VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



Per informazioni e contatti scrivere a:

FAUSTOBERTILLA@GMAIL.COM



CELL. 349/1009626

venerdì 27 aprile 2012

Madre Speranza e le sue Opere

A Collevalenza; quando giunse
Madre Speranza, sul terreno che
sarebbe diventato proprietà della sua
Congregazione, trovò un boschetto
chiamato il “roccolo”, serviva ai
cacciatori per distendervi le reti
con cui catturare le allodole.
Qui, disse Madre Speranza: “Dora in poi il Signore
prenderà le anime”.
Nel 1955, in Collevalenza, dà inizio alla costruzione
del Santuario dedicato all’Amore Misericordioso.
In pochi anni il Santuario con le opere annesse è
divenuto un Centro di spiritualità tutto rivolto
all’annuncio dell’Amore e della Misericordia di Dio.
Madre Speranza: “Benedici Gesù mio, questo Tuo grande
Santuario e fa che sempre vengano a visitarlo dal mondo intero…
Fa, Gesù mio, che tutti gli uomini abbiano la fortuna di poterti
conoscere come Tu sei e che tutti vedano in Te la vera
immagine del Padre del figlio prodigo,
(dalla preghiera per il Santuario di Madre Speranza).
Il 22 Novembre 1981, lo stesso Santo Padre Giovanni Paolo II,
andò “pellegrino” al Santuario dell’Amore Misericordioso e disse:
“Un anno fa ho pubblicato l’enciclica Dives in misericordia..!
Con questa presenza desidero riconfermare in qualche
modo il messaggio di quella enciclica..!
Fin dall’inizio del mio ministero nella sede di San Pietro a Roma,
ritenevo questo messaggio come mio particolare compito”
(dal discorso del Papa all’Angelus, 22-11-1981 a Collevalenza).
L’uomo ha intimamente bisogno di aprirsi alla misericordia
divina, per sentirsi radicalmente compreso nella debolezza
della sua natura ferita; egli necessita di essere fermamente
convinto di quelle parole a voi care e che formano spesso
l’oggetto della vostra riflessione, cioè che Dio è un Padre
pieno di bontà che cerca con tutti i mezzi di confortare,
aiutare e rendere felici i propri figli; li cerca e li insegue
con amore instancabile, come se Lui non potesse essere
felice senza di loro.
L’uomo, il più perverso, il più miserabile ed infine il
più perduto, è amato con tenerezza immensa da Gesù
che è per lui un Padre ed una tenera Madre
(dal discorso del Papa alle Ancelle e ai Figli
dell’Amore Misericordioso 22-11-1981).
È sempre a Collevalenza che Madre Speranza conclude la
sua esistenza terrena all’età di 90 anni, l’8 Febbraio 1983.
La sua tomba è nella Cripta del Santuario.
Ancora oggi, Madre Speranza continua ad essere annuncio
per le migliaia di pellegrini che arrivano da ogni parte.
Davanti a quella tomba, non mi stanco di guardare
al di là di ciò che rappresenta, perché vedo in essa
il simbolo del futuro cammino della Chiesa.
Quella tomba sintetizza mirabilmente il legame tra il
carisma della Madre e la storia dei tempi nuovi.
Arrivando a Collevalenza noi ammiriamo questa grande
Basilica; è bella, è degna della gloria di Dio,
immagine della Chiesa protesa verso il Cielo,
dove gli uomini vanno e vengono in gran numero,
è accogliente, aperta al mondo, nuova,
nella quale tutti si sentono come in famiglia, accolti
dai figli e dalle ancelle dell’Amore Misericordioso,
attraverso un servizio sorridente e delicato.
Ammiriamo questo tempio, questo trionfo, 
 non ci rendiamo conto di che cosa sta succedendo
nella Cripta; che per definizione, si intende il luogo
più nascosto, più basso di tutto l’edificio.
Nella Cripta, nel luogo più nascosto, due metri di terreno
si sollevano, così come il chicco di grano che, gettato in terra,
la smuove e la solleva per dare il suo frutto;
così la tomba di Madre Speranza, un pezzo di terreno
si solleva per dare il suo frutto a tutta l’umanità.  

