che vuol essere come una patata che scompare
sotto terra per dare vita a nuovi figli.
Un giorno d’inverno, quando la terra dorme in
attesa della risurrezione, il Buon Gesù che lei
aveva rubato da piccola senza restituire mai il furto,
viene anche Lui come un ladro,
in punta di piedi, camminando sulla neve bianca
che ricopre le dolci colline dell’Umbria,
e ruba alla terra le membra stanche e consumate
nel servizio di misericordia della sua Speranza;
sono le otto del mattino dell’otto Febbraio 1983.
Era una donna semplice, fragile come una canna,
come la roccia salda.
Era forte come l’amore… Josefa era il suo nome
e Dio la chiamò Speranza.
Fu pane e acqua fresca, fazzoletto per le lacrime,
brezza soave e casa aperta.
Fu mano di Dio per l’uomo e grido dell’uomo a Dio.
Melodia di misericordia nella sua flauta.
I piedi leggeri, lo sguardo profondo e ampio,
le mani sempre aperte e l’orecchio attento.
Sapeva parlare a Dio, fisso lo sguardo nell’Amore Crocifisso.
Sapeva ascoltare l’uomo.
Più che la parola, l’esempio…come una scopa.
Ardeva come una lampada d’argilla; il fuoco tendeva in alto;
l’argilla partiva dal basso, dall’uomo caduto, ferito, abbandonato.
E Dio la chiamò Speranza.

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