VIAGGIAMO SULLE ALI DELLA MISERICORDIA

Il nostro intento e' quello di condividere l'amore del Signore e la maternità di Maria che hanno per tutti noi anche attraverso l'organizzazione di pellegrinaggi al santuario dell'Amore Misericordioso e da alcuni anni anche a Medjugorje.



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giovedì 1 aprile 2010

Entriamo nel Getsemani assieme a Gesù

Gesù in questa notte ha bisogno di noi.
Ci chiede di essere vicino a Lui,
nella sua notte, dove si sente solo,
perchè purtroppo noi dormiamo,
o facciamo finta per non prenderci
delle responsabilità.
Lui vuole farci partecipi di questo
evento e ci chiede di prendere
la nostra posizione; o con Lui
o contro di Lui per la paura
di comprometterci.
Facciamoci coraggio, senza paura
mettiamoci al suo fianco, ed
entriamo con lui nel Getsemani.
VEGLIATE UN’ORA CON ME!
Dopo la Messa in Cena Domini,
la liturgia invita i fedeli a sostare in adorazione
del Santissimo Sacramento,
rivivendo l’agonia di Gesù nel Getsemani.
Come i discepoli hanno dormito,
lasciando solo il Signore, anche oggi,
noi suoi discepoli spesso dormiamo.
In questa notte sacra del Getsemani
vogliamo essere vigilanti,
non vogliamo lasciar solo il Signore in questa ora;
così possiamo meglio comprendere il
mistero del giovedì Santo,
che racchiude il triplice sommo dono del
Sacerdozio Ministeriale, dell’Eucaristia e del
Comandamento nuovo dell’Amore.
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Allora pieni di immenso stupore,
tremore e gioia grande, adoriamo, prostrati,
il mistero del Corpo dato e del Sangue
versato per noi, dal Signore Gesù Cristo.
Nel Sacramento del Pane e del Vino,
Egli ha racchiuso la sua Gloriosa Passione,
Morte e Risurrezione,
donando in eterno a noi la sua Presenza,
perché mediante il dono del suo Spirito
racchiuso in questi Santi segni, potessimo vivere
per Lui ed entrare con Lui nel Cuore del Padre.
Rivisitiamo il Mistero di questa; “sera dell’Amore”,
con l’ausilio della Parola di Dio
che con immagini efficaci,
ci fa rimanere nel Getsemani per contemplare
ciò che è accaduto per noi e per tutti.
LA SOLITUDINE DEL GETSEMANI.
C’è un momento nell’anno per fermarsi,
cercare e ritrovare se stessi!
Un momento per liberarci dalla schiavitù
del quotidiano, dalle cose che spesso ci opprimono.
Un momento per porsi delle domande fondamentali,
ritrovare la passione per le cose che si vedono e
leggerle nella prospettiva del Mistero di Dio.
Un momento per ripartire da Dio;
non dare mai nulla per scontato e,
come la notte cerca l’aurora,
cercare senza sosta il volto nascosto del Padre.
Il tempo è questo; bisogna fare esperienza
dell’intima comunione con Gesù.
DAL VANGELO SECONDO LUCA!
Uscito se ne andò, come al solito,
al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono.
Giunto sul luogo, disse loro: “Pregate,
per non entrare in tentazione”.
Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e,
inginocchiatosi, pregava:
“Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!
Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.
Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo.
In preda all’angoscia, pregava più intensamente;
e il suo sudore diventò come gocce
di sangue che cadevano a terra.
Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e
li trovò che dormivano per la tristezza.
E disse loro: “Perché dormite? Alzatevi e pregate,
per non entrare in tentazione”.
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La tentazione più grande è proprio quella di arrivare a
pensare quando siamo nella prova,
che non sia poi così vero che Dio ci voglia bene,
che ci custodisca e pensi a
noi come fa un padre con i suoi figli.
L’orrore per ciò che si sta vivendo,
sembra l’unica cosa che trova posto
nel cuore e null’altro è importante.