mercoledì 25 aprile 2012

Con le braccia aperte; (espressione di Madre Speranza

Stabilitasi a Collevalenza,
M. Speranza vi trascorre gli ultimi
anni della sua vita, pur intercalando
i lavori del Santuario ed edifici annessi,
soprattutto nei primi anni,
con frequenti viaggi nelle
comunità che si sviluppano.
In questo momento culminante della sua vita, dice di sentirsi
come una flauta che diffonde la melodia della misericordia,
come un fazzoletto per asciugare le lacrime,
o come la portinaia del Buon Dio che apre le braccia
a tutti per avvicinarli al suo cuore di Padre.
Scrive M. Speranza: “Io, amati figli e figlie,
debbo dirvi che vivo giorni di vera gioia ed emozione…
per il compito che vengo svolgendo in questi
mesi nella casa di nostro Signore,
facendo da portinaia di coloro che soffrono e vengono
a bussare a questo nido d’amore, perché Lui,
come Buon Padre, li perdoni, dimentichi le loro
follie e li aiuti in questi momenti di dolore.
Sono qui, figli miei, ore e ore, giorni e giorni,
ricevendo poveri, ricchi, anziani e giovani,
tutti carichi di grandi miserie; morali, spirituali,
corporali e materiali.
Alla fine del giorno vado a presentare al Buon Gesù,
piena di fede, fiducia e amore, le miserie di ognuno,
con l’assoluta certezza di non stancarlo mai,
perché so bene che Lui, da vero Padre,
mi attende ansiosamente affinchè interceda per
tutti quelli che sperano da Lui il perdono,
la salute, la pace e ciò di cui hanno bisogno per vivere,
e affinchè gli dica in nome di tutti loro, non una,
ma mille volte: “Padre perdonali, dimentica tutto,
sono anime deboli che nell’infanzia non hanno
ricevuto il solido alimento della fede e oggi,
attaccate al pesante fango della natura e sballottate
dal forte vento della corruzione,
precipitano in fondo al mare senza forze per navigare”.
Ed Egli che è tutto Amore e Misericordia,
specialmente verso i figli che soffrono,
non mi lascia delusa e così vedo con gioia confortate
tutte quelle anime che si affidano
all’Amore Misericordioso (circ. del 19-12-1959).
I passi sulla neve!
Con questo atteggiamento M. Speranza,
trascorre gli ultimi anni della sua vita.
Dice che vuol essere come una patata che scompare
sotto terra per dare vita a nuovi figli.
Un giorno d’inverno, quando la terra dorme in
attesa della risurrezione, il Buon Gesù che lei
aveva rubato da piccola senza restituire mai il furto,
viene anche Lui come un ladro,
in punta di piedi, camminando sulla neve bianca
che ricopre le dolci colline dell’Umbria,
e ruba alla terra le membra stanche e consumate
nel servizio di misericordia della sua Speranza;
sono le otto del mattino dell’otto Febbraio 1983.
Era una donna semplice, fragile come una canna,
come la roccia salda.
Era forte come l’amore… Josefa era il suo nome
e Dio la chiamò Speranza.
Fu pane e acqua fresca, fazzoletto per le lacrime,
brezza soave e casa aperta.
Fu mano di Dio per l’uomo e grido dell’uomo a Dio.
Melodia di misericordia nella sua flauta.
I piedi leggeri, lo sguardo profondo e ampio,
le mani sempre aperte e l’orecchio attento.
Sapeva parlare a Dio, fisso lo sguardo nell’Amore Crocifisso.
Sapeva ascoltare l’uomo.
Più che la parola, l’esempio…come una scopa.
Ardeva come una lampada d’argilla; il fuoco tendeva in alto;
l’argilla partiva dal basso, dall’uomo caduto, ferito, abbandonato.
E Dio la chiamò Speranza.

