Carissimi
amici abbiate pazienza,
ma
in questo fine settimana siamo
stati
a Collevalenza per la Beatificazione
di
Madre Speranza e a Roma per
la
Santa Messa di ringraziamento,
ma
non potevo fare a meno di darvi
questo
scritto per l’Ascensione di Gesù,
soprattutto
dopo questa bellissima
esperienza
vissuta a Collevalenza.
Con
noi fino alla fine.
Strana
festa, questa dell'Ascensione, è come un crinale che
divide la
nostra vita di fede in due parti: un prima e un dopo.
Un prima,
anzitutto: con l'Ascensione finisce un'epoca,
un momento,
una storia.
La storia
dell'uomo Gesù, del suo aspetto, del suo sorriso,
del suo
sguardo profondo.
Non potremo
più sentire la sua voce che chiama per nome
Tommaso e
Maria, non ammireremo più la sua pazienza
mentre
dialoga animatamente con i due testoni di Emmaus.
Neppure
potremo più, commossi, guardare la passeggiata
del Maestro
sulla riva del lago mentre prepara il pesce per
i discepoli
sconfortati e che-ancora-riempie il cuore
frantumato
di Pietro.
La storia di
Gesù è conclusa, non torna, e non nascondiamo
una
malinconica nostalgia e un'invidia verso chi ha avuto la
gioia
inaudita di parlare con Lui faccia a faccia.
Ascensione non è solo la fine di un tempo che non torna,
Ascensione non è solo la fine di un tempo che non torna,
ma
l'apertura verso una nuova dimensione.
Nel Vangelo
di Matteo le ultime parole di Gesù sono
straordinarie:
"Ecco, io sono con voi sempre".
Ci crediamo
davvero?
Siamo
davvero convinti che il Signore è qui in mezzo a noi?
Non come
ricordo di un personaggio della storia, non come
emozione nel
leggere le sue parole e i suoi gesti,
ma realmente
presente? Diciamolo chiaramente: forse
avremmo
preferito una presenza reale, toccabile, verificabile.
Siamo alle
solite: dobbiamo sempre essere noi a dire a Dio cosa
deve o non
deve fare.
Il nostro
mondo, un po' incredulo, è convinto che, in fondo,
la realtà
verificabile, misurabile, sia l'unica degna di attenzione.
Spazziamo
via il mondo dell'invisibile come una sorta di
primitiva
creduloneria.
Eppure: non
è forse nel mondo del profondo, dell'invisibile,
che abitano
le cose più importante della nostra vita?
Cose come
amore e amicizia non sono certo tangibili: ne vediamo
i segni, ne
percepiamo le emozioni ...
Il Piccolo
Principe, fantastico personaggio uscito dalla penna
di Saint
Exupéry, ci ricorda, giustamente, che "non si vede che con
il cuore,
perché l'essenziale è invisibile agli occhi".
Un modo
laico per riprendere l'invito di san Paolo a "fissare lo
sguardo
sulle cose invisibile, perché sono quelle che restano".
Fidiamoci,
dunque, e chiediamoci se il fatto di non riconoscere
la Sua
presenza non sia a causa di un tiro mancino fattoci da Gesù,
ma a causa
della nostra fede inconsistente.
Dove è
presente Gesù nel nostro tempo?
E' visibile
nello sguardo di ogni uomo, fatto a immagine e somiglianza
di Dio, è
visibile nella nostra comunità che si ama e si rispetta, forse,
è visibile
nella Parola proclamata e nel Pane della sua presenza.
Di più: io
divento, per richiesta stessa di Gesù, suo volto,
suo sguardo,
per il fratello che incontro.
Sono
chiamato ad essere manifestazione della misericordia di Dio.
Che bello!
Pensate se
riuscissimo, tutti, a diventare volto del Dio di amore
per il
fratello che incontriamo...!
Abbiamo, è
certo, urgente bisogno di credere, di fidarci,
di
abbandonarci nelle mani di questo Dio che accetta di passare
attraverso
il rischio della mia incoerenza pur di stare vicino ai fratelli.
Ascensione
diventa allora la festa della testimonianza,
la festa
della fede, la festa della presenza.
Un ultimo
appunto che mi riempie il cuore di gioia.
In Dio
Trinità c'é Gesù di Nazareth.
Un uomo in
carne ed ossa, trasfigurato, è ormai presente nella Trinità.
E' il
supremo sigillo dell'Incarnazione: la nostra umanità, assunta
dal Figlio
di Dio, è piena di gloria e di dignità.
La nostra
carne, le nostre storie, io stesso, sono diventato dimora di Dio.
Occorre
recuperare il senso della dignità che ci porta ad avere un senso
di rispetto
infinito (divino) per ogni uomo, per ogni donna.
In questo
mondo in cui la corporeità è esaltata solo se perfetta,
tempo in cui
si mascherano i segni dei tempi sui volti delle persone,
questo tempo
di top-model, abbiamo questa bella notizia da portare:
corporeità è
luce, è bello, è promessa di eternità.
Questo Dio
che ha assunto su di se la fragilità e la caducità dell'essere
umano,
assume e trasfigura il limite.
Abbiamo di che gioire, amici, Ascensione è il trailer del nostro destino,
Abbiamo di che gioire, amici, Ascensione è il trailer del nostro destino,
la caparra
dell'immortalità.
Non
guardiamo al cielo, perché Gesù Cristo è parte di noi.
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