VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



Per informazioni e contatti scrivere a:

FAUSTOBERTILLA@GMAIL.COM



CELL. 349/1009626

venerdì 31 maggio 2013

La Preghiera è il bene della vita

PERCIÒ, PREGATE OGNI GIORNO PERCHÉ LA VOSTRA VITA SIA
UN BENE PER VOI E PER TUTTI COLORO CHE INCONTRERETE.
Attraverso la preghiera, dovremmo raggiungere una nuova vita,
una nuova vita interiore e una vita arricchita di pace e gioia.
Dovremmo badare a evitare la nostra distruzione,
per diventare buoni per gli altri come per noi stessi.
Guardate, qui ci dice che la nostra vita diventerà sana e buona
per noi e, con questo, riusciamo a capire qualcosa che era già
stato detto in messaggi precedenti, ossia che la vita è un dono
che ci viene fatto. La vita ci viene affidata e quindi non possiamo
farne ciò che vogliamo; noi siamo responsabili della nostra vita.
Ecco perché, ad esempio, il suicidio è qualcosa che non si può accettare.
Anche se si è stanchi della propria vita, non si può semplicemente
dire: "Allora la elimino", e Io stesso vale per l'aborto.
Affinché la nostra vita diventi buona, non dobbiamo e semplicement
non possiamo distruggerla, ne la nostra ne quella di altri.
Perché l'alcolismo è un peccato?
Naturalmente quelli che bevono dico­no: "Mi piace bere e allora bevo";
eppure, noi non abbiamo il diritto di dirlo, perché la vita ci è stata affidata.
Dio vuole che la facciamo progredire e crescere, vuole che
invecchiamo nella pace, nell'amore, nella giustizia e nella riconciliazione.
Quindi, è un peccato distruggerci od ostacolare la nostra crescita,
in qualunque modo; se lo facciamo, la nostra vita non sarà sana ne buona,
ma sarà malata. Sappiamo quanto soffriamo e quanto sof­frono le
nostre famiglie quando qualcuno ha fatto ammalare la propria vita,
o quando qualcuno si è distrutto.
Qualche tempo fa, ho parlato con una donna, il cui marito è alcolizzato
e che mi ha detto: "Perché devo portare questa croce?
Sarebbe molto più facile se fosse malato o se fossi malata io.
Una malattia ci avvicinerebbe sicuramente e, anche se nella sofferenza,
vivremmo in pace.
Questa croce ci sta distruggendo completamente e io sono stanca.
Dobbiamo semplicemente scoprire, sapere dove sta la distruzione
e allo­ra potremo combatterla.
Naturalmente, se qualcuno in tal modo riesce a guarire se stesso,
allora potrà portare la guarigione o diventare guarigione per altri.
Ecco di nuovo la condivisione della testimonianza che Maria viene
a insegnarci.
Sono sicuro che sapete quanto è importante conoscere qual­cuno
che è guarito; ne sarete certi quando incontrerete qualcuno che
sa perdonare, che è misericordioso e che è giusto.
Quando saremo così, allo­ra cresce la fiducia e la prosperità
nella comunità degli uomini.
Dovremmo agire solo per portare guarigione al nostro prossimo.
A que­sto punto possiamo scoprire e riflettere su quanto in realtà
siamo respon­sabili per le malattie degli altri e per tutti i mali del mondo.
Si potrebbe dire che dipende solo da noi come sarà la vita per tutti
gli altri nel mondo.
Una delle grandi grazie che abbiamo ricevuto qui a Medjugorje è
che in molti sono riusciti a comprenderlo; ecco perché si sente spesso
ripetere: "Cosa posso fare una volta tornato a casa?".
Questa domanda ci indica la volontà di portare la guarigione agli altri,
un'azione che ha la stessa struttura di questo messaggio.
Aprite anzitutto i vostri cuori, in modo da poter diventare sani, e solo
allora potrete portare quella stessa salute al vostro prossimo.

