VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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domenica 7 novembre 2010

VORREI ESSERE PRESO PER MANO DA TE

Carissimi, ho ricevuto un ringraziamento
da un nostro amico pellegrino dopo
il pellegrinaggio di ottobre a Medjugorje,
ma nello stesso momento un'accorato
bisogno di sentire vicino a sè persone
amiche, per questo mi ha ringraziato,
perchè, anche se non ci conoscevamo,
mi dice, mi hai chiamato amico,
mi hai fatto sentire qualcuno,
mi hai fatto capire che per te
sono importante e mi hai sorriso.
Ti ringrazio di questo caro amico,
e voglio regalarti questa meditazione
che ho fatto leggendo la tua E.mail.
Spero ti possa servire a capire che
se vuoi c'è un amico più importante
che vuole starti vicino; è Gesù.
Dal vangelo secondo Marco.
Giunsero a Betsàida,
dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo.
Allora preso il cieco per mano,
lo condusse fuori del villaggio e,
dopo avergli messo della saliva sugli occhi,
gli impose le mani e gli chiese:
Vedi qualcosa?
Quegli, alzando gli occhi, disse:
Vedo gli uomini, poichè vedo come
degli alberi che camminano.
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi
ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e
vedeva a distanza ogni cosa.
E lo rimandò a casa dicendo:
Non entrare nemmeno nel villaggio.
(Marco 8,22-28).
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Non gli ha regalato un bel cane lupo, addestrato,
con un pelo liscio e striato, affettuoso, intelligente,
che lo conduce dove vuole, lo difende,
gli fa intuire il pericolo, lo segue con fedeltà;
non gli ha regalato un bel bastone bianco,
che lo segnala a tutti passanti,
così che lo schivano o lo aiutano
ad attraversare la strada;
nemmeno gli ha fatto una
campagna di sensibilizzazione
per far costruire percorsi segnaletici sui marciapiedi
o alfabeto braille sui tasti degli ascensori.
Lui è un cieco, piuttosto rassegnato,
non sbraita, non maledice nessuno, non importuna,
nemmeno sta sulla strada a stendere il
cappello e a impietosire i passanti.
Si sente forse sfortunato, sicuramente demotivato.
E te credo!
Ma ha degli amici che non lo mollano e
che lo hanno portato affettuosamente da Gesù.
Tu Gesù che sei la luce,
che ci hai aperto gli occhi con le tue parole,
che ci hai disciolto le nebbie della vita,
che ci trascini fuori da tutte le nostre idiozie,
tocca questo nostro amico,
fa quello che sai fare solo Tu,
ridagli la gioia dei colori,
la possibilità di leggere il sorriso dei bimbi
e di guardarci negli occhi.
E Lui, Gesù, lo prende per mano.
Non ha guardato se è un amico o un
conoscente, non gli ha fatto i raggi X. No!
Lo ha preso per mano.
La sua mano si stringe alla mano del cieco,
stabilisce con lui un contatto tenerissimo.
Non vi è mai capitato di essere
in un momento di depressione,
quei momenti che ti fanno vedere tutto nero e,
vorresti sentire la mano di una persona amica,
che stringe la tua per infonderti coraggio?
Io si tante volte amici.
In quel momento capisci quanto
sia importante un’amicizia.
Il cieco non lo vede, non immagina chi sia,
ma sente la mano di Gesù nella sua.
È la mano che benedice, che accarezza,
che tocca il lebbroso e lo guarisce,
che impone ai malati e ai peccatori e li scioglie.
È la mano piccola del bambino che stringe
quella poderosa del padre,
il bambino ne va fiero,
sente crescerli la forza, regge il
confronto con tutti i suoi amici.
Però purtroppo, ai nostri giorni tanti bambini,
non lo possono fare.
Valle a capire certe persone!
È la mano dell’innamorato che stringe
la mano dell’innamorata;
passano sentimenti tenui, dubbi, certezze,
domande di sincerità, attesa d’amore,
solidarietà, apprensione, gioia.
È la mano, magari stanca per l’età,
che stringe quella dello sposo o sposa,
nei loro ultimi momenti di tenerezza.
Non è la mano che ti stringe alla gola
o che ti trascina nel baratro,
è la mano dell’amico che se necessario,
muore con te, ma non ti lascia.
È la mano della mamma di
Benedetta Bianchi Porro,
una ragazza che alla fine della vita potrà
comunicare col mondo solo attraverso il
palmo della mano e un alfabeto morse
inventato per capirsi tra di loro.
Quei colloqui tra le mani,
hanno permesso di far giungere a noi,
lettere bellissime sulla felicità.
È la dolce intimità di Gesù per la
penosa solitudine di un uomo,
assetato di amore e di salvezza.
È la mano di Dio che solleva l’umanità dal peccato,
è ancora una volta il tocco del Creatore,
all’inizio della vita dell’uomo.
È una mano che toglie dal torpore, che
infonde coraggio, che ispira vita e forza.
È la mano di Gesù che presto sarà bucata dai chiodi,
perché Lui può avere solo mani
bucate per il bene di tutti.
Gesù prendimi per mano,
perché io ho bisogno di sentire il
calore della tua amicizia,
di provare la dolcezza della tua intimità,
ho bisogno di un amore fisico,
creato dalla tua stretta,
dalla tua calda effettività.
Ho bisogno di essere preso per mano,
perché mi vado a infoiare in percorsi sbagliati;
la mia solitudine è continuare a guardarmi addosso,
incapace di dono e di accoglienza.
Prendimi per mano,
per tirarmi fuori dagli automatismi della noia,
dai cammini di perdizione dietro mete allettanti,
ma devastanti.
Prendimi per mano,
che facciamo una catena anche
per i miei amici e ti veniamo dietro
nel tuo mondo di pace e di serenità,
di amore e di perdono.
Signore,
Ti chiedo solo di prendimi per mano con amore.

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