VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



Per informazioni e contatti scrivere a:

FAUSTOBERTILLA@GMAIL.COM



CELL. 349/1009626

sabato 25 giugno 2011

Il dono della presenza del Maestro.

Voglio rispondere a quegli amici che mi hanno
detto: “Cosa serve andare a Messa?”,
tanto io parlo con il Signore e mi basta.
Sono d’accordo, fortunati voi che riuscite a farlo,
io non ci riesco invece, devo proprio andare a
Messa per incontrarlo e far festa con Lui,
ma ad una Messa vera.
E allora che strana festa il Corpus Domini….!
È il momento in cui facciamo il punto della nostra fede,
confrontiamo le piccole comunità e le nostre piccole
Eucaristie con il grande sogno di Dio.
Già; la Messa….!
Che ne abbiamo fatto?
Andare a messa serve quasi a identificare il
cristiano “buono”, come se quell’andare a Messa fosse,
in fondo in fondo, l’unica cosa che caratterizza la nostra fede.
E penso, ancora, ai molti, troppi amici che si
definiscono “credenti e non praticanti”,
come se qualcuno potesse dire:
“Sono innamorato non praticante della mia ragazza….”.
Quanti pensieri!
Quante amarezze nel cuore!
Sì, amici, dobbiamo percuoterci il petto,
sinceramente una volta tanto;
abbiamo gettato le perle ai porci,
abbiamo strappato la tunica,
abbiamo banalizzato l’immenso dono di Dio;
la sua presenza.
La festa di oggi è lì a ricordarci che
Gesù ha scelto di stare in mezzo a noi in
maniera concreta, visibile, tangibile.
Là dove una comunità si raduna e
prega insieme al proprio pastore,
per la potenza dello Spirito, il Signore si fa Cibo.
Che ci crediamo o no, che lo vogliamo o no,
ancora il Signore si dona, si offre,
si fa Pane spezzato per la nostra vita.
Più della manna nel deserto,
più del pane moltiplicato a Cafarnao,
Gesù ci ripete che la sua Carne è vero
cibo e il suo Sangue vera bevanda.
Il dono inaudito della presenza di Dio,
la possibilità concreta reale,
di “nutrirci” di Dio, di essere assimilati a Lui
(chi mangia di me vivrà per me!),
sono, spesso, ignorati dalle nostre comunità.
È paradossale, ma è così; molti praticanti,
in realtà, non vivono l’Eucaristia,
non si accorgono neppure che Dio è
presente nel segno del Pane.
Travolti dall’abitudine, non riescono ad aprirsi
allo stupore della presenza inaudita di Dio.
Per questo, dietro al Crocifisso dell’Amore Misericordioso,
Madre Speranza aveva fatto mettere una
grande Ostia bianca, perché, diceva,
le persone non capiscono, non si rendono conto
del dono di Dio, che Gesù Cristo in ogni Santa Messa,
scende misticamente a rinnovare il suo gesto d’amore.
Il problema però, non è nella Messa troppo lunga
o nei canti inadatti o perché il prete non è bravo.
Credo che il problema vero sia la nostra poca fede.
Non importa se la predica è lunga o noiosa
o lontana dalla mia vita (certo sarebbe
meglio se la predica fosse esemplare,
coerente e semplice, perché tutti possiamo capirla).
Il fatto però è che noi veramente non crediamo
che Dio venga e ci dia appuntamento.
Che fare? Occorre crescere nella fede, anzitutto.
Ogni volta che ci prepariamo a partecipare all’Eucaristia,
possiamo attendere quel momento come l’inizio
della settimana, la chiave di volta della nostra vita.
Per fare questo si deve ancora lavorare molto;
nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità,
nelle nostre Chiese dobbiamo
mettere Cristo al centro di tutto.
Non dobbiamo fare la presenza in Chiesa,
per non sfigurare davanti al prete.
Partecipare all’Eucaristia
(partecipare e non stare parcheggiati),
significa mettersi in gioco, in un
atteggiamento di accoglienza e di fede.
Abbiamo bisogno di riscoprire la freschezza e la gioia
di ritrovarci a celebrare la misericordia di Dio,
a riempire la nostra bisaccia, così che nessuno
esca a mani vuote dalle nostre liturgie.
Quel gesto fatto da Gesù,
che—in obbedienza al Rabbì e al suo
“fate questo in memoria di me”
i nostri Sacerdoti ci ripropongono ogni domenica,
è uno squarcio aperto nel petto di Dio,
la possibilità di accostarci con verità e
misura alla grande tenerezza del Signore.
Riscopriamo allora quest’immenso dono,
riscopriamo l’Eucaristia come immenso dono
d’amore del Signore attraverso Gesù Cristo,
che scende su ogni Altare dove la si celebri,
per riempirci con il suo Amore Misericordioso!
Santa Domenica, amici,
nel segno del Corpo e Sangue di Cristo.
Con affetto da Fausto.

sabato 18 giugno 2011

A immagine della danza.

