VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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venerdì 26 marzo 2010

Gesù entra Osannato a Gerusalemme

È la sua ora e si dirige sicuro a Gerusalemme,
senza paura.
Ma a Gerusalemme vuole entrare in umiltà,
vuole attirare gli sguardi con amore,
ed entra seduta su un mulo.
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Essi condussero l’asinello da Gesù e,
vi gettarono sopra i loro mantelli,
ed Egli vi montò sopra.
E molti stendevano i propri
mantelli sulla strada e altri delle
foglie di palma che avevano tagliato nei campi.
E tutti gridavano: “Osanna osanna”.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli! (Marco 11,7-11,10).
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C’è sempre voglia di far festa,
specialmente nei giovani,
ogni piccola ricorrenza è una scusa per fare festa.
È una bella cosa,
perché vuol dire che dentro di noi c’è
ancora voglia sana di divertimento,
almeno speriamo,
l’importante che sia veramente sincera!
E quel giorno tutti correvano,
avanti e indietro per le piccole vie di Gerusalemme,
inneggiando al figlio di Davide e, tutti gridavano:
“Sta arrivando Gesù!”.
Osanna, osanna.
Perché tutto questo gridare,
era passato tante volte per i vicoli,
quando saliva al tempio per insegnare,
tante volte, qualcuno di loro era riuscito ad avvicinarsi,
il loro amico cieco cha andavano sempre a consolare,
l’hanno visto con gli occhi spalancati e con la gioia nel
cuore dopo una guarigione impossibile.
Avevano seguito magari un po’ defilati,
le dispute con i sacerdoti del tempio e,
avevano goduto che Gesù li avesse messi tutti a tacere,
con le sue risposte che tante volte però non capivano.
Poi per un po’ era sparito, non si faceva più vedere,
correvano voci che volevano fargli del male,
che era meglio che stesse sotto traccia.
Avevano sbagliato opinione,
Gesù non si faceva intimorire.
Ma oggi la notizia è esplosa in tutta la città,
eccolo là, in barba a chi lo credeva un pauroso,
non è come noi,
che abbiamo paura e vergogna,
a professare la nostra fede cristiana.
Lui è tornato, a questa Pasqua non vuole mancare,
è la sua Pasqua, ed è qui ancora con noi e,
sappiamo che noi non ci caccia mai,
anzi, fa zittire gli altri per ascoltarci,
per dirci quello che gli sta a cuore e che dà gioia;
anche se poi facciamo presto a girargli le spalle;
“perché dopo qualche giorno,
saremo là in mezzo alla folla a gridare, crocifiggilo!”.
Ma Lui non guarda a queste cose,
le guarderà al momento opportuno,
ora invece guarda a quel poco di buono che
abbiamo nella nostra anima e ci invita a far festa,
a gioire della sua presenza;
e allora accogliamolo questo invito.
Lo abbiamo spesso ascoltato,
lo abbiamo visto carico di malati e di sofferenti,
che Lui toccava uno ad uno,
ma oggi lo vogliamo solo per noi,
per fare festa con lui.
Vogliamo Gesù,
che Tu condivida con noi questa spinta
interiore a guardare alla vita con gioia,
ad esprimere il massimo di allegria che portiamo in cuore.
Siamo contenti che Tu sia tornato tra noi.
Lascia per oggi le tue pur belle parole,
sii Tu la Parola della nostra gioia,
perché Tu sei con noi.
Parleremo dopo, adesso lasciaci cantare,
lascia che nei nostri tuguri,
dove per troppo tempo siamo stati rintanati,
risuoni il canto dell’Osanna,
della nostra contentezza per averti in mezzo a noi.
E Gesù contento passerà su una mula,
per farci vedere che si può essere Re anche nell’umiltà,
ci fa vedere che lui è uno di noi,
in mezzo a noi con il suo amore.
E Lui ci dice; è giusto che cantiate,
è bello che diate lode,
è importante che facciate festa.
Occorre colorare la vita di serenità, di pienezza.
E ci dice, se non cantate voi,
si mettono a cantare le pietre.
Questa nostra civiltà è troppo impelagata nei commerci,
è troppo piena di raggiri,
è colma di inganni e di interessi incrociati,
di trame politiche e di sopraffazione.
Occorre la venuta di Gesù per svegliarla,
per dare un sussulto di speranza a tutti noi,
che ci teniamo curvi sotto il peso di una attesa senza fine,
dove la nostra gioia si era cambiata solo in pianto.
Ora il lamento deve cambiarsi in gioia.
Nella nostra vita abbiamo spesso
necessità di far esplodere la gioia,
perché senza gioia non c’è festa, senza gioia non si ama,
senza gioia non c’è vita.
E allora Gesù, vieni in mezzo a noi,
fa esplodere la nostra gioia, riempi la nostra festa,
facci sognare una vita nuova.
Sappiamo che non potrà sempre essere così,
ma abbiamo bisogno ogni tanto di sentirti vicino,
ad alimentare la nostra gioia,
perciò vieni e spalancare una finestra,
di eternità con il tuo Amore Misericordioso.

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