VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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domenica 28 febbraio 2010

LA VISIONE DELLA MONTAGNA

Dal modo di essere e di sperare di Gesù,
scaturiscono tre atteggiamenti fondamentali;
ascolto, annuncio e servizio ai fratelli,
per attuare la volontà del Padre.

ASCOLTO.

Come realizza Gesù l’ascolto della volontà del Padre?

NELLA PREGHIERA:

“Prese con se, Pietro,
Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.

E, mentre pregava,
il suo volto cambiò d’aspetto e,
la sua veste divenne candida e sfolgorante” .

Lo splendore del volto di Gesù,
è il segno che la preghiera < colloquio con Dio>,
cambia il cuore della persona e,
la rende capace di entrare in comunione con Dio;
di accogliere la vita di Dio,
in perfetta adesione con la sua volontà.

Così Madre Speranza, persuasa di questa misteriosa realtà,
arriva a dire: “Non permettere, Gesù mio,
che io abbia a desiderare qualche cosa che non sia intenzione tua,
giacche non desidero altra cosa che farti piacere e,
sottomettermi in tutto e per tutto alla volontà del mio Dio.
Accendi, Gesù mio, nel mio cuore,
il fuoco del Tuo amore e,
così potrò accettare con gioia la Tua divina
volontà per quanto difficile sia”.

ANNUNCIO.

Si attua in Gesù, l’annuncio della volontà del Padre,
della lieta Novella, dell’avvento del Regno:
“Questi è il figlio mio, l’Eletto; ascoltatelo!”.

Annuncio che vede Gesù,
impegnato per le strade della Palestina;
sono gli anni della vita pubblica.

SERVIZIO.

L’ascolto e l’annuncio, sono autentici,
perché in Gesù si traducono in comportamento di servizio,
in opere di misericordia.

Un gesto assume, più o meno valore,
dalla motivazione per cui lo si compie;
per cui un gesto può diventare un gesto salvifico,
proprio in virtù del fatto che è mosso,
dall’unica legge dell’amore.

Non c’è cosa che giustifichi un servizio
gratuito se non l’amore e,
un amore appassionato come quello di Cristo,
che è possibile contemplare,
sul volto e sui simboli del
Crocifisso dell’Amore Misericordioso.

È lì, nel fissare quel volto,
che si comprende il linguaggio dell’amore.

È lì, che si comprende che
“amare”, vuol dire, “servire”,
“dare la vita”, “morire”, “marcire”, per generare.

Cristo, manifestazione dell’amore del Padre,
è Amore Misericordioso,
perché è l’amore di Dio,
che si incontra con la miseria dell’uomo.

Cristo, appunto come Crocifisso,
è il verbo che, non passa,
è colui che sta alla porta e bussa al cuore di ogni uomo,
senza toglierne la libertà,
ma cercando di trarre da questa stessa libertà, l’amore,
che non è soltanto atto di solidarietà,
con il sofferente Figlio dell’uomo,
ma è in un certo modo
“misericordia”,
manifestate da ognuno di noi,
al Figlio dell’Eterno Padre.

PELLEGRINAGGIO A MEDJUGORJE

La Madonna, Maria nostra Madre,
è stata mandata da Dio a richiamarci,
a rialzarci quando cadiamo,
ad essere vicina noi, nei momenti critici della vita,
è venuta a cercarci.
Ma siamo noi che non ci facciamo trovare,
ed è continuamente in attesa di un nostro cenno,
di una nostra risposta al suo richiamo,
perchè farla aspettare, farla stare in ansia.
Decidiamoci, diamo come ha fatto Lei il nostro si,
corriamo fra le sue braccia amorevoli di Madre,
e ci sentiremo più sereni, più tranquilli,
senza ansie e paure perchè Lei ci proteggerà.
Per questo abbiamo pensato di recarci dove da tanti anni,
Lei ci chiama per indicarci la strada da percorrere.
Allora se vuoi conoscere l'Amore Materno di Maria,
vieni con noi dal 20 al 24 Agosto 2010 a Medjugorje,
ti assicuriamo che saranno giorni meravigliosi.
Ti aspettiamo contattaci, Fausto e Bertilla, ciao.