lunedì 23 aprile 2012

Madre Speranza, la sua vita impregnata nell'amare Dio e il prossimo

Madre Speranza un impegno d'amore.
La sua grande maternità porta
Madre Speranza, fin dall’inizio
della sua opera, ad una attenzione
ai fratelli più bisognosi,
nel corpo e nello spirito.
Ricordiamo, brevemente, le principali realizzazioni.
Nel 1930, in obbedienza alla volontà di Dio, fonda in
Madrid le Suore Ancelle dell’Amore Misericordioso,
affinchè avessero svolto la loro missione con i più
poveri ed abbandonati.
Dagli scritti di Madre Speranza: “Compresi che il buon
Gesù voleva che si realizzasse la fondazione dedicata
alle Ancelle dell’Amore Misericordioso per aprire collegi
dove educare orfani, poveri, figli di famiglie numerose
e delle classi più modeste della società, queste ultime
contribuendo al sostentamento dei loro figli in
misura delle loro forze.
Ed inoltre collegi per i bambini e le bambine anormali,
ed anche case per anziani e ospedali per ogni classe
di necessità, evitando in questi collegi tutto quello che
possa avere l’aspetto di ricoveri e che noi religiose
prendiamo lo stesso cibo dei bambini, evitando così
la cattiva impressione che produce nei bambini vedere
che noi, le religiose, mangiamo diversamente
e molto meglio di loro.
Compresi, inoltre, che in questi collegi i bambini
debbono ricevere una solida educazione e che
quelli che per la loro intelligenza fossero capaci,
possano continuare gli studi superiori…, perché questo,
generalmente, non è possibile ai poveri,
tanto meno in Spagna, dove la educazione
dei poveri è abbastanza abbandonata,
(dal Diario della Madre, Maggio 1929).
La Congregazione ha in pochissimi anni un fiorente sviluppo.
Nel Gennaio del 1935 il Vescovo di Vitoria
(Spagna) erige la fondazione delle Ancelle
dell’Amore Misericordioso in Congregazione
di diritto diocesano.
Nell’Aprile del 1936 Madre Speranza viene in Italia,
a Roma e apre una nuova casa in via Casilina, dove,
durante la seconda guerra mondiale, si prodiga in tutti
i modi per soccorrere feriti, aiutare perseguitati politici
e sfamare ogni giorno centinaia e centinaia di persone.
Il 15 Agosto 1951 Madre Speranza fonda la
Congregazione dei figli dell’Amore Misericordioso,
il cui fine principale è promuovere l’unione
fraterna con i sacerdoti, essendo essi destinatari
e ministri della misericordia di Dio.
Una Congregazione con lo scopo di annunciare
l’Amore Misericordioso e di essere di aiuto
ai sacerdoti del clero secolare.
Madre Speranza: “Tra le tante opere di carità
da realizzare a favore dell’umanità, la principale
è per loro l’unione con i sacerdoti diocesani.
Uniti ad essi come fratelli, eserciteranno con
entusiasmo e solo per amore al Signore tutte
le altre opere”. (dal libro delle usanze dei FAM).
Il 18 Agosto 1951, per disposizione della divina
provvidenza, si trasferisce con alcuni figli e figlie
a Collevalenza, una frazione del comune di Todi (PG),
dove inizia le sue innumerevoli attività.