Carissimi, dopo essere ritornati da Medjugorje,
assieme a pellegrini che provenivano da svariati
paesi del Veronese, sentendo giorno dopo giorno
le telefonate e le testimonianze delle varie persone
che erano sul pulman, e rileggendo il Vangelo della Trinità,
ho capito veramente cosa vuol dire mistero Trinitario.
Perché, perché le persone o se vogliamo,
ora che ci siamo conosciuti, gli amici,
mi stanno ringraziando della bellezza di questo
pellegrinaggio, perché hanno trovato tanti nuovi amici
e per la comunione che si è creata tra di loro,
allora ho capito cosa vuol dire, comunione Trinitaria.
Supponiamo però che il Papa, per un colpo di sole,
si alzasse una mattina e dicesse:
“Ci siamo sbagliati, Dio non è Trinità, è unico!”,
cosa cambierebbe, in concreto, nella nostra vita?”.
È una domanda spinosa che colpisce al cuore
la nostra fragile fede e c’interroga.
Siamo onesti; non è un’inutile
complicazione quest’idea della Trinità?
Non è più semplice pensare a un Dio unico e basta?
Perché arrampicarci sui vetri per immaginare un Dio
che è Unico sì, però è anche Trino?
Prendetevela con Gesù!
Gesù è morto per svelarci il mistero stesso di Dio,
e, aiutati dal poderoso soffio dello Spirito Santo ricevuto,
noi professiamo un Dio comunione.
È, appunto, il vero volto di Dio che si mette in gioco;
Gesù pretende di parlare di Dio in maniera nuova e
straordinaria, svelandoci qualcosa d’inimmaginabile.
Gesù ci svela che Dio è Trinità;
Padre, Figlio e Spirito Santo.
Dio non è il solitario perfetto,
l’incommensurabile, l’onnipotente—certo—ma
solitario motore immobile;
sommo egoista bastante a se stesso?
No, Dio è festa, è famiglia, è comunione,
è danza, è relazione e dono.
Dio è tre persone che si amano talmente, che se
l’intendono così bene che noi—da fuori—ne vediamo uno.
Abbiamo una così triste opinione di Dio!
La Scrittura, invece, ci annuncia che Dio è una festa
ben riuscita, una comunione perfetta.
Dio è come quando vediamo una
coppia di sposi o di fratelli che si vogliono
talmente bene da sembrare una cosa sola.
Che bello vedere realizzato in Dio
ciò che noi sempre desideriamo!
Tre persone che non si confondono,
che non si annullano in un’indefinita energia cosmica,
ma che, nella loro specificità, operano con intesa assoluta.
Riusciamo addirittura a tracciare l’opera, il lavoro di ognuna,
il “carattere specifico” di ogni persona della Trinità;
riconosciamo l’impronta del padre nella creazione,
nello stupore della natura;
riconosciamo l’agire del Figlio nella sua
volontà di salvezza dell’uomo;
riconosciamo la forza dello Spirito che accompagna,
porta a compimento e santifica l’umanità pellegrina.
La Genesi ci dice che Dio per crearci si guardò allo
specchio; siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio.
Siamo, quindi, fatti a immagine e
somiglianza della comunione.
Adesso capisco un sacco di cose!
Capisco perché la solitudine mi pesa tanto e
mi fa paura; è contro la mia natura.
Capisco perché, quando amo, quando sono in compagnia,
quando riesco ad accogliere e a essere accolto,
sto così bene; realizzo la mia vocazione comunionale!
Se diamo retta ai profeti di sventura del nostro tempo,
che ci spingono a dar retta solo al nostro ombelico
e mettono sempre e solo il “sé” al centro,
rischiamo di prendere delle terribili cantonate.
Non seguite chi vi parla di “autorealizzazione”,
dimenticando che è nel gioioso e adulto dono della
propria vita che si realizza la natura profonda dell’uomo.
Se in qualcosa dobbiamo investire,
è proprio nella fatica dello stare insieme, nella
relazione, perché tutto il resto sarebbe tempo perso.
La festa della Trinità, allora, è la festa del mio destino,
è lo specchio della mia attitudine profonda,
è il segreto della mia felicità.
A questa comunione s’ispirano le coppie
che credono nel Vangelo,
tese a raggiungere la pienezza nell’accoglienza
reciproca, che dona vita.
A questa comunione siamo invitati come
singoli e come comunità cristiana.
È alla Trinità che dobbiamo guardare nel
progetto di costruzione delle nostre comunità.
La Chiesa è lo spazio pubblicitario
della Trinità nel mondo d’oggi.
Guardando alla Chiesa, l’uomo si accorge
di essere capace di comunione.
Uniti nella diversità, nel rispetto l’uno dell’altro,
nell’amore semplice, concreto, benevolo,
facciamo diventare il nostro essere Chiesa
splendore di quest’inatteso Dio comunione…..!
E allora per questa comunione che siamo
riusciti a concretizzare tra di noi vogliamo
ritrovarci per rinforzare questa comunione,
per rinvigorirla e magari allargarla
ad altri amici che intendono essere assieme
a tutti noi Domenica 17 Luglio 2011
nella comunità Madonna di Lourdes.
Siete tutti invitati, in particolare chi non ha
avuto l’opportunità di essere in pellegrinaggio,
è un modo per stringere amicizia,
per fare comunione.
Per delucidazioni chiamate Fausto al 349-1009626.
Buona e Santa Domenica nell’Amore
Trinitario del Signore da Fausto.