QUANDO MANCA L'ATTESA

Quando nella nostra famiglia,
nella nostra vita e nel nostro quotidiano,
cala un velo di tristezza e,
non c’è più niente che ci entusiasmi e,
tutto ci sembra banale e scontato,
è in quel momento che ci accorgiamo che manca qualcosa,
qualcosa che ci dia una scossa,
la carica necessaria per riprendere entusiasmo e nuovo vigore.
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Ma la vera tristezza non è quando, la sera,
non sei atteso da nessuno al tuo rientro in casa,
ma quando tu non attendi più nulla dalla vita.

E la solitudine più nera la soffri,
non quando trovi il focolare spento,
ma quando non lo vuoi più accendere;
neppure per un eventuale ospite di passaggio.

Quando pensi, che per te la musica è finita.
E ormai i giochi sono fatti.
E nessun’anima viva verrà a bussare alla tua porta.

E non ci saranno più né soprassalti di gioia,
per una buona notizia,
né attimi di stupore per una improvvisata.

E neppure fremiti di dolore per una tragedia umana;tanto,
non ti resta più nessuno per il quale tu debba temere.

La vita allora scorre piatta,
verso un epilogo che non arriva mai.

Allora bisogna attendere.

Cioè sperimentare il gusto di vivere,
nei nostri ricordi dei momenti belli,
quella gioia che si sprigionava attraverso la famiglia,
gli amici, la Chiesa e l’amore per le cose semplici.

Per questo dobbiamo prendere esempio da Maria,
la donna che per eccellenza si è messa in attesa.

Si è messa in attesa.

In attesa di Giuseppe,
quando alla sera ritornava stanco dal lavoro e,
gli parlava dei suoi sogni.
(allora però non c’era la TV).

In attesa del giorno che tutti aspettavamo,
la nascita di Cristo,
che è sempre anche la nostra attesa,
ma tante volte non sappiamo riconoscerla.

L’attesa del giorno,
l’unico che Lei avrebbe voluto rimandare,
in cui suo Figlio sarebbe uscito di casa,
senza farvi mai più ritorno.

L’attesa dell’ultimo rantolo del Figlio inchiodato sul legno.

L’attesa del terzo giorno,
vissuta in veglia solitaria, davanti alla roccia.

L’attesa lì nel Cenacolo,
al piano superiore,
in compagnia dei discepoli,
in attesa dello Spirito Santo.

Vergine in attesa, all’inizio.
Madre in attesa, alla fine.

Santa Maria, Vergine dell’attesa,
donaci del tuo olio,
perché le nostre lampade si spengono.

Vedi, le riserve si sono consumate.

Se oggi non sappiamo più attendere,
è perché siamo a corto di speranza.

Santa Maria, donna dell’attesa,
riempi i nostri cuori di nuova speranza,
per saper ancora attendere.

Santa Maria, donna dell’attesa,
conforta il dolore delle madri e delle famiglie,
che hanno visto uscire i loro figli di casa e,
non ci sono più tornati,
perché uccisi da un incidente stradale,
perché sedotti dai richiami del mondo,
perché risucchiati dal turbine delle passioni o
perché travolti dalle tempeste della vita.

Riempi i silenzi di quelle donne o uomini,
che non sanno più che farsene dei loro giovani anni.
Perché il lui o la lei,
se ne sono andati con un’altro o un’altra,
senza pensare all’amarezza che hanno lasciato e,
senza contare all’amarezza che avranno,
quando troppo tardi si accorgeranno,
di quello che hanno perso.

(la loro famiglia).

Colma di pace il vuoto interiore di tutti quei giovani,
che nella vita le hanno sbagliate tutte e,
l’unica attesa che ora hanno è quella della morte.