sabato 21 aprile 2012

IMPARANDO AD AMARE

Questi primi anni della vita religiosa di
Madre Speranza, sono contrassegnati
da una serie di prove e sofferenze fisiche
e morali, attraverso le quali, come dirà lei
stessa, Dio va scalpellando il suo legno per prepararla alla missione che l’attende.
Impara la scienza dell’amore rendendosi disponibile
come una scopa, fissando lo sguardo nella Passione e Croce
di Gesù e venendo incontro alle sofferenze dei poveri.
Nel Natale del 1927 avviene un episodio decisivo per
capire il piano di Dio su di lei.
Madre Speranza forma parte di una comunità ubicata in Calle Toledo,
a Madrid in una casa che non appartiene alla Congregazione delle Clarettiane ma ad un’Associazione di Signore Cattoliche.
La M. Speranza prepara, con l’aiuto della Provvidenza,
un pranzo per circa 400 poveri che, affamati, riempiono la casa.
Una signora dell’Associazione arriva in quel momento; e molto
dispiaciuta e sostenuta mi chiede: “Chi ha dato il permesso di far
entrare tutta questa gente a sporcar tutto?—No signora,
non sono venuti a sporcare ma a mangiare,
perché oggi è Natale anche per loro!—Si guardi bene
dal portare un’altra volta tutta questa gente in casa; questo lo
potrà fare quando la casa sarà sua”.
E partì. Io andai di nuovo in cappella dal Signore e sentii che
Lui mi diceva: “Speranza, dove non possono entrare i poveri,
non ci devi entrare neanche tu.
È ora di partire da questa casa!—Signore, e dove devo andare?”.
Il Buon Gesù, come lei lo chiamava, la va preparando alla missione
che l’attende.
Collabora con il domenicano P. Arintero nella diffusione della
spiritualità dell’Amore Misericordioso, antica come il Vangelo.
In quest’epoca il Signore la unisce misteriosamente alla sua Passione e
le fa sperimentare intensamente il suo amore perché lo comunichi a tutti.
Scrive Madre Speranza: “Oggi, 5 Novembre del 1927, mi sono distratta, cioè ho passato parte della notte fuori di me e molto unita al Buon Gesù,
e Lui mi ha detto che io devo fare in modo che gli uomini lo conoscano, non come un Padre offeso per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre buono che cerca con tutti i mezzi il modo di confortare,
aiutare e far felici i suoi figli, e che li segue e li cerca con amore instancabile come se non potesse essere felice senza di loro”.
Il discernimento prosegue, tra prove e incomprensioni,
finche nella notte di Natale del 1930, a Madrid, in una stanzina
affittata e nella povertà più grande, fonda, insieme ad altre tre Suore,
la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso.
Povere come Gesù a Betlemme, mangiano un po’ di zuppa di cavoli, dormono per terra, appoggiando la testa sull’unico materasso che hanno,
ma sono piene di gioia ed entusiasmo.
Scrive M. Speranza: “Compresi che il buon Gesù voleva che si
realizzasse la fondazione dedicata alle Ancelle dell’A.M. per aprire
collegi dove educare orfani, poveri, figli di famiglie numerose e delle
classi più modeste della società.  

venerdì 20 aprile 2012

E Dio la chiamò Speranza

Lo sbocciare di una nuova vita; il profumo inebriante
dell’azahar, il fiore di limone della huerta murciana,
forse tornò a farsi sentire, anche se non era il tempo,
quel 30 Settembre del 1893, in cui vide la luce
la piccola Josefa Alhama Valera.
Così venne chiamata, il giorno del suo battesimo,
quella che sarebbe stata Madre Speranza di Gesù.
La prima di nove fratelli, di famiglia poverissima, nasce
in un’umile baracca del Siscar, nel comune di Santomera,
in provincia di Murcia (Spagna).
Il papà, Josè Antonio, è operaio agricolo, ma il lavoro è poco,
in una terra ora riarsa dal sole del levante, con scarsa
irrigazione in quell’epoca, ora inondata da catastrofiche
alluvioni che quasi sempre mietono vittime umane.
Josefa cresce vivace e intelligente, giocherellona e birichina come tutti i bambini.
Verso i sette anni è introdotta in casa del parroco di Santomera dove viene
educata e istruita dalle due sorelle di lui, perché essendo povera non poteva
avere un’istruzione regolare come avevano i figli dei benestanti.
Verso i nove anni, desiderosa di ricevere Gesù nel suo cuore
(all’epoca la prima comunione veniva fatta all’età di 12 anni),
una mattina che celebra la S. Messa un sacerdote venuto da fuori,
ne approfitta per “rubare” Gesù e inizia un rapporto
d’intimità con Lui che durerà tutta la vita.
La chiamata e la partenza!
Nel fiore dell’età giovanile, và crescendo in lei il desiderio di dedicare tutta la
sua vita all’amico Gesù e alla gente povera e bisognosa che conosce bene.
Desiderosa di capire la volontà di Dio, si avvicina ai luoghi della sofferenza umana,
ma il discernimento non è facile.
Un fatto raccontato da Madre Speranza: “Passando con la Suora incaricata
per una corsia dell’ospedale, avevo notato un pover’uomo in fin di vita,
ormai con il rantolo e che soffriva tanto…!
Lo indicai alla Suora pensando che ella non se ne fosse accorta…,
la Suora si avvicinò al letto del moribondo e con il lenzuolo gli coprì la faccia..,e partì.
Io ne restai tanto scossa e provavo tanta pena per quell’uomo che soffriva;
la Suora se ne accorse e mi disse; vedrai che anche a te
con il tempo ti si farà il cuore duro!
E io risposi; mi basta questo, prima che mi si faccia il cuore duro,
io me ne vado”.
All’età di 21 anni, si decide a fare il posso; è il 15 Settembre 1914,
festa di S. Teresa d’Avila, che esercita su di lei un’enorme attrazione.
Madre Speranza: “Partii dalla casa paterna con il grande desiderio
di arrivare ad essere santa, di assomigliare un po’ a S Teresa,
che era coraggiosa e non aveva paura di niente…!
Volevo essere come lei e così uscii di casa quel giorno,
lasciando mia madre nel letto del dolore e senza speranza di rivederla—
“Figlia mia, perché non aspetti?”—mi chiese:--“Madre, domani è S. Teresa
e io vorrei diventare grande santa come lei, e che mi aiuti
a seguire il Signore come essa lo seguì”.
E mia madre che era molto buona mi disse—“Figlia mia,
il Signore ti benedica, e se io muoio prega per me”.
Entra a Villena, tra le Figlie del Calvario, nell’ultimo convento
poverissimo di una comunità in via di estinzione.
Qui, al momento della sua professione religiosa, riceve il nome di Speranza.
Le Figlie del Calvario, si uniscono poi, all’Istituto delle Missionarie Clarettiane,
dedite all’insegnamento.
Anche Madre Speranza entra a farne parte.