domenica 12 giugno 2011

Al ritorno dal pellegrinaggio a Medjugorje Giugno 2011

Siamo un gruppo di parrocchiani di Sommacampagna
che guidati dal nostro parroco Don Tarcisio,
abbiamo voluto emulare Maria quando si è recata
dalla cugina Elisabetta e nel suo andare con Giuseppe a Betlemme,
i Magi e i pastori alla grotta di Betlemme.
Poi Gesù quando, iniziata la sua vita pubblica
era sempre in movimento.
Anche noi abbiamo voluto fare la stessa esperienza
e ci siamo recati in pellegrinaggio a Medjugorje,
nella Bosnia-Herzegovina, dove si presume
che quella terra sia calpestata dalla Madonna
(Gospa in lingua Croata).
Sembra che sei ragazzi, ormai dal lontano 25 Giugno 1981,
vedano e ricevano dei messaggi per l’umanità dalla
Madonna stessa, per risvegliarci dal torpore in qui viviamo,
per ravvivare la nostra fede tante volte assopita e
per rincuorare la Chiesa affaticata.
Noi ci siamo recati a Medjugorje non per vedere qualcosa,
ma per incontrare Qualcuno e ci siamo sentiti accolti,
amati, consolati e guariti dalla presenza materna di Maria;
ed in questo siamo stati guidati con maestria dal nostro Don Tarcisio,
che con la parola, le preghiere e le varie cerimonie ci ha fatto
sentire accanto, oltre che Maria, anche il Signore stesso che con il
suo abbraccio pieno di amore e misericordia ha voluto sollevarci,
rincuorarci, donarci la forza necessaria per portare
la nostra croce con serenità.
Esperienza bellissima, la salita al Monte Podbrodo
(Monte delle apparizioni), commentando il santo Rosario,
e il Monte Krizevac (Monte della Croce), commentando la via Crucis,
aiutati nei commenti con bravura da Don Tarcisio il quale ha
fatto rinascere in noi un amore nuovo per Cristo.
Le celebrazioni delle Sante Messe con migliaia di pellegrini,
la suggestiva e irreale Adorazione del Santissimo all’aperto
assieme ad un fiume di persone di ogni nazione del mondo,
sembrava di vivere in un mondo irreale,
ma sentivi la presenza vera del Signore che
aleggiava sopra le nostre teste, una serata indimenticabile.
Sono stati cinque giorni bellissimi,
dove abbiamo conosciuto altre realtà di vita,
fatto amicizie nuove, assistito e assaporato la realtà
delle tantissime confessioni e dei tanti giovani
in preghiera con il Rosario in mano.
Ringraziamo in particolare il Signore e Maria che ci hanno
chiamato a questa nuova esperienza e Don Tarcisio
che ha voluto accompagnarci con il suo prezioso aiuto.
PS. Valeva la pena muoverci per andare a vedere.
Ciao, un pellegrino.