È la tentazione che anche Gesù attraversa nel Getsemani:
dov’è il Padre in questo momento?
Gesù affronta questa tentazione immergendo la
propria vita nella preghiera,
nella ricerca della comunione con il Padre,
che mai come in quel momento sembrava lontano.
Nell’intimità di questa preghiera,
Gesù è capace di dire la propria fiducia nel Padre
da cui proviene e a cui fa ritorno;
la parola: “Non sia fatta la mia volontà ma la tua”,
sono tutt’altro che espressione di circostanza.
Nascono invece, dalla certezza che l’Amore del Padre è
più grande e più forte della prova che si sta vivendo.
Allora diciamo.
Signore, concedici la serenità d’accettare le cose
che non possiamo cambiare,
il coraggio di cambiare quelle che possiamo e
la saggezza necessaria per capire la differenza.
DIO VALE PIÙ DI TRENTA DENARI!
Per avere gli stessi sentimenti di Gesù,
dobbiamo entrare insieme coi discepoli nel Getsemani,
avendo cura di non addormentarsi.
Dobbiamo fare esperienza del silenzio….
nel silenzio si vive solo con il cuore e con l’anima.
Forte è la paura di rimanere soli con noi stessi,
con le nostre paure e povertà interiori.
Ma…..è qui che ti voglio….dice il Signore…….
finche la tua anima non avrà capito,
che quello è il luogo dell’appuntamento,
il luogo dell’incontro……come con Giuda, l’amico.
Il Getsemani allora è anche il luogo delle lotte interiori,
del Bene e del Male, dell’incontro con Lui,
faccia a faccia….. e dell’incontro con noi stessi!
Un Dio costa caro….non lo si può svalutare…..
non lo si può scontare.
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DAL VANGELO SECONDO LUCA!
Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua,
e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano come
toglierlo di mezzo, poiché temevano il popolo.
Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota,
che era nel numero dei Dodici.
Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e
i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani.
Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro.
Egli fu d’accordo e cercava l’occasione propizia
per consegnarlo loro di nascosto dalla folla.
Tu sei ciò che ami.
Se ami il denaro, sarai sempre uno schiavo.
Se ami l’apparenza, ti vedrai presto un fallito.
Se ami il povero, ti sentirai un vero ricco.
Se ami la verità, diventerai una persona libera.
Se ami tutti in tutto, sentirai in te il respiro di Dio.
Non dimenticarlo…..tu sei solo e sempre ciò che ami.
Diciamo!
L’uomo può morire in tanti modi;
di fame, di solitudine, di abitudine, di rumore,
di troppo, di indifferenza, di noia, di peccato…..
o Signore, fa che la morte non ci trovi già morti;
fa che la morte ci trovi in salita pronti per la vita eterna.
LA SCELTA DELLA VIA DELLA CROCE!
Il Getsemani è il luogo della solitudine,
dello smarrimento, dell’angoscia che fa sudare sangue…..,
ma è anche il luogo del silenzio e della preghiera.
Gesù si rifugia nella solitudine e
vive l’intima comunione col Padre.
Quando Gesù si ritira nel Getsemani,
è consapevole dell’epilogo doloroso della sua vita,
ma dopo lo smarrimento non perde l’occasione di
stabilire il programma della sua vita;
non penserà a sé, non approfitterà del suo potere
miracoloso, ma sarà il Messia umile, obbediente,
ascoltatore della Parola e della volontà del Padre.
Il Getsemani è anche per noi il luogo delle scelte,
perché Dio ci pone di fronte alle domande che
assillano la nostra vita, ci chiede di scegliere,
a volte anche la via più difficile,
quella passa dalla Croce e,
realizzando l’intima comunione con Lui,
ci chiede di incamminarci sulla via della speranza.
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DAL VANGELO SECONDO LUCA!
