VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

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domenica 3 aprile 2011

Il cieco nato e Gesù luce

Il cieco nato e Gesù luce.
Il Vangelo e Giovanni ci propongono,
una bellissima pagina di misericordia e purtroppo
ci fanno scoprire anche l’odio contro Gesù.
Se questa pagina non la vediamo e non la capiamo,
è perché siamo dei ciechi anche noi,
abbiamo bisogno anche noi, come il cieco,
che Gesù ci spalmi un quintale di fango sugli occhi.
Era anche lui uno di quei ciechi che facevano
i turni da mendicante tutti i giorni,
festivi compresi, soprattutto il sabato
quando tanta gente andava al tempio a
ricordare le meraviglie di Dio.
Conosciuto da tutti, da tutti compatito e sopportato.
Proprio di sabato gli si para davanti Gesù.
Gesù osa fare del fango, in giorno di sabato,
osa spalmarlo sugli occhi in giorno di
sabato e il cieco torna a vedere.
La gioia è garantita, la festa pure;
per questo cieco inizia una vita nuova,
salta, canta di gioia,
ma non sa che cominciano i suoi guai.
Non doveva ritrovare la luce in giorno di sabato,
in un altro giorno forse poteva starsene tranquillo.
E così viene impigliato in una vicenda più grande di lui.
L’autorità costituita fa una indagine;
non se ne può più di questa continua infrazione
della legge fondamentale per la religione ebraica.
Chi osa sfidare il sabato è un maledetto da Dio,
infrange il nostro codice penale e deve pagare.
Comincia così la caccia al bestemmiatore;
come è stata, chi era, è proprio vero,
sai ne raccontano tante la gente che non
bisogna mai fidarsi di quel che dicono.
Questo è il cieco, ma può essere finto.
Dove sono i genitori?
Falli chiamare.
Che dite? Chi è stato?
Perché chiamate in causa noi?
Chiedete a lui che ha la sua età.
Lui non si interessa tanto di religione.
Lui sa solo che non ci vedeva,
che viveva una vita buia, senza speranza,
dipendente in tutto, con un cuore spento, senza colori.
Oggi ogni ora che passa scopre la bellezza della vita.
Vorrebbe che tutti con lui ammirassero
il creato come se fosse nuovo;
invece stanno a litigare sui modelli
di interpretazione della realtà.
Certo occorre pensare, occorre non abboccare,
ma io ci vedo e prima nemmeno pensavo quanto
fosse bello godere delle cose che Dio ha fatto.
Ora mi invadono i colori, la mia vita è un’altra.
Non mi state a convocare tutti i giorni,
lasciatemi godere la luce, le piante, i fiori,
gli uomini e le donne, il sorriso dei bambini,
le espressioni dei volti.
Ma ormai ha l’abbonamento agli uffici dell’inquisizione.
Gli viene il sospetto di essere cercato perché,
vogliono diventare seguaci di Gesù.
L’avesse mai detto!
Gli cala addosso una serie di improperi che lo inchiodano.
Ma perché questa gente non è felice con me,
per la vista che ho ripreso?
Perché continua a indagare su chi mi ha guarito?
E in lui nasce a poco a poco non più solo l’interesse
per la nuova vita che lo riempie di gioia, ma il
desiderio di conoscere e incontrare colui che lo ha guarito.
Ne aveva goduto la bravura, perché gli aveva ridato la vista,
ma Lui chi è, se questi si scaldano
tanto e sempre di più verso di Lui?
I nemici di Gesù lo portano contro volontà,
sempre di più verso di Lui.
Lo tormentano per distaccarlo dal Nazareno,
e in lui invece nasce la sete di Lui.
Non ci aveva mai pensato, lui tirava a campare,
la vita era dura, non sapeva di Gesù, né gli interessava.
I farisei scornati devono ammettere il fatto;
il cieco era vero, oggi è vero che ci vede e
tutti testimoniano che è stato Gesù.
Ma i conti non tornano;
questo Gesù è un inadempiente e
Dio non può stare dalla sua parte.
Non riescono a pensare il nuovo che irrompe,
non pongono mente a quanto
veramente Dio sta chiedendo a loro.
Loro sanno fare solo sentenze,
mettono alla sbarra anche Dio,
come facciamo sempre anche noi.
Prima di guardarci dentro e di vedere come siamo malati,
incolliamo le nostre malattie sugli altri.
E finalmente arriva il magico incontro con Gesù,
ancora più bello di quello del fango spalmato
sugli occhi e del dono della vista.
Ora è Gesù che si presenta,
sono io che ti ho ridonato la vista.
Signore, io credo è la risposta precisa,
perentoria, senza dubbi di colui che era
stato cieco ed ora è guarito.
È più coraggioso dei suoi genitori.
Lui crede, si affida,
non teme di essere buttato fuori dalla sinagoga;
ha ricevuto la vista,
ma ora gli interessa vedere la verità,
contemplarla per dare al suo nuovo mondo il vero senso.
È la fede in Gesù, la sua nuova vista,
e anche la nostra se lo vogliamo.

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