mercoledì 29 maggio 2013

La Tomba “Viva” di Madre Speranza.
Per noi che comunichiamo più con i sentimenti che con le parole,
tomba è sinonimo di morte, con la sua fredda immobilità assoluta.
Eppure quando a Collevalenza i pellegrini visitano il sepolcro
di Madre Speranza hanno tutt’altra sensazione: stanno
alla presenza di una persona vivente. Presso la sua tomba,
infatti, portano gli avvenimenti più significativi e importanti
della vita: famiglia, problemi, speranze e progetti.
I fiori profumati e le candele accese, non sono forse altrettanti

segni di vita che mani tremule, con emozione e fede,
hanno depositato presso l’amata Fondatrice?
Osservando la tomba della Madre, vediamo descritta

plasticamente la parabola del seme che Gesù applica
a sé e a ciascuno di noi: “In verità in verità vi dico: se il chicco
di grano caduto in terra non muore, rimane solo;
se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24).
Sembra paradossale ma è così!
Infatti il contadino quando lancia i semi tra i solchi,
fa un atto di fede.
La donna che seppellisce il tubero nel suo vaso di fiori,
fa un gesto di speranza.
Nell’ora del funerale di una persona cara compiamo,
piangendo, lo stesso rituale: sotterriamo un corpo mortale
e aspettiamo che sorga un corpo immortale segnato
dal marchio della risurrezione finale.
Il pavimento di quell’umile tomba che conserva nella penombra

della cripta le spoglie mortali di Madre Speranza seppellita
nelle fondamenta del grandioso Santuario dell’Amore Misericordioso,
sembra muoversi e sollevarsi.
E’ ciò che fa il grano.
Putrefatto, germina, spacca la zolla e spunta alla luce del sole,
rivestito di splendore nuovo.
Quella tomba vuol testimoniare che la Vita è più forte
della morte e annunciare un mistero di Speranza che riempie
di significato il nostro pellegrinaggio in questo mondo,
dalle nostre ceneri sboccerà la vita eterna, grazie a Colui
che ha risuscitato Gesù dai morti (cf. 1Cor. 15, 3-14).
Il popolo semplice può non intendere di alta teologia speculativa,

ma raccolto in preghiera davanti al tumulo della Madre,
sa che lì può sfogare le sue pene liberamente.
Cerca quel luogo così raccolto per potersi ispirare e parlare
familiarmente con una persona Santa, premurosa e dal cuore grande,
molto vicina al Dio delle misericordie.
Infatti lei, dopo quell’otto febbraio 1983, morendo, cioè entrando

nella Vita, ha smesso di essere anziana, illetterata e straniera.
Ora, può ricevere tutti, a tempo pieno o… in diretta!.
Per caso, non è questa la missione permanente di una Serva di Dio?
Preghiamo con lei. “O mio Gesù: che tutti ti conoscano e amino

e nell’ora della morte abbiano la certezza che li aspetta
non un giudice severo e freddo per condannarli,
ma un tenero Padre, pieno di amore e di misericordia
che non considera le miserie e le colpe dei suoi figli,
ma le perdona e dimentica”.


domenica 26 maggio 2013

Messaggio da Medjugorje del 25 Maggio 2013.

Messaggio della Madonna a Marija il 25 Maggio 2013
"Cari figli! Oggi vi invito ad essere forti e decisi nella
fede e nella preghiera affinché le vostre preghiere
siano tanto forti da aprire il cuore del mio amato Figlio Gesù.
Pregate figlioli, senza sosta affinché il vostro cuore si
apra all’amore di Dio. 
Io sono con voi, intercedo per tutti voi e prego 
per la vostra conversione.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata. "

venerdì 24 maggio 2013

La nostra aridità del cuore

Considerazioni sulla aridità
Care figlie, dalle vostre lettere ho potuto vedere che alcune
di voi soffrono la prova dell'aridità.
Coraggio, figlie mie! Tenete presente che spesso il buon Gesù
ci manda l'aridità per staccarci dalle creature e anche dallo
stesso piacere che incontriamo nella preghiera, affinché poniamo
ogni nostra attenzione ad amare soltanto Lui.

