VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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domenica 17 luglio 2011

Pazienza, operai del campo.

Noi abbiamo sempre tanta fretta,
troppa per essere tranquilli,
sempre affannati, sempre pronti a
scaricare la nostra impazienza sugli altri.
Prendiamoci un attimo di tregua e cominciamo a pensare
perché Dio lascia crescere la zizzania con il grano.
La zizzania è una terribile erba infestante
che si arrampica e soffoca la pianta buona
e—dice la parabola—grano buono
ed erba malvagia crescono insieme,
convivono, devono spartirsi il terreno.
La saggezza del padrone ci stupisce;
rimanda a casa propria gli zelanti servi
che vogliono un bel prato all’inglese,
devotamente motivati a strappare la zizzania;
abbiate pazienza, dice il padrone,
per non correre il rischio di strappare il
grano buono nella foga risanatrice.
Parabola luminosa, evidente, quella di oggi;
la Parola seminata domenica scorsa cresce
spartendo il campo con la tenebra,
l’oscurità, la zizzania, appunto.
È l’esperienza che tutti i figli della luce alla fine fanno;
dopo duemila anni di Vangelo, talora,
proprio nei paesi tradizionalmente cristiani,
l’erba malvagia sembra soffocare l’annuncio di salvezza.
A parole tutto funziona,
ma nei fatti dobbiamo arrenderci all’evidenza;
nonostante Cristo ci abbia salvato,
l’uomo stenta a imparare.
Non cadete nella consueta lamentazione di noi pii
cattolici incompresi dal mondo malvagio, eccetera…!
La salvezza è cosa seria e il Maestro Gesù sa che
la luce e la tenebra si affrontano e i
figli della luce combattono le tenebre.
Ma è che le tenebre fanno più rumore.
Sfogliate qualche quotidiano e vedrete
litanie di fatti orribili, leggerete del punto
di non ritorno di molte situazioni,
di raccapriccianti fatti di cronaca,
di situazioni d’ingiustizia all’apparenza insanabili;
bene; voltate pagina e vedrete l’ultima notizia di gossip,
la pubblicità del nuovo ritrovo per restare in
forma venduto a caro prezzo, come se niente fosse.
Sangue e creme di bellezze, tragedie e amenità;
il nostro mondo ci abitua a ogni orrore.
Non c’è che una cosa peggiore del male;
abituarsi ad esso, renderlo quotidianità,
cui non sappiamo opporci, fingere d’ignorarlo,
pensare che fra luce e tenebre—forse—in
fondo è meglio vivere in un bel nebbione.
In equilibrio fra il delirio di onnipotenza per
cui il male è sensazione oggettiva,
e un veteromoralismo che rende noi cristiani
rabbiosi farisei, la Parola di Dio squarcia
le tenebre con un’idea immensa; pazienza.
Pazienza, figli del Regno,
pazienza, lasciate fare a Dio il suo mestiere.
Pazienza, discepoli del Maestro, viviamo tempi bui,
in cui la ragione e la fede devono farsi strada
con fatica in mezzo all’indifferenza e all’insignificanza.
Pazienza, discepoli del Nazareno, la guerra è già vinta,
il giorno è avanzato, la verità—immensa—come
torrente sotterraneo sta raggiungendo il mare.
Io credo questo, amici, sul serio;
credo che il Regno avanzi.
Mi stupisco nel crederlo,
mi commuovo davanti al silenzioso grano che cresce
nello sguardo di chi ama, nel gioco puro del bambino,
nel gesto generoso di chi—in nome e per conto del Rabbì,
Figlio di Dio—pone gesti di luce nelle tenebre fitte.
Pazienza, discepoli di colui che è venuto a portare il fuoco,
pazienza nelle nostre povere e
poco credibili comunità parrocchiali,
pazienza nel vedere—nude—le fragilità
dei nostri compagni di viaggio,
pazienza quando un connaturale istinto di
superiorità ci fa giudicare—con piglio tutto devoto—
i fratelli che ancora (e sempre) misurano la loro debolezza.
e—infine—pazienza con te stesso, fratello che leggi.
Sappiamo bene che la voglia di dividere
il mondo in buoni (noi) e cattivi (gli altri)
ha portato i discepoli su orribili
sentieri di violenza, in passato.
Guardiamo dentro di noi la zizzania
(chiamiamola per nome!) e guardiamo
al grano buono seminato dal Signore.
Pazienza, amici, se vi sembra che troppe tenebre
ancora rovinino la vostra vita; avete tutta la vita
davanti per imparare a vivere e per diventare discepoli.
Pazienza, se pensavi di essere un marito migliore,
un papà migliore, un figlio migliore, un compagno migliore;
talvolta la bruciante esperienza del limite
(Pietro insegna) ci spalanca la diga della misericordia.
E ci rende simili a questo saggio padrone del campo.
Amici credo che per imparare la lezione di Gesù,
bisogna farsi prossimo talvolta anche con quelle persone
inopportune e secondo noi cattive e irritanti,
magari nel profondo del loro cuore hanno
un’animo buono, è che non lo sanno,
aiutiamole a scoprirlo, non condanniamo
per quel che vediamo, non sempre è solo zizzania.
Animo, allora, armiamoci di pazienza,
non facciamo di tutta l’erba un fascio,
magari per una volta il maligno ha sbagliato semente.
Santa Domenica amici,
vi ricorderemo durante la preghiera nel
nostro incontro che abbiamo in questa domenica,
con affetto Fausto

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