VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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domenica 8 agosto 2010

Risposta ad un amico

Ho ricevuto una telefonata da un amico
che vuole rimanere anonimo, non avendo
il recapito telefonico, ti rispondo dal
blog sapendo che entri a leggere i miei
commenti.
La domanda che mi hai fatto è,
chi è Dio?
Vado a Messa, mi ritengo un cristiano,
ma mi sono accorto di non conoscerlo,
Dio lo conosco solo per il mio uso e
consumo, il dubbio di questo mi è venuto,
leggendo quello che scrivi sul blog.
Se puoi, ti chiedo di aiutarmi a conoscerlo
per quello che veramente è, grazie.
Con piacere amico anonimo, cerco nelle mie
possibilità di farti capire chi è Dio,
o quanto meno di come l'ho conosciuto io.
Allora Dio è un Padre, anzi un Papà che è
più familiare, non dobbiamo pensarlo un
personaggio messo la su un piedistallo
in'avvicinabile. NO!
Lui non ci vuol stare sul piedistallo,
vuole stare con noi, essere in noi,
perciò è dentro di noi,
solo che non riusciamo a
sentirlo, perchè troppo pieni del nostro
io personale.
dobbiamo aprirci a Lui, accettarlo,
invitarlo ad entrare in noi, aprirgli
il nostro cuore, solo così conosceremo Dio,
un vero Papà.
A S. Luca dobbiamo un insegnamento esaltante,
una delle più belle Parabole, il cuore stesso
del messaggio di Dio Papà; è la storia di un
padre che ha a che fare con due figli idioti.
Siamo noi.
Un uomo aveva due fgli.
Il più giovane disse al padre: "Padre, dammi
subito la parte di eredità che mi spetta".
Allora il padre divise le sostanze tra i due
figli. Poche giorni dopo, il figlio più giovane,
raccolti tutti i suoi beni, emigrò in una
regione lontana e là spese tutti i suoi averi,
vivendo in modo dissoluto.
Conosciamo credo tutti questa bella Parabola.
Leggiamo di due figli, che hanno entrambi
una pessima idea del padre.
Devo andarmene di casa per realizzarmi,
pensa il primo.
Mi tocca lavorare tutta la vita facendo
il bravo ragazzo senza una piccola soddisfazione,
pensa il secondo.
Quei figli siamo noi, che non lo abbiamo ancora
conosciuto per il vero Papà che è, ci sembra
piuttosto un Dio frustrante, che ci impedisce
di essere liberi.
E allora cerchiamo di crearcelo a nostra
immagine e somiglianza.
Vediamo il primo figlio, che spende tutto,
che si fa dio di se stesso, che pensa che
la vita è opportunità; è bella la vita,
meglio godersela.
Meglio addentarla, farla bella, visto
che è già così difficile.
Solo che poi presenta sempre il conto,
la verità viene a galla e il figlio smarrisce
nel fango dei maiali il suo delirio di onnipotenza.
Si pente? No!
La fame lo fa tornare a casa, non il rimorso,
e allora pensa di ritornare, cercando di prendere
in giro il padre.
Continua a non capire nulla del Padre.
L'altro figlio, che torna dal lavoro stanco
e si offende della festa, ci mancherebbe.
Per lui che non se n'è andato, non c'è niente
neanche un capretto per fare festa con gli amici.
Come possiamo dargli torto.
Però mi chiedo; perchè allora resta nella casa
del Padre, anche se non condivide le sue idee?
Per comodità, per paura del futuro.
Anche lui non ha ancora capito nulla del Padre.
Allora, lasciamo questi due idioti macerarsi
nei loro pensieri.
E guardiamo al Padre=Papà.
Vediamo un Papà che lascia andare il figlio,
anche se sa che si farà del male,
ecco la libertà; come diceva Madre Speranza;
Dio=Papà, quando vede un figlio che cade nel
peccato, si gira dall'altra parte per non
essere d'inciampo, lo lascia fare, non si
oppone alle sue idee; per poi farsi mendicante;
venire a mendicare la nostra richiesta di perdono.
Vedo un Papà però, che scruta l'orizzonte
ogni giorno, per cercatre di vedere il figlio
ritornare.
Vedo un Papà, che corre incontro al figlio che
ha speso la sua eredità e non lo umilia,
non gli rinfaccia le sue scelte, che non accusa,
che abbraccia, che restituisce dignità e che
fa festa.
Vedo un Papà che esce a pregare il fratello
maggiore, che tenta di spiegare le sue ragioni.
Un Papà che tenta di convincere il figlio che
la sua Misericordia supera la giustizia,
che il perdono cancella il rancore.
Vedo un Papà che accetta la libertà dei figli,
che pazienta, che indica, che stimola,
che follemente ama.
Ecco, Dio è così; è pazzamente innamorato di noi,
che si è fatto scannare per salvarci.
Dio è proprio esagerato.
E di esagerato nella nostra storia, c'è solo
l'Amore e la Misericordia di Dio=Papà.
Caro amico, scusa se mi sono dilungato,
ma quando tocchiamo questo tasto, scatta una
molla che mi riempie del suo amore e non
riesco a fare a meno di parlarne.
Perciò apri il tuo cuore, vai alla ricerca
di questo Dio=Papà, sicuro che con la volontà
lo troverai a braccia aperte ad aspettarti.
Ti saluto e ti auguro buona ricerca e se ti
serve sono sempre a disposizione ciao Fausto.

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