VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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sabato 13 agosto 2011

Una Parola che scuote.

Ancora una settimana, amici,
poi partiremo per Medjugorje.
In questo pellegrinaggio non mi stancherò di dire che,
ci dovremo andare con le mani vuote, senza niente,
perché dobbiamo solo ricevere.
Non dobbiamo andarci con la lista della spesa per le
grazie da chiedere e nemmeno urlare le nostre
disperazioni, ma nell’umiltà più assoluta,
in questo ci aiuta questa Domenica proprio
il Signore attraverso il Vangelo.
Gesù si è rifugiato nel sud dell’attuale Libano,
la regione di Tiro e Sidone,
per fuggire la tensione che cresce intorno a Lui,
e qui è ambientato il durissimo Vangelo di oggi.
Una donna—sofferente per la figlia ammalata—chiede
un miracolo al Figlio di Davide il quale,
letteralmente, non le rivolge neppure la parola…!
Una durezza confermata dal giudizio dato dagli apostoli,
preoccupati dalla sceneggiata fatta dalla donna.
L’insistenza però è vincente;
la donna si butta ai piedi di Gesù e chiede aiuto.
La frase di Gesù, però è raggelante:
“Non è bene gettare il cibo dei figli in pasto ai cani”.
Un Gesù maleducato, quello che oggi ci presenta Matteo?
Un Gesù razzista che pensa—come i suoi
contemporanei—che i non ebrei siano “cani?”.
No, amici, leggete bene, ve ne prego.
Come altrove nel Vangelo (Simone il fariseo, la samaritana…),
Gesù sta per darci una magistrale lezione
su come far crescere le persone.
La cananea si avvicina a Gesù sbraitando,
invocando una guarigione;
non le importa nulla di chi sia veramente Gesù,
non è sua discepola, vuole solo il miracolo del guru di turno.
Il Maestro non le rivolge neppure la parola,
la sua durezza, però, è voluta.
La donna insiste.
Alla fine, esausta, si mette ai piedi del
Signore e chiede solo più aiuto..!
Non impone più al Signore i termini dell’intervento
(voglio che accada questo),
ma esprime un generico e più autentico bisogno di aiuto.
La frase del Signore—durissima—è
uno schiaffo in pieno volto:
“Bel cane che sei, non t’interessi di me,
non segui la mia Parola, solo vuoi un miracolo,
Io, prima devo occuparmi dei miei discepoli”.
Così noi, spesso.
Ci avviciniamo a Dio, che regolarmente ignoriamo,
quando qualcosa non funziona,
quando abbiamo dei bisogni.
Lasciamo la nostra fede in uno stato di
penosa sopravvivenza e poi,
quando la vita ci chiede un qualche conto,
ecco i ceri che si accendono e le
devozioni che si moltiplicano.
Quando non cadiamo nel ricatto:
“Dio, se esisti, fa che succeda questo…!”.
E Dio tace, non ci rivolge neppure la parola.
Se, però, insistiamo, attenti, potremmo sentirci
dire la stessa frase del Vangelo: “Bella faccia che hai,
te ne freghi di me e ora invochi un miracolo!”.
Come avremmo reagito noi al posto della cananea?
Io mi sarei offeso e me ne sarei andato.
La donna cananea no, riflette.
La guancia ancora le fa male,
mette da parte il suo amor proprio e confessa:
“Hai ragione, Signore, hai ragione;
sono proprio un cane, vengo da te
solo ora che ne ho bisogno.
Ti prego, però, fai qualcosa”.
Me lo vedo il volto duro di Gesù che
si scioglie in un accogliente sorriso:
“Risposta giusta, questa volta,
la tua fede ora produce miracoli!”.
Che bello, amici!
Non sempre chi ti accarezza ti ama,
non sempre chi ti fa dei complimenti desidera il tuo bene.
A volte, il Vangelo di oggi lo dimostra,
anche uno schiaffo ci richiama a verità.
Attenzione allora, quando ci rivolgiamo
al Signore per chiedere,
guardiamo prima se ne siamo degni,
e magari facciamolo senza fanatismo,
senza imposizioni, ma con umiltà e non
solo quando ne abbiamo estremamente bisogno.
Ecco è questo il nostro problema,
ci ricordiamo del Signore, solo quando serve,
Lui non vuole richieste a gettone,
non è una macchinetta per il caffè, no,
Lui desidera la nostra amicizia sempre, nel bene e nel male.
Coraggio, non facciamo i cagnolini, ma cerchiamo
di essere persone innamorate di Lui.
Santa domenica a tutti con affetto Fausto.

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