VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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venerdì 25 maggio 2012

Messaggio della Madonna a Marija Medjugorje

Messaggio del 25 Maggio 2012.
Cari figli! Anche oggi vi invito alla conversione
e alla santità.
Dio desidera darvi la gioia e la pace attraverso
la preghiera ma voi, figlioli, siete ancora lontano,
attaccati alla terra e alle cose della terra.
Perciò vi invito di nuovo: aprite il vostro cuore
e il vostro sguardo verso Dio e le cose di Dio
e la gioia e la pace regneranno nel vostro cuore.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

lunedì 21 maggio 2012

Il Pozzo e l'Acqua del Santuario

Il Pozzo e l’Acqua del Santuario,
la minaccia del nemico.
Si può dire che il piccolo paese
di Collevalenza, nella sua storia,
abbia sempre sofferto per la
mancanza di acqua potabile;
e in quegli anni il Comune di Todi
cercava di supplire con erogazioni
periodiche a mezzo di autobotti.
In questo contesto, la volontà
divina in merito al Pozzo e alle
Piscine si fece esplicita;
si era agli inizi dell’anno 1960.
Le circostanze vengono egregiamente descritte dalla Segreteria Generale delle Ancelle dell’A.M:
“Nostra Madre (Madre Speranza), ha ricevuto
l’ordine di realizzare alcune Piscine per il bagno dei malati e le è
stato indicato (dal Signore), il punto dove troverà l’acqua necessaria.
Nostra Madre, sempre fedele ai comandi di Colui che non sbaglia,
ne dà ordini in maniera vana, si dispone ad iniziare un pozzo
lì dove le è stato detto che troverà l’acqua, cioè a fianco
della futura; Basilica dell’Amore Misericordioso,
tra questa e la futura; Casa della Giovane.
Più oltre prosegue: “Al nemico del bene” urta che si progettino
delle piscine per il bagno dei malati (la qual cosa fa ben
comprendere come queste piscine produrranno tanto del bene),
e contrasta in ogni modo a nostra Madre a causa del pozzo,
e la minaccia dicendole che se farà uso della trivella, la romperà;
che romperà tutte quelle che verranno portate e non ce
ne saranno a sufficienza in tutta l’Umbria”.
E in effetti l’escavazione del Pozzo, fu a dir poco snervante,
sia per la profondità che si dovette raggiungere (122 metri),
sia per la serie, umanamente inspiegabile, di complicazioni
meccaniche e tecniche che si verificarono; per la Madre Speranza,
poi, si aggiunsero numerose vessazioni del maligno.
I lavori dell’intero progetto durarono precisamente 10 mesi;
dal 1° Febbraio al 1° Dicembre del 1960, giorno in cui fu istallata sull’apposita colonna la statua in marmo di Maria Mediatrice,
nel piazzale delle Piscine.
Si iniziò la perforazione del Pozzo con una trivella a mano,
azionata da uno dei Religiosi, con la quale si raggiunse
la profondità di 9 metri.
Successivamente, ai primi di Marzo, si conferì l’incarico ad
un’impresa locale la quale, dopo aver anch’essa adottato
una trivella (spezzatasi a 12 Metri di profondità),
proseguì fino a 23 metri realizzando un (pozzo romano).
Non potendo proseguire oltre con tale tecnica, ai primi di Aprile,
ci si accordò finalmente con una ditta specializzata,
la ditta Guido De Togni di Isola della Scala (VR).
Quando il dubbio iniziava già a serpeggiare anche in casa
e i commenti di molti all’esterno si facevano malevoli,
nel pomeriggio del 6 Maggio, la sonda di perforazione,
dopo essere rimasta bloccata in profondità per un
po’ di tempo, finalmente e inspiegabilmente si libera,
e incontrò un’abbondante falda acquifera a 92 metri;
fu una liberazione.
In quella occasione la Madre Speranza, andata in estasi
presso il Pozzo, pronunciò parole di commosso
ringraziamento e di fiduciosa implorazione.
Altre falde acquifere furono trovate a 114, 120 e 122 metri.
Meno problematiche, invece, fu la realizzazione delle Piscine,
progettate dall’architetto Julio Lafuente, iniziate le fondazioni
il 22 Agosto, tutto fu ultimato per il 1° Dicembre di quello
stesso anno, il 1960.
In questi 10 mesi, tante cose sono accadute attorno alla
realizzazione di quest’opera, alcune inspiegabili, altre divertenti,
ma tutte indicano quanto il male non abbia mai dato tregua
a Madre Speranza, cercando in tutti i modi di far fallire l’opera;
da qui si capisce quanto lui sapeva il bene che avrebbero
fatto all’umanità.
Madre Speranza diceva però, attenzione che l'acqua è acqua,
è un bene prezioso ed un dono del Signore, da sollievo al
corpo e salute all'anima, ma non bisogna credere che sia
miracolosa, può avvenire anche che si verifichi una grazia,
la quale avviene sempre attraverso la fede e la preghiera,
il bere l'acqua o fare l'immersione nelle vasche è un segno
di umiltà e di amore verso colui che ci ha fatto questo dono. 

