VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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domenica 15 maggio 2011

L'unico Pastore.

Carissimi, abbiamo 50 giorni per accorgerci
della risurrezione del Maestro.
State tranquilli; anche per gli Apostoli è stata dura;
siamo così abituati a fermarci al venerdì santo,
da avere bisogno di tempo per accorgerci che il Signore è vivo.
Anche noi rischiamo di andare al sepolcro per imbalsamare Dio,
e abbiamo bisogno di molta fede per riconoscerlo nello spezzare il pane.
Alla luce della Pasqua gli Apostoli rileggono le Parole del Maestro,
che ora hanno un significato inatteso e luminoso;
il Signore si presenta come un buon Pastore,
che conosce e ama le sue pecore, le chiama ad una ad
una per nome, le pecore lo riconoscono e lo seguono.
Gesù non è un pastore qualunque, ne un imprenditore agricolo
che tiene gli animali chiusi in una stalla o in un allevamento
intensivo o cose del genere, è un pastore buono, cioè efficace,
e vuole dare la vita in abbondanza.
Gli altri pastori, in realtà, non sono riconosciuti dal gregge,
le pecore diffidano della loro voce.
I discepoli, sul momento, non capiscono.
Gesù dice di essere una porta d’ingresso;
attraverso di Lui si arriva alla felicità.
Commentiamo questo brano cominciando dalle note dolenti.
Chi o che cosa è pastore della mia vita?
Chi la conduce e dove mi conduce?
Istintivamente ci viene da rispondere: “Io non ho pastori,
me la cavo da solo, sono libero e adulto”.
Certo, ci mancherebbe!
Pastore; possono essere la mia carriera professionale,
il giudizio degli altri, i miei sentimenti.
Se guardiamo bene; scopriamo che dietro ogni nostra azione,
esiste qualcosa o qualcuno che c’ispira.
Spesso, troppo spesso, siamo condotti dai bisogni
suscitati dal mercato; cerco di apparire più piacevole,
di essere più alla moda, di farmi accettare.
Tutto ciò è normale, in parte giusto.
Ai discepoli, però, a quelli che sulla loro strada
hanno incontrato il Risorto, a quelli che hanno superato la tristezza,
il Signore chiede di non seguire i falsi profeti, di saper
distinguere le voci suadenti di chi la felicità la vende,
di chi chiede adesione ad un sogno improbabile,
da quella di chi la vita vera-----in abbondanza---la dona.
A volte con qualche amico scherzo dicendo, viviamo in un mondo in
cui per essere felici basta poco, e sembra che tutti ne conoscano la via;
bellezza, fisicità, intelligenza, salute, lavoro, soldi, tanti soldi.
Pensate che c’è gente che addirittura ci crede!
Ci sono persone che passano la loro vita a dire che,
la ragione della propria infelicità è non essere
sufficientemente piacenti o abbastanza ricche!
Gesù pretende di proporre una vita vera, di essere la
porta attraverso cui passare per raggiungere la felicità vera.
Vi annuncio solennemente; io ho scelto.
Voglio che sia solo il Maestro, che mi conosce per nome e di
cui ormai riconosco la voce, a guidarmi sulle strade della vita.
Perciò, prendo a piene mani questa parabola del buon Pastore;
al giorno d’oggi rappresentato nelle nostre comunità
dai nostri sacerdoti, e seguire il loro insegnamento
per camminare sulla via maestra senza paura.
Mancano preti? No; manca la fede,
manca il coraggio di capire a che cosa serve un prete e,
seguirlo, come il gregge segue il suo Pastore.
Buon inseguimento, cercatori di Dio.
Con affetto, una santa Domenica in compagnia
del buon Pastore da Fausto!

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