giovedì 19 aprile 2012

La storia de Madre Speranza e del Santuario dell'Amore Misericordioso

Visto le molteplici richieste di conoscere le opere
dell'Amore Misericordioso, Santuario di Collevalenza (PG).
Cercherò nelle mie possibilità di elencarvele, dovrete avere
un po di pazienza, le metterò quì e sul mio blog www.noifiglidimadresperanza.blogspot.com un po ogni giorno.

Madre Speranza, nella sua vita un cammino di misericordia.

La Bibbia e la storia della Chiesa ci dicono che lo
Spirito Santo concede continuamente e gratuitamente
carismi o doni straordinari ad uomini e donne per il
bene dell’umanità, secondo le necessità dei tempi.
Una di queste persone è stata Madre Speranza di Gesù,
realizzatrice del Santuario dedicato
all’Amore Misericordioso del Signore.
Madre Speranza è nata il 30 Settembre 1893 a Santomera (Murcia) nel sud della Spagna.
Nel 1914 entra tra le suore Figlie del Calvario, Istituto aggregato
più tardi alle Clarettiane.
Da questa Congregazione ella uscirà nel 1930,
chiamata dal Signore a fondare una nuova Famiglia Religiosa.
Col passare degli anni in Madre Speranza si nota con crescente gradualità il dono
di una particolare conoscenza ed esperienza della misericordia di Dio;
conoscenza che le viene non tanto da libri o maestri,
quanto direttamente dall’intimità con il Buon Gesù,
come lei usava familiarmente chiamarlo.
Nella misura in cui Madre Speranza viene a conoscere i misericordiosi
atteggiamenti di Dio verso l’uomo peccatore, cresce forte in lei il desiderio
di annunciare a tutti che Dio è un Padre che attende il figlio prodigo per riabbracciarlo
e fargli festa, il Buon Pastore che cerca la pecora smarrita, la ritrova, se la pone
sulle spalle e, pieno di gioia, la riporta all’ovile.
Il Buon Gesù mi diceva che debbo arrivare a far si che gli uomini lo conoscano,
non come un padre offeso e disgustato per le ingratitudini dei suoi figli; né come
giudice severo e duro pronto a condannarli ed infliggere loro un castigo,
ma come un amato Padre, pieno di amore e di misericordia, il Quale non tiene
in conto le miserie dei suoi figli, ma le perdona e le dimentica!
Dagli scritti di Madre Speranza.
In questa missione di far conoscere l’infinito amore di Dio per gli uomini,
Madre Speranza è apostola instancabile con la vita,
con gli scritti e con varie Opere.
Anima di grandi desideri, era stata chiamata a far cose grandi,
mirava non solo a far sentire nella sua persona la divina presenza,
ma a comunicare agli altri una volontà sincera d’esser migliori.
Nel nascondimento e nel silenzio ella si è realizzata
nella totalità della sua vita.
È stato detto che noi ci realizziamo soprattutto
amando e servendo gli altri.
E diveniamo perciò più veri, più ricchi, più felici.
Così si è realizzata la Madre Speranza.
Non c’è briciola della sua vita che sia cascata per
terra e sia andata perduta.
Tutto in lei e di lei è stato vissuto e offerto in olocausto per il mondo,
per la Chiesa, in particolare per i sacerdoti.
Tutto è stato offerto e come assorbito dall’Amore Misericordioso.
Pensiamo alle lunghe ore passate giorno dopo giorno in quella saletta del piano terreno
(a Collevalenza), pronta a ricevere tutti per ascoltare e dire a ognuno una parola di fede,
di fiducia, di carità materna; si può chiamare quella cameretta una vera clinica delle anime,
perché di lì nessuno usciva com’era entrato.