martedì 8 maggio 2012

Il pellegrinaggio al Santuario dell'Amore Misericordioso 5-6 Maggio 2012

Carissimi, è da venerdì che non pubblico niente perchè siamo
andati in pellegrinaggio al Santuario dell'Amore Misericordioso
a Collevalenza (PG), proprio quel Santuario di cui sto mettendo delle
meditazioni su Madre Speranza e le sue opere in questo blog.
Abbiamo vissuto queste due giornate in compagnia con degli amici,
pregando, condividendo i nostri problemi, conoscendo la vita di Madre Speranza,
il Santuario e le opere annesse, all'arrivo ci siamo recati nel Santuario del Crocifisso,
per conoscerne il significato e meditarlo, nel pomeriggio dopo la liturgia abbiamo
fatto l'immersione nell'acqua del Santuario, poi abbiamo animato la Santa Messa
delle 17,30, dopo cena un momento di intensa preghiera con la Via Crucis.
Domenica mattina abbiamo visitato i luoghi dove è vissuta Madre Speranza
e dove vi si trovano tutti gli oggetti che le erano appartenuti, per poter capire
il significato della sua vita, una vita immersa nell'Amore del Signore,
poi abbiamo animato anche la Santa Messa delle 10,00 e a seguire la visita
del resto dell'opera.
Dopo il pranzo siamo partiti alla volta di Montefalco (PG),
per visitare il Santuario di Santa Chiara della Croce delle suore di clausura
dell'ordine di Sant'Agostino, dove Suor Giovanna ci ha accompagnato e
spiegato la vita di Santa Chiara e le sue opere, altro momento di commozione
nel vedere il suo corpo esposto, con il cuore aperto e la Croce che vi si trovava
dentro di  cui gli è stata levata al momento della sua morte.
Sono stati due giorni bellissimi, passati in preghiera, nella gioia nell'amicizia
e nella serenità, quando si fanno queste esperienze si vorrebbe non finissero mai,
purtroppo le cose belle hanno sempre una fine purtroppo, ma rimane però un ricordo
indelebile di questa esperienza nel nostro cuore, un grazie a tutte le persone che
hanno condiviso questa esperienza, salutandole auguro a tutti loro e
alle loro famiglie tanta salute, pace e serenità con tanto affetto da Fausto e Bertilla.
P.S. come promesso eccovi le fotografie che ho scattato durante il pellegrinaggio, ciao a tutti.  