Asciuga le lacrime,
di tutte quelle persone che hanno coltivato tanti sogni,
ma che adesso a causa della malattia,
se li sono visti svanire, uno ad uno e,
per questo non hanno più olio per la
loro lampada della speranza.

Maria Vergine dell’attesa,
donaci la volontà della tua attesa,
fa che non manchi mai in noi l’olio della speranza e,
che la vita ci trovi sempre con la lampada in mano.

Pronti ad accogliere il Signore che viene,
a riempirci della sua Misericordia.

AMEN

MARIA DONNA DEL PRIMO PASSO

La Madonna nostra Madre è quella che sempre è pronta
nelle nostre cadute a rialzarci, è Lei che ci anticipa
sempre, che viene a cercarci per portarci a casa, siamo
noi che non ci facciamo trovare, ci nascondiamo dalla
paura di essere visti, ecco perchè continua a venire
su questa Terra ad implorarci di farci trovare come sta
facendo da tanto tempo a Medjugorje.
Allora da bravi figli abbiamo pensato di farci trovare,
di rispondere al suo invito, di andare noi da Lei e,
allora partiamo il 20 di Agosto da Verona destinazione
proprio sulla sua collina dove si fa trovare a Medjugorje.
Chi volesse farci compagnia partiamo con un pulman contattateci,
saremo lieti di avervi con noi, vi aspettiamo.

Maria è la donna che si muove sempre per prima.

È Lei che decide di muoversi per prima,
non viene sollecitata da nessuno.

È Lei che s’inventa questo viaggio;
non riceve suggerimenti da nessuno.

È Lei che si muove a fare il primo passo;
non attende che siano gli altri a prendere l’iniziativa.

Dall’accenno dell’angelo ha avuto la percezione che la sua parente,
Elisabetta, doveva trovarsi in difficoltà.

Perciò, senza indugiare in pensieri e, senza tanti ma;
“come siamo abituati a fere noi;
forse, vediamo, se posso, se ne è il caso.

Non si è chiesta se toccava a Lei dare aiuto,
ha fatto i bagagli ed è partita,
ed anche in fretta su, per la montagna.

Naturalmente Lei è fatta così.
Non sta tanto a pensare.
Questo è il suo stile.

E questo stesso stile, lo vedremo poi alle nozze di Cana.

Non ha aspettato che gli sposi gli chiedessero aiuto,
ma è stata Lei per prima a giocarsi la prima carta,
ed ha vinto la partita.

Maria donna del primo passo.

Alzati ancora una volta in tutta fretta e,
vieni ad aiutarci, come facesti con Elisabetta,
prima che sia troppo tardi.

Abbiamo bisogno di Te.

Non attendere la nostra implorazione,
perché è sempre tardiva.
Anticipa ogni nostro grido di pietà.
Quando il peccato ci travolge e, ci paralizza la vita,
non aspettare il nostro pentimento.

Previeni il nostro grido d’aiuto, corri subito in tutta fretta,
accanto a noi e organizza la speranza attorno alle nostre disfatte.

Se non sarai Tu a muoverti per prima,
noi rimarremo sempre nel fango.

E se non sarai Tu a scavare nel nostro cuore,
non sentiremo più neppure il bisogno di Dio.

Santa Maria, donna del primo passo.

Chissà quante volte nella tua vita,
hai stupito tutti regalando il perdono.

Chissà con quale sollecitudine,
dopo aver ricevuto un torto dall’inquilina di fronte,
Ti sei alzata per prima e hai bussato alla porta e,
le hai donato il tuo perdono.

Chissà con quale tenerezza, nella notte del tradimento,
Ti sei alzata per raccogliere il pianto amaro di Pietro e,
pensiamo che Ti sia alzata per andare anche a
consolare Giuda dopo il tradimento,
peccato che non si sia fatto trovare.

Donaci, Ti preghiamo,
la forza di partire per primi,
ogni volta che c’è da perdonare.

