VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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sabato 20 agosto 2011

Rivelati a noi stessi.

Qualcuno di noi ogni anno compie un pellegrinaggio,
per qualcun altro magari è il primo vero e importante.
Ma io vorrei chiedere, perché questo
pellegrinaggio così lungo e lontano dalle nostre case,
ci siamo posti il perché?
Se Gesù adesso fosse qui presente e ci chiedesse,
perché fai tutto questo?
Sapremo dare una risposta sicura,
come ha fatto Pietro?
Come sapete, siamo in viaggio per Medjugorje,
e alle persone che sono con noi oggi farò queste domande
che sono inerenti al Vangelo di questa Domenica.
Ogni anno, puntuale, ritroviamo nel nostro
itinerario la pagina di Cafarnao,
il momento più importante dell’avventura degli Apostoli,
il momento in cui il Signore li invita a fare il punto
della successione delle cose che li ha coinvolti.
E noi, perché seguiamo Gesù?
Perché, come loro, siamo rimasti affascinati
dalle sue parole che sono spirito e vita?
E, soprattutto, chi è questo Gesù per noi?
Ogni anno, a questo punto,
il Signore ci chiede di non dare nulla per scontato,
anzi insiste perché, nel silenzio della preghiera,
ricollochiamo nella nostra vita la sua presenza.
Gesù non fa un sondaggio d’opinioni tra i suoi,
non vuole avere notizie sulla sua fama diffusa,
ma ci pone, tagliente, la domanda:
“Dì, e per te che cosa rappresento?”.
Come domenica scorsa con la cananea,
è il passaggio dalle discussioni teoriche
alla messa in discussione di noi stessi.
La cananea contestava la divinità che,
a suo parere, doveva esaudirla.
Gesù, duramente, la portava a interrogarsi sulla
sua (limitata) visione di Dio.
Oggi compiamo un altro passo;
che idea ha la gente di Gesù?
Se ne parla, spesso; nessun personaggio
della storia ha suscitato tante discussioni.
Non restiamo, però, nel vago, non facciamo salotto,
schieriamoci, prendiamoci da parte e lasciamo
che la bruciante domanda del Rabbì ci perfori il cuore;
chi è davvero Gesù di Nazareth per me?
Un grand’uomo del passato?
Una distratta divinità a cui rivolgermi?
Un amico da contattare quando le cose non funzionano?
Pietro si schiera; Egli è l’atteso;
anche se quest’affermazione deve ancora portare
a conversione Pietro, che ancora s’immagina un
Messia trionfante, un Dio vittorioso…!
Questa è la domenica della scelta.
O della ri-scelta che continuamente
siamo chiamati a compiere, dell’incontro
con lo sguardo del Nazareno—vivo—che
ci chiede adesione al suo progetto di vita.
Nel dialogo fra Simone e Gesù scopriamo un altro
importante aspetto della nostra vita interiore.
Simone, alla provocazione del Maestro,
dice a Gesù: “Tu sei il Cristo”,
che significa: “Tu sei il Messia che aspettavamo”,
una professione di fede bella e
buona e decisamente ardita.
Ardita, non mi stancherò di ripeterlo,
perché Gesù non risponde ai canoni del Messia atteso;
in Lui non c’è ardente patriottismo né regalità
né comportamenti regali e strabilianti.
Al contrario; Gesù usa toni pacati, quasi dimessi,
che danno un’interpretazione nuova del mistero di Dio.
Pietro fa un salto di qualità determinante nella sua vita,
un riconoscimento che gli cambierà la vita.
Gesù gli risponde: “Tu sei Pietro”.
Coraggio allora, anche noi come Pietro,
diamo una risposta convincente al Signore,
eccomi Signore, voglio seguirti,
perché so che solo tu mi indicherai
la strada della santità.
Una Santa Domenica a tutti voi,
con una preghiera da Medjugorje.

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