L'aridità è la privazione delle consolazioni spirituali sensibili
che favoriscono la nostra meditazione e l'esercizio delle virtù.
Nel tempo dell'aridità, quindi, sperimentiamo che, malgrado
l'impegno posto nel fare bene la nostra preghiera, non proviamo
piacere in essa, ma piuttosto stanchezza e tedio.
Però, a volte, l'aridità deriva dalle nostre mancanze; dobbiamo
allora esaminarci con molta attenzione, figlie mie, ma senza
inquietudine, per vedere se a causarla sono state le nostre colpe.
Moti più o meno acconsentiti di superbia, di vano compiacimento;
o l'essere andate cercando consolazioni umane, sapendo che Dio
vuole per se tutto intero il nostro cuore; oppure mancanza di lealtà
con i nostri superiori.
Se così fosse, figlie mie, abbiamo ben meritato che Dio ci
neghi le sue consolazioni.
Riconosciute le cause della vostra aridità, umiliatevi,
e con cuore sincero chiedete perdono al buon Gesù e,
aiutate da Lui, cercate di correggervi.
Se non ne siete voi la causa, sforzatevi di trarre dalla prova il
vantaggio che Dio desidera. Per far questo dobbiamo essere
convinte che servire Dio senza alcun piacere è molto più meritorio
che farlo con grandi consolazioni.
Coraggio, figlie mie! Cominciate di nuovo a camminare nella perfezione,
tenendo presente che, senza sforzo e costanza, è molto difficile
crescere nelle virtù. Convinciamoci che l'opera della nostra perfezione
è un lavoro che richiede molto tempo e costanza.
Fa', Gesù mio, che i figli e le figlie ricavino sempre dalle prove
il profitto che Tu desideri, e che arrivino tutti a convincersi che servire
Dio senza piacere né diletto è molto più meritorio che farlo con grandi
consolazioni; che il più perfetto atto d'amore è conformare la propria
volontà a quella di Dio.
Aiutali, Gesù mio, affinché, sempre uniti a Te, nel momento della prova
e della tristezza, non si perdano di coraggio, né tolgano nulla agli atti di
comunità, alla loro attività e ai loro buoni propositi, ma, imitando Te
che nel momento dell'agonia hai pregato più intensamente, preghino
e soffrano solo per amor tuo.
Pregate tutti perché questa vostra madre, aiutata dal buon Gesù,
mai si insuperbisca nelle consolazioni, né si scoraggi nelle aridità
e nelle prove; che sia sempre costante nell'amarlo e nel dargli quanto
Egli le chiede, costi quello che costi.
Madre Speranza