Incontro

Amici, che ci seguite nei nostri pellegrinaggi,
ma anche a tutti quelli che in pellegrinaggio
non sono ancora venuti, vi comunico che in
accordo con il nostro parroco di Sommacampagna
Don Tarcisio, abbiamo deciso di ritrovarci
per stare insieme una Domenica, per pregare,
per mangiare e fare festa assieme al Signre.
Abbiamo deciso per Domenica 17 Luglio 2011
nella comunità Madonna di Lourdes a Cerea,
uscita Angiari della transpolesana, al rondò
a sinistra, 100 metri a destra altri 150 metri
a sinistra entrata della comunità.
Naturalmente inizieremo con la Santa Messa
alle ore 11,00, poi seguirà il pranzo e nel
pomeriggio un momento di fraternità poi
la preghiera guidata da Don Tarcisio.
Per quanti volessero farne parte vi chiedo
la cortesia di avvisare della vostra presenza
al pranzo entro il 30 Giugno 2011 telefonando
al 045-8960728 oppure 349-1009626.
Per chi viene solo alla Santa Messa o nel
pomeriggio dopo il pranzo non serve conferma.
Questo invito è sia per quelli che sono venuti
a Medjugorje che per quelli che sono venuti
al Santuario dell'Amore Misericordioso o per
quanti desiderano parteciparvi in seguito,
sarà l'occasione per conoscersi e fare amicizia.
Attenzione per quanti abitano nei dintorni
di Sommacampagna se arriviamo ad una
cinquantina di persone c'è la possibilità
di avere a disposizione un pulman che
ci accompagna serve l'adesione per
il trasporto.
Aspettando una vostra chiamata, vi auguro una
buona Domenica nello Spirito Santo con
affetto da Fausto.

Vieni Spirito.

Carissimi domani celebriamo la festa della Pentecoste,
la festa dello Spirito Santo.
E questa sera ci siamo riuniti con i nostri
sacerdoti in Chiesa per anticipare la sua venuta,
lo abbiamo invocato e Lui non si è fatto aspettare,
e accompagnati dalle belle preghiere e meditazioni,
abbiamo sentito aleggiare nell’aria la sua presenza
sempre discreta, è stato meraviglioso.
Ma purtroppo facciamo una gran fatica a
immaginare lo Spirito Santo.
Rappresentare il Padre è meno complesso;
è l’Incommensurabile, l’Onnipotente, il Creatore…,
un simpatico vecchione barbuto
(vi ricordate il padre del figliol prodigo?), ci sta.
Il Figlio è facilissimo, con la ricchissima descrizione
che la storia ci ha consegnato, e il suo bel viso
brunito contornato da una barba rasa.
Ma lo Spirito!
Vagamente legato alla Pentecoste,
lo rispolveriamo in occasione della cresima
sacramento difficile da vivere per i nostri
ragazzi in piena crisi adolescenziale…),
rischia di restare accantonato nelle nostre
devozioni come un “qualcosa di più! Di un santo.
Che tristezza! Così pochi conoscono delle preghiere
d’invocazione dello Spirito.
Lo Spirito è presenza d’amore della Trinità,
ultimo dono di Gesù agli Apostoli, nominato con rispetto e
con titoli straordinari da Gesù; Vivificatore, Consolatore.
Senza lo Spirito saremmo morti, esamini,
spenti, non credenti e tristi.
Esagero? No, è che lo Spirito, così discreto,
così impalpabile, indescrivibile, è la chiave di volta
della nostra fede, ciò che unisce tutto.
L’unico esempio che mi sembra spiegare bene ciò
che ho nel cuore è questo; immaginatevi di essere
una radio e immaginatevi che il Signore Gesù, la fede,
la vita di Dio siano una potente stazione radio.
Bene; se non siete in sintonia, se non cogliete la
giusta frequenza, sentirete solo un fastidioso ronzio.
Idem con lo Spirito (che spero mi perdoni per
l’esempio banale!), se non ci mette in sintonia la fede,
ci giunge agli orecchi del cuore solo un fastidioso brusio.
Davvero lo Spirito, già ricevuto da ciascuno nel battesimo,
è Colui che ci rende presente qui e ora il Signore Gesù.
Siete soli? Avete l’impressione che la vostra vita
sia una barca che fa acqua da tutte le parti?
Vi sentite incompresi o feriti?
Invocate lo Spirito che è Consolatore che consola,
fa compagnia a chi è solo.
Ascoltate la Parola e faticate a credere,
a fare il salto definitivo?
Invocate lo Spirito che è Vivificatore, rende la vostra
fede schietta e vivace come quella dei grandi santi
Fate fatica a vivere Gesù nella vostra quotidianità,
preferendo tenerlo in un cassetto bello
stirato da tirare fuori di domenica?
Invocate lo Spirito che ci ricorda ciò
che Gesù ha fatto per noi.
Così gli Apostoli hanno dovuto essere abitati dallo Spirito,
che li ha rivoltati come un calzino, per essere finalmente,
definitivamente annunciatori e allora, solo allora,
hanno iniziato a capire, a ricordare col cuore.
Le immagini del fuoco, del vento,
sono quanto mai appropriate,
e la pagina degli Atti è straordinaria nell’usare
termini che sottolineano lo stupore,
la meraviglia, l’emozione travolgente.
Se avete sentito il cuore scoppiare,
ascoltando la Parola, state tranquilli;
c’era lo Spirito che era riuscito a forzare la serratura
del vostro cuore e della vostra incredulità.
Non vi capite con chi vi sta intorno?
Invocate lo spirito che provoca l’antibabele
(ricordate quel bel racconto della gente che
non si capiva più?), ricucendo gli strappi
provocati dalle nostre incomprensioni per
suscitare comunioni sotterranee che
vanno al di là delle simpatie.
Non è tempo perso il tempo dedicato a invocarlo,
a supplicarlo, a fargli vedere che lo aspettiamo.
Allora, amici, ancora socchiudiamo gli occhi e,
con fede, con forza, con passione,
sussurriamo ancora una volta:
“Vieni Spirito Santo!”.
A voi tutti una Santa Domenica di Pentecoste,
perchè lo Spirito Santo entri in ognuno di voi
e vi illumini, in comunione con lo Spirito un
saluto ed una preghiera da Fausto.