Mentre Egli ancora parlava, ecco una turba di gente;
li precedeva colui che si chiamava Giuda,
uno dei Dodici e, si accostò a Gesù per baciarlo.
Gesù gli disse: “Giuda,
con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?”.
Allora quelli che erano con Lui,
vedendo ciò che stava per accadere, dissero:
“Signore, dobbiamo colpire con la spada?”.
E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e
gli staccò l’orecchio destro.
Ma Gesù intervenne dicendo: “Lasciate, basta così!”.
E toccandogli l’orecchio, lo guarì.
Poi Gesù disse a coloro che gli erano venuti contro,
sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani:
“Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante!
Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete
steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora,
è l’impero delle tenebre”.
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Quella cosa che ti fa veramente soffrire Dio,
è lo scoraggiamento e la disperazione.
Se mi vergogno di me stesso e mi sento indegno di Te,
se non so scegliere e sono deluso dei miei ricorrenti peccati,
se penso che tanto ormai…..è tutto inutile,
donami la forza di rialzarmi, il coraggio di non
avere paura dei miei limiti, la speranza di poter
superare le difficoltà che incontro anche oggi.
Perché Tu sei più forte della mia debolezza e riuscirai a
trasformarmi nella creatura splendida che è dentro di me.
Quindi non lasciare che mi perda mai d’animo.
Stammi sempre vicino; mentre con speranza
proseguo il cammino della vita.
DICIAMO!
Affidiamo Signore, il nostro passato alla tua Misericordia.
Il nostro presente al tuo Amore.
Il nostro futuro alla tua provvidenza.
AMEN.
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LA TENTAZIONE DELLA FUGA DA DIO!
Come abbiamo visto,
l’esperienza del Getsemani non è l’esperienza di una fuga,
ma cercare di togliersi dalla realtà per trovarsi al sicuro.
Il Getsemani l’abbiamo visto, per Gesù non è un rifugio.
È da li che Egli parte verso la Croce, ma anche verso la libertà.
L’aurora viene dopo la notte…..e la vita sarà sempre tentazione.
Come quella di Pietro!
La tentazione più facile è quella di dimenticarsi di tutto ciò,
di ogni insegnamento di Gesù, dell’esperienza intensa
del Getsemani e dell’intimità della sua amicizia.
Dimenticarsi dunque, di Gesù stesso.
Ma dal buio e la paura della notte si può uscire.
A volte…..basta il canto di un gallo.
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DAL VANGELO SECONDO LUCA!
Dopo averlo preso, lo condussero via e lo
fecero entrare nella casa del sommo sacerdote.
Pietro lo seguiva da lontano.
Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al
cortile e si erano seduti attorno,
anche Pietro si sedette in mezzo a loro.
Vedutolo seduto presso la fiamma,
una serva fissandolo disse: “Anche questi era con Lui”.
Ma egli negò dicendo: “Donna, non lo conosco!”.
Poco dopo un altro lo vide e disse: “Anche tu sei di loro!”.
Ma Pietro rispose: “No, non lo sono!”.
Passata circa un’ora, un altro insisteva:
“In verità, anche questo era con Lui; è anche lui un Galileo”.
Ma Pietro disse: “O uomo, non so quello che dici”.
E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò.
Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro e,
Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto:
“Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte”.
E, uscito, pianse amaramente.
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Dio è disgustato dagli uomini?
Dio non parla più?
Dio non volge più su di noi il suo sguardo?
NO!
Piuttosto sono io che lo caccio dalla mia vita,
che non lo lascio entrare anche quando
Egli bussa insistentemente.
La porta del mio cuore fatica ad aprirsi,
cigola, la serratura si incastra.
Chi pretendi di essere Gesù?
Perché insisti tanto con me?
Lasciami perdere!
Lasciami ai miei compromessi,
contento della mia mediocrità;
prendo quel che basta per
non faticare e non avere rotture.
Ma chi ascolta la sua Parola non conoscerà la morte.
E allora, Ti riconosco Signore Gesù, taglia la
catena dell’ancora e fammi partire con Te.