martedì 1 maggio 2012

Il Santuario del Crocifisso

Il Crocifisso, (Il cuore di tutto
il complesso).
Un Dio che perdona, dimentica,
non tiene in conto.
Per parlare del Crocifisso del Santuario,
dovremmo scrivere pagine e pagine,
per poterlo comprendere a fondo,
cerchiamo di riuscirci nel più breve
tempo possibile.
Il Crocefisso, maestoso,
situato dietro all’Altare, appeso alla parete, mi da sempre
l’impressione che voglia parlarmi, dirmi qualcosa,
e forse è veramente così.
Non è un oggetto messo lì per abbellire una parete,
ma una figura reale che vuole farci comprendere tante cose,
perché quel Crocefisso è l’emblema dell’Amore e
della Misericordia di Gesù Cristo.
Un Crocifisso diverso dai soliti che vediamo nelle nostre
Chiese o nelle nostre case, un Gesù vivo, nell’espressione
più bella della sua vita terrena, lo vediamo con gli occhi
rivolti al Cielo, lo sguardo fisso nello sguardo del Padre,
mentre sta per compiere il suo grande gesto d’Amore:
“Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”.
Lui è salito su quella Croce per espiare i nostri peccati,
e dall’alto di quella Croce, nello spasimo dei dolori,
Lui pensa a noi, ci giustifica e chiede il nostro perdono
al Padre, quanto Amore emana quel gesto.
Lo vediamo eretto, nella sua regalità, non nell’abbandono
della morte, non la ferita della lancia nel costato,
ma un grande cuore nel centro del petto,
dove sta scritto “Charitas”, che vuol dire Amore.
I piedi appoggiati al poggiapiedi attaccato alla Croce
la quale è fissata sul Globo, l’Universo sotto i suoi piedi,
sopra il globo su un cuscino la corona Regale,
segno della sua Regalità, della sua conquista,
Lui con la sua crocifissione e morte ci ha conquistati
attraverso l’Amore, un Dio che perdona, dimentica e
non tiene in conto; come diceva M. Speranza.
L’emblema del Crocefisso dell’Amore Misericordioso,
è riportato nella parabola del figliol prodigo,
quel padre che alla richiesta del figlio:
“Padre dammi quello che mi aspetta; è come se
avesse augurato la morte al padre, non ne aveva il diritto,
in quanto il padre era ancora vivo, il padre sa che il figlio
va a perdersi, ma lo stesso anche se a malincuore divide
le sue sostanza, e dopo la partenza del figlio,
va nel punto più alto della casa e scruta l’orizzonte
nell’attesa del ritorno del figlio.
Lo scorge da lontano, si precipita e gli corre incontro,
non aspetta che il figlio si giustifichi e gli chieda perdono,
ma gli getta le braccia al collo ”ecco il perdono”,
poi chiama i servi e dice; rivestitelo e mettetegli i
calzari ai piedi, ridategli la dignità di figlio
“aveva già dimenticato le mancanze che aveva commesso”,
poi disse, ammazzate il vitello grasso e facciamo festa,
perché avevo perso un figlio, e l’ho ritrovato;
“non ha più tenuto in conto le sue colpe”.
Questo è il simbolo del Crocefisso dell’Amore Misericordioso,
un Padre pieno di Amore e Misericordia che:
“Perdona, dimentica e non tiene in conto”, le nostre colpe,
la Madre diceva anche; che Dio permette il peccato,
anzi, quando vede un figlio che sta per cadere nel
peccato si gira dall’altra parte per non essere d’inciampo,
ci lascia liberi, non ci intralcia, per poi farsi mendicante e venire
a mendicare la nostra richiesta di perdono; ecco l’Amore.
E dietro al Crocefisso, troneggia una grande Ostia Bianca,
per ricordare il suo grande gesto d’Amore, e perché possiamo
capire che veramente Gesù in ogni S. Messa scende
misticamente a rinnovare il suo gesto d’Amore,
è vero; nell’Ostia consacrata troviamo il suo corpo.
Per questo, credo che davanti a quel Crocefisso,
nel silenzio di quel Tabernacolo che è il cuore di
tutto il complesso dobbiamo metterci in contemplazione,
in preghiera, sicuri che Lui ci parla.
Di cosa; senz’altro di amore con tenerezza come
fa un Padre al proprio figlio.