VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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domenica 10 luglio 2011

Il Seminatore uscì a seminare.

Carissimi amici, Gesù ci dice che bisogna seminare
la sua Parola, farla arrivare dappertutto senza guardare
dove seminiamo, senza chiederci se ne vale la pena;
l’importante è lanciare il messaggio.
Ecco, il seminatore uscì a seminare.
Il Signore vuole riflettere insieme con i suoi numerosi
ascoltatori sul modo, sullo stile di accogliere la Parola.
Quante volte, vi è stato detto che la Parola,
è spada che ci perfora il cuore, che ci schiude nuovi
orizzonti perché Parola diversa, ispirata, ricolma di Dio.
Eppure, che mistero!
Dio parla e l’uomo stenta ad ascoltare.
Credo che pochi di voi si ricordino della Parola
che abbiamo udito domenica scorsa.
Difficile da ricordare vero?
Eppure quella era la Parola che avrebbe dovuto
illuminare la nostra settimana!
Questa Domenica il seminatore,
che è Gesù, esce a seminare.
C’immaginiamo il gesto ampio e solenne del seminatore,
che non ha paura di gettare il seme con abbondanza,
fin sull’asfalto, nella speranza che buchi
la crosta dura del nostro cuore.
Così è Dio; esagera sempre.
Non gli importa la stretta logica del guadagno,
compie gesti insensati, getta con generosità la Parola,
sperando che faccia breccia nel
ghiaccio che avvolge la nostra vita.
Gesù analizza i risultati della semina.
Il primo risultato è disastroso;
il Signore semina sulla strada e il seme
non riesce neppure a sopravvivere,
perché arrivano gli uccelli e lo mangiano.
Il Signore stesso ne dà l’interpretazione;
gli uccelli sono il maligno che non vuole correre
il rischio che la Parola buchi l’asfalto della
nostra indifferenza e della nostra abitudine.
Il suo metodo? Semplice;
il pregiudizio (sono tutte cose inventate dai preti…),
l’arroganza (sono bastante a me stesso…),
l’indifferenza (ho altro a cui pensare…),
e così ci perdiamo la vita vera.
La seconda categoria di persone raggiunte dalla
Parola sono gli entusiasti un po’ incostanti.
Quanti ne ho incontrati!
Sono quelli che, raggiunti dalla Parola,
ne restano affascinati, soprattutto emotivamente.
Di solito si avvicinano alla fede attraverso un’esperienza forte;
un pellegrinaggio, un ritiro, un gruppo, ma,
appena fuori dall’ambiente, cominciano
pian piano a lasciarsi riassorbire dalle preoccupazioni e,
inesorabilmente, cadono nella dimenticanza.
So per esperienza che, oggi,
vivere la fede in un ambiente ostile è certamente difficile,
come il seme che cade in mezzo alle pietre,
per questo è sempre più necessario vivere la fede insieme,
avere degli spazi, dei momenti per ristorarsi,
per riappropriarsi della propria fede.
La terza categoria è quella che,
pur cresciuta, è soffocata dalle spine.
E descrivere chi, dopo aver accolto la Parola,
averla maturata, averla accolta con gioia, incontra difficoltà,
sofferenze, aridità e ne è soffocato.
Difficoltà a livello umano; una malattia, un lutto,
che ci allontanano definitivamente da Dio.
O difficoltà di ordine spirituale; un’aridità prolungata,
una fatica interiore…!
Il seme cade su terra buona e produce frutto,
in maniera diversa.
In maniera diversa, rispettando la particolarità di ciascuno,
adattandosi alla vita interiore di ogni uomo.
Qual è il terreno buono?
Sono sempre rimasto un po’ perplesso
nel rispondere a questa domanda.
A me pare che, se qualcuno dicesse:
“Sì, mi sento un terreno buono che dà frutto”,
sarebbe un pochino presuntuoso!
Io credo che terreno buono è chi si è riconosciuto
nei precedenti tre terreni.
Credo che terreno è chi, con semplicità,
ha sentito la parabola e gli si è stretto il cuore
per paura di perdere la Parola.
La Parola feconda solo un cuore umile,
un cuore consapevole del proprio limite,
un cuore donato e spalancato al seme di Dio.
Solo un atteggiamento interiore di verità
è terreno fecondo per la Parola.
Lasciamo che la Parola, che, continuamente,
il seminatore getta a piene mani,
attecchisca nella nostra vita.
Ma; il seminatore riesce a buttare il suo seme?
Abbiamo sempre in casa un Vangelo,
magari in edizione di lusso.
Che giace tristemente impolverato.
Facciamola vivere questa Parola!
Diamole respiro!
Liberiamo la Parola di Dio;
che contagi, inondi, riempia,
scuota, inquieti e consoli!
Lasciamo che, finalmente, il seminatore,
ci raggiunga e ci faccia crescere nella fede!
E allora, tanto per non dimenticare e per rinvigorire
quello che abbiamo trovato o scoperto
attraverso i nostri pellegrinaggi,
abbiamo pensato di ritrovarci
domenica prossima 17 Luglio 2011,
proprio per meditare assieme ancora
una volta la Parola del Signore, siamo già in tanti.
Un saluto, una preghiera ed un arrivederci a
tutti quelli che parteciperanno all’incontro.
Santa Domenica e buona semina o buona
raccolta a tutti voi amici da Fausto.

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