VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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domenica 8 maggio 2011

I due di Emmaus

Dopo essere tornato dal Santuario
dell'Amore Misericordioso, dove ho
trascorso e meditato con serenità
la Santa Pasqua, eccomi a casa in
questa domenica particolare, che ci
fa capire la nostra debolezza, che è
rappresentata nel brano del Vangelo
dei due ragazzi di Emmaus.
Sfiduciati, senza futuro, ripiegati su di sè,
illusi, con un grande passato alle spalle,
senza prospettive e possibilmente evitati
da tutti.
Non è la fotografia dei reduci del Vietnam
o di un gruppo giovanile che alla domenica
non sa come far sera tra una sgommata e
l'altra in automobile, è il ritratto della
nostra vita, del mondo delle nostre
relazioni, quando assaporiamo una
sconfitta e gli ideali che ci avevano uniti
non tengono più.
Ciascuno sfoglia nella sua memoria
l'album delle fotografie, le ricorda agli altri,
ma non c'è più niente che ci tiene assieme,
è il ritratto di una coppia di sposi che han
vissuto bene assieme, si sono dati amore e,
d'un tratto, la loro vita si svuota dell'interno,
è la scena dei due amici, tirati dentro,
entusiasti, nell'avventura di Gesù e ora
distrutti e delusi.
Credevano di averlo in mano: avevano
visto in trasparenza una vita nuova, ora
hanno negli occhi solo il suo cadavere,
nei pugni serrati la rabbia di essere stati
liquidati, nelle gambe un tentativo di
fuga dalla vita.
Aveva loro scaldato il cuore più di una
volta, e forse non avevano ancora fatto
il passo della fede.
A volte ci troviamo a domandarci; ma Dio,
esiste d'avvero?
Qualcuno ce lo mostrerà?
La fede non è come la pensiamo noi, ho
sempre pensato che ci fosse veramente
il bene, ma, se c'è, lo trovo sempre più
impigliato in compromessi.
Quei due discepoli, turisti sconsolati della
domenica sera, che si preparano a fare la
coda per rientrare ad affrontare un nuovo
lunedì, sono la nostra fotografia.
Ma hanno un'impennata di vita e di luce.
Si siedono a tavola con uno straniero che
ha cercato tutto il giorno di consolarli.
Quello prende un pezzo di pane,
lo spezza, lo benedice...
Si aprono loro gli occhi; questo gesto è
altamente simbolico; è vita donata e
spezzata, è un consegnarsi fino
all'ultima goccia per amore.
Si rimettono in coda per rientrare
a Gerusalemme, ma non sono gli
sconfitti della vita, i delusi del
proprio passato.
Hanno ritrovato la chiave interpretativa
della loro vita e della loro fede.
Direi; sono andati a messa, una messa di
quelle vere; in quel corpo spezzato hanno
trovato le uniche ragioni di vita.
Un augurio, che tutti voi possiate trovare
quel viandante che si fa compagno di
viaggio e vi aiuti ad aprire il cuore e la
mente, per poter assaporare ancora
di più il significato della Messa con il
Cristo Risorto, con affetto da Fausto.

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