mercoledì 22 maggio 2013

Consacriamo il nostro tempo a Dio

CHE OGNUNO DI NOI CONSACRI PIÙ TEMPO A DIO.
Sapete già quanto tempo state dedicando a Dio adesso
e quindi sapete già cosa dovete fare.
Dovremmo renderci conto che anche il nostro lavoro potrà
farsi preghiera se preghiamo, anche se sarebbe sbagliato
pensare che visto che lavoro, allora anche quello è preghiera.
Sarebbe come se dei genitori dicessero ai propri figli: "Lavoriamo per voi,
vi diamo da mangiare e una casa, che cos'altro volete?".
Si sa che i figli hanno bisogno di molto di più, che hanno bisogno di tempo,
che dedichiate loro del tempo e di dedicarvi del tempo a loro volta.
Questo tempo per Dio dovrebbe essere il mattino, qualche volta
durante il giorno, e poi anche alla sera.
Dobbiamo consapevolmente programmare del tempo per Dio
e dovremmo dire: "Ora, da solo o con la mia famiglia,
prendo del tempo per Dio".
Sappiamo anche che la nostra conversazione con Dio soffre quando
vie­ne disturbata; è così per tutti.
Spesso, quando stiamo parlando con una persona, dobbiamo
dire a un'altra "aspetta!".
Quanto spesso, durante la preghiera in famiglia, permettiamo
che ci disturbino?
Dobbiamo semplice­mente creare le condizioni perché ciò non accada.
Non sarebbe scortese, ad esempio, se interrompessimo una
telefonata dicendo: "Scusa, stiamo parlando con Dio".
Ci troveranno dopo, quando avremo finito di pregare e, naturalmente,
non intendo dire che questo deve valere anche per quelli che
ricevono una telefonata dall'ospedale o dai pompieri.
Non sarebbe giusto. Possiamo trovare del tempo, riservarlo
a Dio e dire: "Ora sono al cospetto di Dio".
Sono anche sicuro che gli altri, quando dicono "Dov'eri?
Ho cercato di rintracciarti per un'ora", non sareb­bero
scocciati, anzi vi approverebbero.
Questo tempo per Dio è estremamente importante e in tal
modo possia­mo riesaminare la nostra fede.
Chiedetevi quanto tempo investite nel lavo­ro, nel divertimento,
nello shopping, quanto per queste cose e quanto per la preghiera;
allora saprete immediatamente a che punto siete.

martedì 21 maggio 2013

Messaggio da Medjugorje


Messaggio straordinario della Madonna 

al veggente Ivan | 20 maggio 2013


<<Cari figli, anche oggi in maniera particolare, 
in questo tempo della grazia, vi invito: apritevi 
allo Spirito Santo. 
Cari figli, non permettete che il mondo vi guidi, 
perciò che vi guidi lo Spirito Santo. 
E perseverate nella preghiera, perché lo Spirito Santo 
scenda sulle vostre famiglie che vivono nel buio, nelle tenebre. 
La Madre prega insieme con voi e intercede presso suo figlio. 
Grazie cari figli, perché anche oggi avete risposto alla mia chiamata>>.

Il Santuario dell'Amore Misericordioso


Per tutti i compagni del pellegrinaggio al Santuario di
Sabato 18 e Domenica 19 Maggio 2013, eccovi la
spiegazione fatta da Madre Speranza.
Il Santuario dell’Amore Misericordioso, la Basilica e la
Cripta sono un tutt’uno; tutto parla di questo abbraccio
paterno e tenero di Dio che attende e accoglie.
Benché estremamente piccoli, siamo sufficientemente
grandi perché Dio nostro buon Padre, si preoccupi di noi
on la stessa sollecitudine che se fossimo l’unica persona al mondo…!
Conviene abbandonarci nelle Sue braccia, come un bambino piccolo,
 animarci continuamente con questa considerazione, con questa verità;
Gesù mi ama, fin dalla eternità ha pensato in me e mi ha amato
con amore di predilezione.
La Cripta, dedicata a Maria Mediatrice, riceve luce e significato
dalla Basilica che celebra l’Amore Misericordioso di Dio.
La vita di ogni uomo assume significato e chiarezza solo da Lui.
Io posso dirvi che solo Gesù e la Sua Santissima Madre ci hanno
amato e ci amano incessantemente e con tutto il cuore;
nonostante le nostre miserie Loro non lasciano di amarci neanche
per un secondo e attendono una nostra risposta di affetto,
anzi la vanno mendicando da noi.
Tutta la penombra della Cripta è rotta dalla intensa luce dell’altare,
ove il Mosaico dello Spirito Santo fa capire quanta chiarezza
luce può avere la vita del cristiano in ascolto dello Spirito.
È nel silenzio della orazione dove Dio parla al nostro cuore;
è lì dove lascia sentire la sua voce; è lì dove meglio illumina
la nostra intelligenza, infiamma il cuore, infuoca la volontà;
lì dove lo Spirito Santo comunica, oltre i doni della scienza
e dell’intelletto, anche quello della sapienza per il quale
diventiamo capaci di gustare le verità della fede, di amarle
e di metterle in pratica; in questo modo si realizza una unione
più intima tra l’anima e il suo Dio; in questa unione l’anima
ha la possibilità e la fortuna di poter sentire il buon Gesù che
le parla e le dice parole meravigliose di amore e di conforto
da lasciarla completamente presa da questo amore.
Il cuore del pellegrino che visita il Santuario,
percepisce gioia….gratitudine….ringraziamento….!
Sente il desiderio di cantare anche lui le meraviglie
dell’Amore Misericordioso.
Sforzatevi, figlie mie, di portare tante anime a Gesù
e impegnatevi a liberarvi da tutto quello che vi potrebbe
essere di impedimento per volare verso di Lui.
Nelle angustie e sofferenze ci consoli il pensiero che il buon
Dio manda o permette queste croci perché
ce ne serviamo per amarlo di più.
Per essere felici in questa vita il segreto è imparare
ad amare la croce, perché è proprio la croce che ci
rende più simili al buon Gesù.
Madre Speranza di Gesù.