domenica 5 giugno 2011

Pellegrinaggio a Medjugorje Agosto 2011

Voglio avvisare per tempo quanti vogliono
approfittare delle ferie estive per ritemprare
il proprio spirito e prendere nuova forza
interiore per affrontare con più vigore
il cammino futuro.
Sappiamo che la vita non è facile, le nostre
debolezze ci portano a volte a cadere e a non
avere la forza necessaria per rialzarci,
praticamente, il nostro spirito va in tilt,
e come il motore di una macchina quando va
fuori giri si fonde.
Allora prima di arrivare a questo cerchiamo
di fare un chec-cap al nostro spirito, credo
che lo specialista ideale sia Medjugorje,
fuori dalla mondanità, dal chiasso, dallo
stresse dal folle divertimento.
Andiamo a riposare, sia con il corpo che
con lo spirito, a ritrovare la serenità,
la pace e la gioia di vivere nella fede.
Li nella semplicità e nella tranquillità,
fra persone amiche ritroveremo o scopriremo
l'amore del Padre e della Madre, che continua
a venire in quel luogo per richiamarci, per
spronarci e guidarci sulla via della salvezza.
Perciò se vi sentite la voglia di provare a
fare una cosa diversa dal solito, dovete solo
mettervi in contatto con noi e seguirci in
questa esperienza di vita, saremo felici di
fare amicizia con quanti vogliono far parte
della compagnia.
Partiamo da Minerbe, Legnago, Cerea,
Villafranca, Sommacampagna, Verona e
San Giovanni Lupatoto il 21 Agosto e
torniamo il 25 Agosto 2011.
Coraggio, allora aspetto una vostra
telefonata o un imail, il cell. è 349-1009626
il sito è fausto.bronzati@libero.it
Un saluto fraterno nella speranza di
sentire una vostra chiamata, ciao Fausto