Rendici come Te, esperti del primo passo.

Santa Maria, donna del primo passo.

Abile nel precedere tutti, gioca d’anticipo anche sul cuore di Dio.

Perché, quando busseremo alla porta del cielo e,
compariremo davanti all’Eterno, previeni la sua sentenza.

Allora alzati per l’ultima volta e, vieni incontro a noi,
prendici per mano e con un lampo di Misericordia negli occhi,
anticipa il suo verdetto di grazia.

E saremo sicuri del suo Perdono.

NEL TUO NOME GETTERO LE RETI

Gesù un giorno disse a Simon Pietro:
"Prendi il largo e gettate le reti per la pesca, rispose;
Maestro;abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla,
ma sulla tua parola getterò le reti".
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il Signore sta continuamente a darci consigli,
ma noi non gli ascoltiamo e,
ci ritroviamo purtroppo incapaci di fare qualsiasi cosa,
perché tutto va alla rovescia,
sembra che tutto si rivolti verso di noi,
non riusciamo a reagire e l'unica cosa che sappiamo fare,
è piangerci addosso.

Ma a volte basta solo una parola,
detta con fermezza da qualche persona di buon cuore,
per far scattare in noi una molla e improvvisamente,
riprendiamo nuovo vigore, nuova volontà e,
tutte le insicurezze svaniscono.

La nostra vita purtroppo è così,
quando ci allontaniamo dalla verità,
rimaniamo confusi e incapaci di fare qualsiasi cosa,
se non quella di disperarci,
non ci accorgiamo che stiamo andando alla perdizione,
cadiamo nello sconforto e nella disperazione senza via d'uscita.

Ci isoliamo e non vogliamo o non accettiamo consigli,
che magari potrebbero cambiare la nostra esistenza:
"Abbiamo faticato tutta la vita,
senza levare un ragno dal buco".

Non vogliamo accettare consigli,
quei consigli che Gesà attraverso la sua
Misericordia continuamente ci manda.
Chiudiamo mente e cuore,
perchè quei consigli non entrino e,
ci lasciamo andare alla deriva.

Ma a volte basta poco, un solo attimo di lucidità,
un consiglio nel momento giusto a metterci in ascolto,
aprire la mente e il cuore,
per sentire Gesù che con dolcezza ci dice:
"Getta la rete!”.

Allora con nuova forza e fiducia risponderemo:
“Signore, sulla tua Parola getterò le riti".

Ecco la fiducia, la certezza,
che attraverso di Lui saremo delle persone diverse,
persone fiduciose, senza più paure e incertezze.

E la pesca sarà abbondante!

Il Signore, quando incontra un'anima aperta all'ascolto,
la riempie, la inonda di entusiasmo con il suo amore e,
quest'anima ormai con il cuore infuocato dall'Amore Misericordioso,
riuscirà a trasmere a tutti quelli che incontra sulla sua via,
la via dell'Amore.

Gettiamo anche noi le reti come fece Simon Pietro,
sicuri che l'Amore Misericordioso di Gesù Cristo,
ci farà fare una pesca abbondante,
la pesca della speranza, la pesca della
serenità e della pace di Cristo.

Un invito all’ascolto della Parola del Signore,
all'abbandono totale incondizionato,
al suo Amore Misericordioso,
eravamo persi, Lui è venuto a cercarci,
perchè abbiamo bisogno di coccole,
le coccole d'Amore del Padre Misericordioso.