Con Te tutto è possibile!
DICIAMO
Anche se siamo stati ingannati migliaia di volte,
fa o Signore che non ci sentiamo mai autorizzati,
ad ingannare neanche noi stessi.
E anche quando perdiamo la grinta,
ricordaci che anche mille chilometri
cominciano con un passo!
AMEN!
SOTTO LA CROCE!
Usciti dal Getsemani,
ci siamo incamminati ormai
con Gesù verso il Calvario.
Lo sgomento, la sfiducia, la paura,
l’idea di scappare…..
sono i sentimenti che nel silenzio si fanno vivi;
un silenzio non più carico della sua presenza,
ma più di ogni altra cosa, del nostro smarrimento.
Eppure ci ha raccomandato la speranza!
Facile a dirsi quando tutto va bene.
E ora?
Ora che davanti a noi si para la Croce?
È ora, Egli ci dice,
il momento di dare voce ad una virtù nuova.
La virtù della speranza…..che per essere vissuta,
richiede la capacità di non fermarsi solo all’apparenza
più superficiale o al bilancio dei risultati.
La tentazione di scoraggiarsi è molto forte;
le cose non vanno come vorremmo.
Ma nella logica della speranza,
così come ci viene insegnata da Gesù,
la vita deve essere vissuta non come un azzardo
rispetto ad un destino imprevedibile,
ma come il contributo personale che ciascuno
di noi può dare al progetto del Padre,
per la salvezza del mondo.
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DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI!
Stavano presso la Croce di Gesù sua Madre,
la sorella di sua Madre,
Maria di Cleofa e Maria di Magdala.
Gesù allora, vedendo la Madre e accanto a lei il
discepolo che Egli amava, disse alla Madre:
“Donna, ecco il tuo figlio!”.
Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”.
E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata
ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura!
“Ho sete”.
Vi era lì un vaso pieno di aceto,
posero perciò una spugna imbevuta di aceto in
cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse:
“Tutto è compiuto!”.
E, chinato il capo spirò.
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Ora Signore Gesù, ripenso a ciò che Tu hai detto:
“L’amore più grande è dare la vita per gli altri!”.
La tua vita sulla terra è stata un donare sempre,
tutto, fino a lasciarti sollevare sulla
Croce e portare ogni cosa a compimento.
Di fronte a Te, al tuo dono totale, penso alla mia vita,
ai miei impegni mai vissuti fino in fondo,
al mio sì mai deciso, mai completo.
Mi scopro debole e inconsistente, egoista e pauroso.
Ricordami Signore, che la tua morte è vita, è speranza;
che la tua sofferenza è gioia; che il tuo donare è ricevere.
Nell’attesa della tua Pasqua,
fammi vedere un raggio di luce,
un riflesso luminoso che mi parli della vita che Tu,
per amore, hai donato.
DICIAMO!
Signore, siamo partiti dal silenzio
per trovare la fede e la speranza.
Sotto la tua Croce Ti preghiamo per le nostre mani,
fa che imparino le due posizioni più sante;
o aperte o giunte.
AMEN.
COCLUSIONE
Ora il silenzio si stende sulla terra.
In questa notte la morte e la vita
si affrontano in una lotta sempre aperta.
Dipende da tutti e da ciascuno
che l’amore possa vincere l’odio.
Insegnaci Signore a seguire il tuo Figlio,
nel suo cammino di Croce e di luce; e saremo;
Glorificati con Lui.
Rivivremo con Lui.
Risorgeremo con Lui.
Attraverso la speranza la vita esplode.
Come si apre il bocciolo, un mattino di primavera,
dopo i freddi dell’inverno….. così si alzerà il Risorto
nel mattino di Pasqua, dopo il dramma della morte.
La vita è nelle nostre mani, l’amore è nei nostri cuori,
la verità è sulle nostre labbra,
la speranza nelle nostre decisioni.
È la PASQUA!