sabato 4 giugno 2011

Con noi sino alla fine

Carissimi, siamo appena tornati dal
pellegrinaggio a Medjugorje, e sul
nostro cammino troviamo la festa
dell'Ascensione del Signore.
Strana festa, questa dell’Ascensione,
è come un crinale che divide la nostra vita
di fede in due parti; un prima e un dopo.
Un prima, anzitutto; con l’Ascensione finisce
un’epoca, un momento, una storia.
La storia dell’uomo Gesù, del suo aspetto,
del suo sorriso, del suo sguardo profondo.
Non potremo più sentire la sua voce che chiama
per nome Tommaso e Maria,
non ammireremo più la sua pazienza,
mentre dialoga animatamente con i
due testimoni di Emmaus.
Neppure potremo più, commossi, guardare la
passeggiata del Maestro sulle rive del lago,
mentre prepara il pesce per i discepoli sconfortati
e—ancora—riempie il cuore frantumato di Pietro.
La storia di Gesù è conclusa, non torna,
e non nascondiamo una malinconica nostalgia
e un’invidia verso chi ha avuto la gioia inaudita
di parlare con Lui a faccia a faccia.
Ascensione non è solo la fine di un tempo che
non torna, ma l’apertura verso una nuova dimensione.
Nel Vangelo di Matteo le ultime
Parole di Gesù sono straordinarie:
“Ecco, Io sono con voi sempre”.
Ci crediamo davvero?
Siamo davvero convinti che il Signore è qui in mezzo a noi?
Non come ricordo di un personaggio della storia,
non come emozione che proviamo leggendo le sue parole
e pensando ai suoi gesti, ma realmente presente?
Diciamolo chiaramente; forse avremmo preferito
una presenza reale, toccabile, verificabile.
Siamo alle solite; dobbiamo sempre essere noi
a dire a Dio che cosa deve o non deve fare.
Il nostro mondo, un po’ incredulo, è convinto che,
in fondo, la realtà verificabile, misurabile,
sia l’unica degna di attenzione.
Spazziamo via il mondo dell’invisibile come
una sorta di primitiva creduloneria.
Eppure; non è forse nel mondo del profondo,
dell’invisibile che abitano le cose
più importanti della nostra vita?
Cose come amore e amicizia non sono certo tangibili;
ne vediamo i segni, ne percepiamo le emozioni…!
Non si vede bene che con il cuore,
perché l’essenziale è invisibile agli occhi.
Riprendiamo allora l’invito di san Paolo a:
“Fissare lo sguardo sulle cose invisibili,
perché sono quelle che restano”.
Fidiamoci, dunque, e chiediamoci se il fatto di
non riconoscere la Sua presenza non sia
dovuto più alla nostra fede inconsistente
che a un tiro mancino fattoci da Gesù.
Dov’è presente Gesù nel nostro tempo?
È visibile nello sguardo di ogni uomo,
fatto a immagine e somiglianza di Dio,
è visibile nella nostra comunità che si ama e
si rispetta, è visibile nella Parola proclamata
e nel Pane della sua presenza.
Di più; io divento, per richiesta stessa di Gesù,
suo volto, suo sguardo per il fratello che incontro.
Sono chiamato a essere manifestazione
della misericordia di Dio.
Sarebbe bello; se riuscissimo, tutti, a diventare volto
del Dio di amore per il fratello che incontriamo…!
Abbiamo, è certo, urgente bisogno di credere,
di fidarci, di abbandonarci nelle mani di questo Dio
che accetta di passare attraverso il rischio della
nostra incoerenza pur di stare vicino ai fratelli.
Ascensione diventa, allora, la festa della presenza.
In Dio Trinità c’è Gesù di Nazareth.
Un uomo in carne e ossa, trasfigurato,
è ormai presente nella Trinità.
È il supremo sigillo dell’Incarnazione;
la nostra umanità, assunta dal Figlio di Dio,
è piena di gloria e di dignità.
La nostra carne, le nostre storie, io stesso,
sono diventato dimora di Dio.
Occorre recuperare il senso della dignità
che ci porta ad avere rispetto infinito,
per ogni uomo, per ogni donna.
In questo mondo in cui la corporeità è
esaltata soltanto se perfetta,
tempo in cui si mascherano i segni
dei tempi sui volti delle persone, tempo di top model,
abbiamo questa bella notizia da portare;
corporeità è luce, è promessa di eternità.
Questo Dio che ha assunto su di sé la
fragilità e la caduta dell’essere umano,
ne assume ora e ne trasfigura il limite.
Abbiamo di che gioire, amici;
Ascensione è il triller del nostro destino,
la caparra dell’immortalità,
la certezza dell’amore infinito di Dio.
Ecco allora, la scoperta nel pellegrinaggio.
Nello scrutare lo sguardo degli amici che ci
hanno seguito, con le loro ansie, le loro paure,
le disperazioni, le loro croci da portare;
in quegli sguardi ho rivisto lo sguardo
implorante e bisognoso di compagnia e di
condivisione di Gesù nel Getsemani, ecco
allora la sorpresa; il Signore non ci
lascia soli, ma resta con noi, lo troviamo
in ogni persona che incontriamo.
E Maria ne è l'artefice.
Coraggio allora, facciamoci compagni
di sofferenza con tutti i fratelli
che incontriamo sulla nostra strada.
Buona Domenica dell'Ascensione a tutti
voi, amici, con un saluto fraterno
ed una preghiera, con affetto Fausto.