Dio Padre ci cerca continuamente.

Dio cerca con tutti i mezzi la felicità
degli uomini suoi figli;
tutto nella vita per sua volontà converge a
Lui e può essere occasione per incontrare Lui.
Dio non vuole né permette alcuna cosa che
non sia per il nostro bene.
Tutto viene dalla mano di Dio, nostro Padre,
che è degno di essere
amato sia quando permette il dolore che
quando manda la gioia.
Madre Speranza di Gesù.

mercoledì 18 aprile 2012

La Croce segno di Speranza

Gesù, con la sofferenza della Sua Croce e del Suo martirio,
merita per tutti gli uomini la possibilità
di purificare le loro anime.
“Annegami tutto nell’abisso del tuo amore e della
tua misericordia e rinnovami con il preziosissimo
Sangue con il quale mi hai riscattato”.
La croce parla al credente della speranza che
poggia sulla certezza di Cristo Risorto.
Il nostro povero cuore non ama che a tratti,
Gesù invece non ha cessato neppure per un
attimo di pensare a noi e il suo amore veglierà
ininterrottamente su di noi per tutto il tempo della nostra vita.
Egli non viene meno, non si stanca, perdona, non conta.
Madre Speranza di Gesù.

lunedì 16 aprile 2012

Il gesto d'amore di Gesù Cristo

Non solo il momento della Passione e della Morte,
ma tutta la vita di Gesù è stata un atto di amore
sacrificale per la nostra salvezza.
“Non ti allontanare mai da me, Signore,
perché non mi succeda di allontanarmi mai
da te o di dimenticarti o che non pensi sempre solo in Te;
fin da adesso io voglio che il mio cuore e
la mia mante siano sempre fissi in Te.
Desidero soffrire, lavorare e morire amandoti,
però Tu resta sempre accanto a me”.
Con questo lui non ci lascerà soli un momento;
anche la sera, andando a prendere riposo,
è bene invitare Gesù a restare con noi.
Madre Speranza di Gesù.

lunedì 2 aprile 2012

Messaggio della Madonna a Medjugorje dato a Mirjana il 2 Aprile 2012

Cari figli, come Regina della pace desidero dare a voi,
miei figli, la pace, la vera pace che viene attraverso il
Cuore del mio Figlio Divino.
Come Madre prego che nei vostri cuori regni la sapienza,
l’umiltà e la bontà, che regni la pace, che regni mio Figlio.
Quando mio Figlio sarà il Sovrano nei vostri cuori,
potrete aiutare gli altri a conoscerlo.
Quando la pace del cielo vi conquisterà, coloro che
la cercano in posti sbagliati e così danno dolore al mio
Cuore materno la riconosceranno.
Figli miei, grande sarà la mia gioia quando vedrò
che accogliete le mie parole e che desiderate seguirmi.
Non abbiate paura, non siete soli.
Datemi le vostre mani ed io vi guiderò.
Non dimenticate i vostri pastori. Pregate che nei pensieri siano sempre con mio Figlio,
che li ha chiamati affinché lo testimonino. Vi ringrazio