VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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sabato 5 novembre 2011

N° 3 Il figlio più giovane.

Il figlio più giovane disse al padre:
“Padre dammi la parte del
patrimonio che mi aspetta”,
e il padre divise tra loro le sostanze.
Dopo non molti giorni, il figlio più giovane,
raccolte le sue cose, partì per un paese lontano.
Nel ritorno ci deve essere sempre una partenza.
Ritornare è tornar-a-casa dopo aver-lasciato-casa,
un ritorno dopo essersene allontanati.
Il padre che accoglie il figlio a casa è
felice perché questo figlio;
“era morto ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato”.
La gioia immensa nel dare il benvenuto
al figlio perduto, nasconde il dolore immenso
sofferto prima.
Il ritrovamento presuppone la perdita;
prima del ritorno c’è la partenza.
Per arrivare a comprendere
ed approfondire il ritorno,
bisogna esplorare gli eventi dolorosi della partenza.
Immaginiamo il padre avvolto nella sua tunica
che abbraccia il Figlio coperto di stracci,
(aveva sperperato tutto perciò si
presume non avendo più soldi,
che fosse vestito di cose vecchie e logore),
i quali tradiscono la grande miseria
che è dentro di lui.
Nel contesto di un abbraccio compassionevole,
il fallimento dell’uomo può apparire bello,
ma non ha altra bellezza se non quella che
viene dalla Misericordia che lo circonda.
Per capire a fondo il mistero della Misericordia,
bisogna guardare la realtà che la ricorda.
Perché assai prima di rientrare in se stesso e
tornare a casa il figlio è partito.
Ha detto al padre,
“dammi la parte del patrimonio che mi spetta”,
poi ha messo insieme tutto ciò
che ha ricevuto ed è partito.
Tutto questo è un evento inaudito, offensivo,
perché nel modo con cui il figlio se ne va
è come se desiderasse la morte del padre.
Pensiamo, il figlio chiede la divisione dell’eredità,
ma anche il diritto di disporre della propria parte,
quell’eredità che non ha diritti fino alla morte
del padre, quel dammi vuol dire,
padre non posso aspettare che tu muoia,
praticamente gli augura la morte.
La partenza del figlio è un atto molto più offensivo
di quanto sembra, mentre si fa la lettura.
È un rifiuto crudele della casa in cui
il figlio è nato e cresciuto,
è un drastico taglio rispetto al modo di vivere,
pensare e agire che gli è stato trasmesso,
più che di mancanza di rispetto si tratta,
di un tradimento dei valori che la
famiglia stessa gli aveva insegnato.
Andarsene da casa è, la negazione
della realtà spirituale che appartengono
a Dio in ogni parte del nostro essere, cioè,
che Dio ci tiene al sicuro in un abbraccio eterno,
che siamo veramente scolpiti nelle palme delle
mani di Dio e nascosti alla loro ombra.
Andarsene da casa significa ignorare la verità,
che Dio ci ha, “formati nel segreto,
intessuti nelle profondità della terra e tessuti
nel seno della nostra Madre”.
Andarsene da casa è partire come se
ancora non avessimo una casa e dovessimo
cercare in lungo e in largo per trovarne una.
La casa è il centro del nostro essere,
dove possiamo udire la voce che dice:
“Tu sei il mio figlio prediletto,
in te mi sono compiaciuto”,
la stessa voce che ha dato vita al primo Adamo,
poi ha parlato a Gesù, il secondo Adamo;
la stessa voce che parla a tutti i figli di Dio
e li rende liberi di vivere in un mondo
tenebroso rimanendo nella luce.
Tanti di noi hanno udito quella voce…..
ci ha parlato in passato e
continua a parlarci ora.
È la voce mai interrotta dell’Amore
che parla dell’eternità e dà vita e amore
ogni qualvolta viene udita.
“Io quando sento quella voce,
so di essere a casa con Dio e,
non ho niente da temere,
come il figlio prediletto del mio Padre celeste,
“se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché Tu sei con me”.
Come il figlio prediletto, posso, “guarire gli infermi
(quelle persone che sono lontane dalla fede),
risuscitare i morti
(pregare per le persone ammalate),
sanare i lebbrosi
(aiutare chi è nel peccato a ritrovare il Padre), avendo
ricevuto gratuitamente, così devo donare gratuitamente agli altri.
Come il figlio prediletto,
posso affrontare le difficoltà, consolare,
ammonire e incoraggiare senza paura di rifiuto,
come il figlio prediletto posso essere torturato
e ucciso senza dover mai dubitare che l’Amore
che mi è dato è più forte della stessa morte,
come il figlio prediletto, sono libero di vivere e di
dare la vita, libero anche di morire mentre do la vita.
Gesù mi ha fatto capire chiaramente
che la stessa voce che Lui ha udito sulla riva
del Giordano e sul monte Tabor,
può essere udita anche da me.
Mi ha fatto capire chiaramente che proprio come
Lui ha la sua casa con il Padre, così posso averla anch’io.
Pregando il Padre per i suoi discepoli,
Egli dice: “Essi non sono del mondo,
come io non sono del mondo,
consacrali nella verità.
Come Tu mi hai mandato nel mondo,
anch’io li ho mandati nel mondo, per loro Io consacro
me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”.
Queste parole rivelano il nostro vero domicilio,
la nostra vera dimora, la nostra vera casa,
Fede è la fiducia radicale che la casa è
stata sempre lì e sempre sarà lì,
con le mani del Padre che si posano
sulle spalle del figlio prodigo,
con l’eterna benedizione divina:
“Tu sei il mio figlio prediletto,
in te mi sono compiaciuto”.
Però più e più volte tuttavia ce ne
siamo andati da casa,
ci siamo sottratti alle mani della benedizione
e siamo fuggiti verso paesi lontani
in cerca di qualcosa di diverso,
(questo si verifica quando cadiamo nel peccato).
Questa è la tragedia della nostra vita
è la vita di tantissime persone che sono
alla ricerca vana di un po di serenità nel mondo.
In qualche modo siamo diventati sordi alla
voce che ci chiama figli prediletti,
abbiamo lasciato l’unico posto dove possiamo
udire quella voce e ce ne siamo andati
sperando disperatamente di trovare da qualche
altra parte ciò che non potevamo più trovare a casa,
ma è pura illusione.
Amici, siamo arrivati all'inizio della meditazione
con il figlio che se ne vuole andare in cerca di
una vita nuova fuori dalle regole e il Padre anche
se a malincuore lo lascia andare perchè faccia
la sua esperienza, poi si mette in attesa del
suo ritorno con tanta pazienza.
Fine settimana piena di impegni cominciando
da Sabato con l'incontro Mariano a Verona,
pregherò per tutti voi che non potete esserci
e vi auguro una Santa Domenica. Fausto

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