lunedì 20 maggio 2013

Il Pellegrinaggio al Santuario dell'Amore Misericordioso del 18-19 Maggio 2013

Carissimi amici, in queste due giornate sono rimasto assente
dal blog, siamo andati in pellegrinaggio al Santuario dell'Amore
Misericordioso a Collevalenza (PG) con gli amici Luciano e Nadia
ed altre 50 persone, è stata un'esperienza bellissima essere nel
Santuario dell'Amore di Cristo nel giorno della Pentecoste un dono
grande del Signore con l'aiuto di Madre Speranza.
Ed ancora più bello è stata per me la possibilità di conoscere altre
persone attraverso questo pellegrinaggio, con dei compagni di
viaggio ho avuto l'opportunità di condividere le sofferenze, le speranze
ma anche le gioie, ringrazio il Signore per questi doni ma anche quelle
persone che hanno avuto fiducia in meno confidandomi le loro
preoccupazioni, le paure e le speranze, abbiamo pregato, meditato
assieme la Parola del Signore in una cornice stupenda di Amore e
Misericordia, al ritorno abbiamo visitato il Santuario di Santa Chiara
della Croce a Montefalco (PG) dove vi si recava tutti i Venerdì anche
la Venerabile Madre Speranza a pregare davanti al corpo esposto
di Santa Chiara.
Ringrazio tutti per l'amicizia e l'esperienza che abbiamo condiviso,
invocando dal buon Gesù, attraverso l'intercessione di Madre Speranza
abbondanti grazie per tutti voi, salutandovi come faceva la Madre, che il
Signore doni a voi e alle vostre famiglie tanta salute, pace e gioia, con
affetto Fausto.
P.S. eccovi le foto che abbiamo scattato durante il pellegrinaggio.

























































lunedì 13 maggio 2013

Per essere in Pace

Pace e concordia
Il nostro parere, l’opinione degli altri e
ciò che distrugge la pace e la concordia.

Io credo, che per arrivare a vivere uniti a Gesù è molto
necessario mortificare i nostri sensi e fuggire la superbia.
Questa ci crea tante difficoltà nella fede e nel rapporto con gli altri.
Vorremmo non aver bisogno di nessuno e a volte quasi ci costa
fatica ammettere gli insegnamenti della fede; o, almeno, ci permettiamo
di sottometterli alla critica e all'interpretazione della nostra ragione.
Nello stesso tempo, poniamo nel nostro personale giudizio tanta fiducia
che non ci piace chiedere consigli agli altri, e tanto meno ai superiori.
Da ciò nasce l'ostinazione nel nostro parere e il condannare, senza scrupoli
e in modo inappellabile, le opinioni degli altri non conformi alla nostra.
La superbia distrugge la pace, la concordia e la carità.
Io vi esorto a rivestirvi di umiltà, di carità, di modestia e di pazienza.
Tenete ben presente che l'anima orgogliosa è incapace di elevarsi alle
altezze della carità di Dio.
Chiedo al buon Gesù di aiutare in ogni momento i miei figli e le mie figlie
a compiere i loro buoni propositi e che dia loro la forza necessaria per
dominare le passioni al fine di ricavare da esse il frutto che Egli desidera.
Pregate tutti perché questa vostra madre viva sempre unita al buon Gesù,
dandogli quanto Egli le chiede, a qualunque costo, e che tragga dalle
prove il frutto che Egli desidera.
Madre Speranza