domenica 21 febbraio 2010

La Speranza attraverso l'Amore Misericordioso

Come facciamo a scoprire l'Amore Misericordioso?
Cosa dobbiamo guardare per capire,
cos'è il vero Amore Misericordioso?
Guardiamo Gesù,l'Umiltà fatta Carne!
Si è messo a disposizione,
attraverso la sua apertura al Padre.
Lui si è fatto Figlio prodigo;
è partito dalla casa del Padre,
è venuto in un paese lontano e,
si è offerto totalmente per noi.
Ha sofferto l'indifferenza,
è nato in una stalla e,
gli unici che hanno accolto l'invito degli angeli,
sono stati i più miseri, i pastori>.
Ha dovuto fuggire in Egitto,
è stato sottomesso ai genitori per trent'anni,
non gli abbiamo creduto e,
ancora adesso facciamo tanta fatica,;
è stato umiliato, deriso, maltrattato,
dichiarato un impostore,
bestemmiatore, amico dei peccatori,
<è vero, Madre Speranza diceva che, Gesù,
va alla ricerca dei più miserabili,
ed anche il più perverso e il più abbandonato,
è amato con tenerezza immensa da Dio,
come se non potesse stare senza di lui>.
Frustato, perchè considerato un sobillatore,
abbandonato, ha patito la solitudine e la paura.
Poi è stato venduto, ed anche rinnegato,
non bastava tutto questo e,
allora umilmente si è lasciato condurre al patibolo,
come Agnello mansueto, dando la sua vita per noi,
per tutti noi,
anche per quelli che lo deridevano e lo schernivano.
Quindi è ritornato alla casa del Padre,
che lo aspettava a braccia aperte.
Durante la sua vita terrena,
ci ha insegnato tante cose,
anche se noi facciamo molta fatica ad apprenderle:
"Ci ha insegnato ad essere disponibili,
accettare senza vendicarci,
perdonare chi ci fa del male senza rancore,
aiutare chi è nel bisogno, mettersi come fece Lui,
a disposizione incondizionatamente alla volontà del Padre:
"Non la mia, ma la tua volontà sia compiuta".
Credere che Lui opera anche attraverso di noi.
siete voi la luce del mondo; Matteo 5,13-14>.
Sentirlo dentro di noi nella sua pienezza,
come diceva Madre Speranza:
"Non sono più io che vivo,
ma è Lui che vive totalmente in me".
Perciò illusione no, speranza si.
Oggi si semina, ,
domani il seme germoglia e dopodomani dà il frutto.
Tutto quello che riceviamo su questa terra,
non sono cose che ci spettano,
ma tutto è regalo e grazia.
E ci accorgeremo che Dio è sconcertante,
imprevedibile e paziente,
siamo noi purtroppo, che abbiamo sempre tanta fretta:
"Un bambino per imparare a camminare,
deve cadere una, due, tre, quattro o cinque volte".
Noi è tutta la vita che continuiamo a cadere,
ma Lui non si è ancora stancato di rialzarci,
non si è ancora stancato,
di rimanere appeso alla Croce.
La speranza genera la pazienza,
chi spera nel Signore,
ha la pazienza di saper aspettare,
che arrivi il suo momento.
La grazia dell'Amore Misericordioso!

sabato 20 febbraio 2010

IL CROCIFISSO DELL'AMORE MISERICORDIOSO

L'attenzione che ci richiama,
al grande Cristo Crocifisso,
nella Cappella dell'Amore Misericordioso,
è l'eloquente testimonianza,
di quanto Dio abbia amato l'uomo.
Vediamo un Gesù, che è in Croce non adirato o costretto,
ma sereno, perchè per amore, ha accettato la morte di Croce,
Lui che non aveva nessuna colpa,
l'unica sua colpa, è stato il troppo amore per l'uomo.
Un Gesù, ancora vivo sulla Croce, mentre supplica il Padre:
"Padre, perdonali, perchè non sanno quello che fanno".
Un Gesù, che si erge nella sua Regalità,
perchè attraverso la Croce ci ha conquistati,
non con la forza, ma con l'Amore.
<è l'emblema della sua conquista attraverso l'Amore>.
Un Gesù, che ha ai suoi piedi una corona da Re,
perchè Dio vuole regnare su di noi con il suo Amore e,
riportare tra noi uomini, un regno d'Amore:
"Amatevi gli uni gli altri, come Io vi ho Amato".
.
Un Gesù, che ha alle spalle una grande Ostia per ricordare,
che Egli scende misticamente ogni giorno nell'Eucaristia,
a rinnovare il suo gesto d'Amore.
Un Gesù, che continuamente è lì,
appeso alla Croce, per scusarci presso il Padre,
dei nostri continui peccati.
Ed è sempre lì, a ricordarci che,
su quella Croce ci è salito, per ognuno di noi.