domenica 12 maggio 2013

Dialogare con Dio.


Perchè la nostra preghiera sia un dialogo con Dio.
Questa è una cosa fondamentale, che dobbiamo imparare.
In una con­versazione, diciamo qualcosa, poi ascoltiamo
quello che il nostro interlo­cutore ci dice, poi diciamo ancora
qualcos'altro e ascoltiamo quello che l'altro ribatte.
Allora, la preghiera deve essere un'alternanza di ascolto,
di discorso e ancora di ascolto.
Il pericolo è che la preghiera si tramuti in un monologo,
perché significa che allora esprimiamo le nostre esigenze,
che chiediamo di essere esauditi e che non ascoltiamo
tutto quello che Dio deve dirci.
Lui ha qualcosa da dirmi? Che cosa vuole da me?
Se non ascol­tiamo Dio, corriamo il pericolo che anche la
nostra preghiera diventi un ostacolo sul nostro cammino verso Dio.
Pensate alle parole di Gesù, quan­do disse: "Non parlate solamente,
dicendo tante parole, come fanno i pagani".
Non ci ha proibito di parlare nella preghiera, ma ha voluto
dirci di ascoltare quello che Dio ha da dirci.
Succede spesso che ci comportiamo come i bambini quando
chiedono qualcosa che non è affatto bene per loro.
Se ascoltiamo la volontà di Dio, allora la preghiera diventa
una conversazione, un vero dialogo.
Se qualcu­no si dovesse chiedere, a questo punto,
come si fa a capire qual è la volontà di Dio,
dovremmo rispondergli di leggere la Bibbia e, poi,
di sco­prirlo ancora attraverso la preghiera e di portare
con sé il segreto della volontà di Dio.
Questo accade anche quando proviamo ad ascoltare e a parlare.
Sappiamo bene che quando parliamo con qualcuno che amiamo,
qualcuno che accettiamo, qualcuno che ci piace, allora la
discussione è fatta col cuore.
Certamente vi è successo, come succede a tutti, di parlare con
qualcuno che non amate, non accettate o che, per un
motivo o per un altro, vi dà ai nervi.
In quel caso possiamo anche parlare di cose veramente
intelligenti, ma le rifiutiamo col cuore.
Situazioni simili ci stancano; parlare con chi non amiamo
o con chi non ci ama è molto stancante e dopo cinque minuti
ne abbiamo già abbastanza; invece, con chi si ama si può
parlare per ore e, facendolo, si prova sollievo e ci si rilassa.
Ecco perché la Madonna ci ha detto che con la preghiera
si riesce a superare la stanchezza, sia fisica che emotiva,
ma soprattutto si riescono a sopportare le cose che più ci pesano.
In questo modo, una conversazione con Dio ci dà sollievo,
ci dà la calma che porta alla pace.
Allora, diventa comprensibile perché tanta gente oggi non
trova più un significato nella propria esistenza,
perché tanta gente si suicida o perché tanta gente si abbandona
all'alcolismo o alla tossicodipendenza.
Ciò avviene perché il nostro intimo, la nostra anima non
riesce ad espri­mersi, perché è soffocata o annientata nel
suo estremo bisogno di ascolto.
E per questo che abbiamo bisogno di conversare con Dio.