LA FEDE DI MADRE SPERANZA

Agli inizi mi domandavo:
"Come ha fatto a fare tutto quello che vediamo a Collevalenza?
Il Santuario, le case del pellegrino, il pozzo, le piscine,.........
ma sopratutto,
come ha fatto a chiamare tante anime a questo Santuario e,
sopratutto, quelle che ha portato al Signore?
Lei, una suorina, dall'apparenza insignificante,
analfabeta, umile e povera in tutto?".
La risposta è semplice;
è stata la sua GRANDE FEDE nel Signore,
malgrado tutto e tutti.
Sono moltissimi gli episodi che lo possono testimoniare,
ma quello più sconvolgente è stato quello dell'acqua e delle piscine,
non per niente il Santuario dell'Amore Misericordioso,
viene chiamato la piccola Lourdes Italiana.
Gesù, disse a Madre Speranza,
di far trivellare il terreno vicino al Santuario,
per trovare tanta acqua da alimentare le piscine,
per le immersione degli ammalati, non solo corporali, ma sopratutto spirituali.
A quell'acqua, Dio,
avrebbe dato il potere di curare il cancro, la paralisi e,
cosa più importante, avrebbe curato le malattie dell'anima:
"Adopera quest'acqua con fede e amore,
sicuro che troverai refrigerio al corpo e salute all'anima.
La Madre si rivolse ad una ditta artigiana del luogo,
ma le fu risposto;
che era impossibile avere acqua in quella zona, che da sempre ne era priva.
La ditta, fece un tentativo, ma poi desistì, perchè troppi problemi;
gli attrezzi, in particolare le trivelle si rompevano,
le difficoltà sembravano insormontabili,
il tempo passava, il denaro finiva.
Poi altra ditta, con mezzi più specializzati,
ma i problemi continuavano e non accadeva nulla,
l'acqua non si trovava.
La Madre, contro il parere del proprietario della ditta e di tutti,
diede ordine di proseguire.
Intanto pregava il Signore ad alta voce,
raccomandandogli gli operai,
perchè non gli venisse a succedere niente e,
il 6 Maggio del 1960, l'acqua sgorgò.
Ci sono molte testimonianze,
che possono confermare questo fatto.
Solo poche parole disse Madre Speranza: "Più fede!",
mentre, rivolta al Signore diceva:
"Grazie, grazie, Ti ringrazio o Buon Gesù!".
La fede fece muovere la Divina Provvidenza,
anche per la costruzione della grande Basilica;
una signora di Colleferro, proprietaria di un cementificio,
dopo aver conosciuto Madre Speranza,
si mise a disposizione per la costruzione,
motivando la sua scelta in questo modo:
"Le mie amiche hanno il piacere di spendere,
30-40 milioni, in vestiti e gioie da portare,
io le gioie le voglio così".
Nel Maggio del 1963,
la Madre prese il terreno sul quale si sarebbe dovuta costruire la prima
"casa del pellegrino",
questa nuova opera, inizialmente intimorì la Madre,
ma esprimendo con confidenza filiale le sue preoccupazioni al Signore,
questi la consolò invitandola a pregare.
Tutto quello che si vede a Collevalenza,
la Madre, riuscì a realizzarlo attraverso l'aiuto del Signore,
che è stato il frutto della sua grande fede in Dio Padre.

DON GIOSY(SECONDA PARTE)

DON GIOSY(PRIMA PARTE)

LA VOCE DI MADRE SPERANZA

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